c Mense, Alemanno contro il bio - 15/12/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 15/12/2010]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: Terra]
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Mense, Alemanno contro il bio
Sostituiti molti alimenti biologici nelle scuole. Bonessio (Verdi): «Forniture di qualità inferiore nonostante gli aumenti delle rette».

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Nelle mense delle scuole comunali di Roma saranno aboliti i cibi biologici. Il Campidoglio, dopo aver deciso due anni fa di abolire la cucina etnica, ora cassa il biologico per squisite ragioni di bilancio che il Sindaco Alemanno tenta di mascherare. Nella circolare del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici datata 1 dicembre 2010 si afferma: «In considerazione della inconsistenza di fondi di bilancio da stanziare a tale scopo [la revisione dei prezzi per le aziende catering N.d.R.] si è proceduto in alternativa alla sostituzione di alcune derrate come di seguito indicato»: carne di coniglio con carne di suino, riso parboiled bio con riso parboiled convenzionale, pomodorini ciliegino presenti nelle delizie dell’orto con carote flangè filetti di halibut con filetti di platessa o passera, bresaola con prosciutto cotto, parmigiano reggiano bio con parmigiano reggiano convenzionale; burro bio con burro convenzionale.
 
«Meglio i prodotti a chilometri zero che il biologico astratto - ha affermato il sindaco Gianni Alemanno -. Rispetto a un prodotto biologico che viene dalla Sicilia o da qualche altra parte noi preferiamo un prodotto anche non biologico ma che venga dal territorio romano». Peccato che sia il riso, sia il parmigiano siano molto difficili da reperire a chilometri zero nel Lazio. Ed è andata ancora peggio a Laura Marsilio, assessore alla Scuola del Comune di Roma che afferma: «Sono stati tolti esclusivamente alimenti risultati poco graditi dai bambini o difficili da trovare e che tali cambiamenti non intaccano la presenza di prodotti biologici nella refezione scolastica», aggiungendo che «la sostituzione dei pomodorini ciliegino e della bresaola rispettivamente con carote flangè e prosciutto cotto, è motivata dal pericolo di soffocamento in cui incorrevano i bambini nell’ingerire tali cibi».
 
«Si tratta di dichiarazioni debolissime che servono solo a mascherare un’operazione economica sulla pelle dei 140mila bambini che mangiano nelle mense scolastiche – afferma il Presidente regionale dei Verdi Nando Bonessio –. Abbiamo calcolato che per non spendere due milioni di euro l’anno previsti nel capitolato per le mense scolastiche il Comune ha scelto la via delle nuove forniture alimentari di qualità inferiore. Si tratta di una cosa che la Giunta di centrodestra ha effettuato nonostante l’aumento delle rette deliberato a luglio 2010 che in molti casi ha portato ad aumenti del 100%».
 
In pratica i bambini delle scuole romane mangeranno cibi di minore qualità con più grassi, meno proteine, più fitofarmaci e pesticidi, mentre le famiglie pagano di più. Tutto nel nome delle esigenze di bilancio. Infine, il complicato sistema delle 18 aliquote a seconda dell’Isee deciso quest’estate insieme agli aumenti sta mettendo in crisi le mense autogestite dalle scuole, molte delle quali dovranno smettere l’autogestione e adeguarsi al ribasso.

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