Porto Torres: la marea nera italiana di cui nessuno parla
C'è voglia di rimboccarsi le maniche. E di sporcarsi le mani - nel senso letterale del termine - qualora fosse necessario. Mentre le operazioni "autorizzate" di bonifica dei diciotto chilometri di litorale compresi tra Fiume Santo e Marritza vanno avanti, i cittadini di Sassari e Porto Torres chiedono di essere coinvolti. «E.On ci dia tute, maschere e guanti e in spiaggia scenderemo anche noi». Vogliono essere protagonisti della pulizia dell'arenile, vogliono anche loro assistere alla «resurrezione» di quella costa violentata dal veleno nero.
Costa maltrattata e umiliata da quei diciottomila litri di olio combustibile sversato in mare l'11 gennaio da una nave petroliera. Non si tratta di parole, la mobilitazione è già in atto e diverse persone stanno portando avanti iniziative forti per far sentire la propria voce. Si stanno formando comitati, si stanno raccogliendo firme, c'è anche chi ha voluto fare qualcosa di più eclatante.
Si tratta dell'operazione «Black fish» realizzata ieri mattina dagli artisti dell'ex-Q (quelli che occupano da mesi l'ex questura di Sassari) e dal circolo di Rifondazione Comunista Utalabì. Una gigantesca balena fatta con le buste di plastica, spiaggiata e agonizzante sul bagnasciuga del Terzo Pettine di Platamona.
«Abbiamo voluto esprimere così la nostra rabbia - hanno spiegato - contro questo danno ecologico». Un gesto dimostrativo che va oltre: «La balena non è solo il simbolo dei pesci spazzati via dalla marea nera, ma più in generale di un intero ecosistema gravemente compromesso da una ingiustificabile negligenza della multinazionale E.On».
Gli attivisti di iRS Sassari e Porto Torres hanno raccolto oltre cento firme per la costituzione di un comitato che riunirà cittadini e proprietari dei chioschi che si trovano sulle spiagge inquinate. L'obiettivo è quello di costituirsi parte civile quando si aprirà il processo contro i responsabili del disastro ambientale. Ma, da parte di queste stesse persone, c'è anche la volontà di partecipare attivamente alla pulizia dell'arenile.
«Chiarito che per iRS l'onere della bonifica spetta senza alternative alle aziende colpevoli del disastro e quindi in questo caso alla E.On - dicono Simone Maulu e Giovanni Marco Ruggiu, attivisti del TdzA (centro di attività) di Sassari - non si può non apprezzare il fatto che i tanti cittadini abbiano proposto alle istituzioni la collaborazione per la pulizia delle spiagge. Crediamo che uno dei modi con cui i sardi possano amare concretamente la propria terra sia quello di favorire un loro maggiore coinvolgimento verso tutte le iniziative pubbliche che hanno come obiettivo la cura dell'ambiente di vita».
Obiettivi condivisi da altre e diverse persone che stamattina a Porto Torres presenteranno l'imminente costituzione di un comitato territoriale di difesa dall'inquinamento ambientale del Golfo dell'Asinara e della Nurra. L'impressione è che alla fine tutti confluiranno in un unico gruppo che porterà avanti una battaglia comune. «Ci incontreremo per presentare le iniziative che vogliamo realizzare - spiegano - sarà un incontro aperto al territorio, quindi Sassari, Sorso, Castelsardo. In vista di un'assemblea generale nella quale saranno definite le procedure per la costituzione di parte civile».
Domenica l'Atr della Capitaneria di porto ha sorvolato la costa, i dettagli sul telerilevamento si sono saputi oggi e questi sono i risultati.
Mentre arrivano da più parti gli attacchi a E.On: «Continuano a ripetere dichiarazioni di circostanza che tendono solo a minimizzare le responsabilità ma non servono certo a tranquillizzare i cittadini e gli operatori economici danneggiati - scrive il coordinamento cittadino di Sassari di Sinistra Ecologia e Libertà - L'industria presente nel territorio deve farsi carico, a maggior ragione nell'area del Parco dell'Asinara, della incondizionata tutela dell'ambiente».
Questo pomeriggio, intanto, si terrà un vertice a Cagliari tra E.On, il presidente Cappellacci e l'assessore all'Ambiente Giorgio Oppi. Si parlerà dettagliatamente del danno ambientale ma si ridiscuterà anche l'accordo, siglato con la Regione, sul polo energetico di Fiume Santo.
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