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[Data: 02/12/2010] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: A sud] |
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Il paradosso Messico. Ospita vertice sul clima tra i disastri ambientali Ve la ricordate la febbre suina in Messico dello scorso marzo? Quella che ha generato caos e pandemia? Incontrando le comunità del Valle de Perote in lotta contro la multinazionale Smithfield Food , emergono verità inquietanti. La Smithfield è già nota negli Usa per aver versato nei fiumi tonnellate di escrementi, provocato danni ambientali e distrutto prove. In questi luoghi la compagnia straniera ha creato il più grande allevamento intensivo di maiali al mondo, ben due milioni, che ha reso la città un inferno appestato. Da tempo gli abitanti si oppongono a queste attività, che generano problemi di ogni tipo. Le denunce e gli studi epidemiologici riconducono proprio a questi luoghi l'inizio della febbre suina.
La causa? La concentrazione di escrementi (i maiali ne producono una quantità otto volte superiore all'uomo), i maiali morti e accatastati in vasche di cemento (la mortalità è normalmente del 10% in questi allevamenti), gli ormoni utilizzati per crescerli in otto mesi invece che in due anni, ed infine i mangimi con cui vengono nutriti, costituiti da escrementi di gallina, ossa di animali morti e mais transgenico. Sul blog http://crisisinfluenzaporcina.wordpress.com/ è possibile approfondire il tema. Oggi sono moltissimi in Messico i comitati impegnati a denunciare le nuove malattie, le deformazioni genetiche e le alterazioni al sistema immunologico prodotte da attività economiche come quella di Smithfield, che tace alla richiesta di chiarimenti sulle proprie attività. Così come sono tantissime le comunità ed i territori impegnati a difendersi dalle nuove devastazioni ambientali e sociali che colpiscono il Messico. E qui avrà luogo il prossimo Cop 16 delle Nazioni Unite per affrontare, dopo il clamoroso fallimento di Copenaghen dello scorso dicembre, la drammatica crisi ecologica che ha tra le sue conseguenze i cambiamenti climatici. Anche per questo il dibattito tra i movimenti su quello che succederà a Cancun, la città che ospita il vertice, è diffuso. Ma chi sono i movimenti che si apprestano a convergere su Cancun? Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire da una data che indica, nel bene e nel male, un cambio nelle sorti del paese: 1-1-1994. Entra in vigore il Nafta, l'accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico. L'impatto sull'economia, la società ed il territorio messicano è devastante.
L'istituto di economia della Unam, la prestigiosa università pubblica, mostra come dal 1994 al 2000 il Messico diventi il primo paese al mondo per le maquila, le fabbriche di assemblaggio disseminate lungo la frontiera con gli Usa, dove il salario si riduce a condizioni di schiavitù. Parliamo di Ciudad Juarez, dove a causa dell'assenza dello Stato si afferma in quegli anni anche uno dei principali cartelli della droga: quello di Juarez. Dal 2001 il Messico perde il primato delle maquila, sostituito dalla Cina appena entrata nell'Omc, l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Il governo decide allora di utilizzare il proprio territorio e le risorse naturali come vantaggio competitivo sul mercato mondiale. La deregolamentazione ambientale, le privatizzazioni e la svendita del patrimonio naturale alle multinazionali statunitensi e canadesi producono un impatto tale da trasformare il Messico nel paese latinoamericano più devastato in termini ambientali. Pe rendere l’idea basta l’esempio della legge che consente miniere a cielo aperto nel 70% del territorio, senza possibilità di far pagare eventuali danni ambientali alle multinazionali. La legge offre concessioni per 50 e 100 anni, consegnando a privati tutte le risorse strategiche nazionali. Per l'acqua è lo stesso ed oggi il 90% dei fiumi messicani è inquinato. Le conseguenze sono state la distruzione dell'industria nazionale, l'inquinamento dei territori e la perdita della sovranità alimentare.
Il paese conosciuto al mondo per il mais, di cui dispone almeno 3000 varietà, è costretto dopo 16 anni di Nafta a importarne il 33%. Con il paradosso di avere la percentuale più alta di popolazione in sovrappeso (seconda solo agli Usa per quella di obesi) e diabetica al mondo, a fronte di 60 milioni di poveri. La data del primo gennaio 1994 rappresenta allo stesso tempo l'irruzione di un altro attore sulla scena: l'Ezln, l'Esercito zapatista di liberazione nazionale. Gli occhi e la pipa del subcomandante Marcos, l'intellettuale che parla di diritti e dignità per i popoli indigeni Maya, iniziano a fare il giro del mondo. Nasce in Messico un'altra visione non solo della politica, ma del modo di praticarla. Questioni come la difesa della Madre Terra, la partecipazione e le forme della democrazia diventano centrali nei dibattiti dei movimenti di tutto il pianeta, che guardano alla lotta indigena zapatista con speranza e nuova consapevolezza. Una tendenza che investe anche una parte importante della sinistra mondiale, in modo speciale quella italiana. Ma in questi anni in Messico, a causa dei conflitti ambientali e sociali esplosi con il Nafta, sono nati centinaia di nuovi soggetti e movimenti. L'Anaa, Assemblea nazionale delle vittime ambientali, ne è un esempio, raggruppando le centinaia di comunità colpite da megaprogetti, discariche, privatizzazioni, tra le quali proprio quella del Valle de Perote dove è esploso il caso Smithfield. Accanto a questi, operai in lotta a causa della caduta del salario, organizzazioni contadine impegnate a difendere ciò che rimane della sovranità alimentare e 500 mila maestri che combattono la privatizzazione del sistema educativo.
L'Anaa, l'Mln, il Movimento di liberazione nazionale che raggruppa alcune di queste esperienze, lo Sme, il sindacato degli elettricisti che rappresenta il cuore delle lotte per il lavoro, sono i soggetti che stanno organizzando le mobilitazioni per Cancun. Insieme a Via Campesina, che raggruppa nel mondo 600 milioni di contadini e molte delle organizzazioni contadine messicane, sei carovane sono partite alla scoperta del vero Messico e della sua triste realtà. Il 27 novembre scorso le prime tre da altrettanti luoghi simbolici della devastazione ambientale: San Luis Potosì, dove la miniera a cielo aperto avvelena il territorio, le falde acquifere e la comunità, La Parota, dove la costruzione di una diga per un progetto idroelettrico sommergerebbe 17 mila ettari di terreno colpendo direttamente venticinquemila contadini, il Salto, comunità di centomila abitanti tra le più inquinate della Terra a causa di un polo industriale e di una gigantesca discarica di 71 ettari priva di qualsiasi norma di sicurezza. Da questi luoghi hanno puntato su Città del Messico per poi ripartire con tre carovane diverse, attraversare altri luoghi simbolici e arrivare poi a Cancun per il 3 dicembre, in tempo per l'inizio del Foro Alternativo dei Popoli sul Clima organizzato da Via Campesina. L'obiettivo, far conoscere al mondo la devastazione ambientale prodotta dal modello capitalista in Messico negli ultimi 20 anni. La Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, che raggruppa più di sessanta realtà tra comitati, associazioni e sindacati, è presente sia a Cancun che nelle carovane. |
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