In Germania il 20% delle superfici agricole sarà Bio per prevenire le alluvioni. E noi?
L’ultimo numero di Terra Nuova, “mensile per l’ecologia della mente e la decrescita felice” riporta la notizia che il governo tedesco intende convertire il 20% delle superfici agricole a coltivazione biologica. Questa scelta è dettata dalla necessità di prevenire le inondazioni. Il terreno coltivato senza l’uso di fertilizzanti chimici, lavorando prevalentemente in superficie e senza arature profonde, dove i processi di decomposizione delle paglie e delle piante, dei sovesci e del letame, mantengono la terra ricca di nutrienti e viva, con una forte presenza di lombrichi, di microfauna, di microrganismi, agevola l’assorbimento delle acque che cadono in eccesso.
Come drammaticamente emerso anche dalle recenti piogge che hanno “sommerso” Vicenza e Padova, il carattere torrenziale degli eventi non trova sul terreno modo di defluire. Ma una grande parte della “responsabilità” di questo è dovuto all’uso sconsiderato che abbiamo fatto del territorio: strade, capannoni, case, piazzali cementati, distruzione, tombatura di fossati, la tecnologia agroalimentare o i terreni alla mercé della chimica che li ha resi sempre più aridi e inerti.
Alla fine, come dimostrano in Germania, non ci resta che tornare alla vecchia e sana coltivazione naturale, senza chimica, con rispetto della natura, delle stagioni, dell’equilibrio del terreno, attraverso l’agevolazione dei processi naturali di fermentazione degli scarti vegetali e animali, l’uso sapiente delle rotazioni colturali. L’agricoltura biologica non è che l’unica forma oggi possibile per pensare ad una strategia futura. Questo dovrebbe essere il modello ispiratore per una nuova politica agraria che tenga presenti le esigenze della natura e dell’uomo. In questo senso, la Germania ci sta dando un’altra lezione…
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