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[Data: 27/01/2011] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: Ecoalfabeta] |
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In GB si inizia a parlare di quote di energia Ho appena scoperto che in Gran Bretagna esiste un Gruppo Parlamentare sul picco del petrolio e sulla difficile situazione economica. (1). Ve la immaginate in Italia una commissione di questo genere? Il gruppo ha appena pubblicato un rapporto in cui si definiscono gli indirizzi strategici. A quanto mi risulta, è uno dei primi documenti ufficiali, in cui il problema dei cambiamenti climatici è affrontato insieme al problema del picco del petrolio. Ecco due affermazioni piuttosto impegnative: Il documento inizia anche a parlare di quote di energia, le TEQ (tradable energy quotas). Sostanzialmente è un modo gentile per parlare di un futuro razionamento. Sulla base del massimo budget annuale di emissioni di CO2 vengono distribuite delle quote procapite, pari al 40% del budget.Il resto viene venduto dallo Stato. Il guadagno servirà a migliorare l'efficienza energetica britannica e a ridurre la dipendenza dai fossili. (p.13) Chi usa meno energia (più sobrio e/o più efficiente) può vendere le sue quote, chi ne usa di più può comprarle. L'idea sembrerebbe funzionare, perchè dovrebbe garantire un disincentivo agli investimenti speculativi e distruttivi dell'ambiente che richiedono investimenti energetici faraonici. Dovrebbe rappresentare inoltre un sostanziale aiuto all'agricoltura biologica. Speriamo che le quote servano efficacemente a proteggere la popolazione più povera dalla «sfida di vivere la ripida discesa nella disponibilità di combustibili fossili» (p.14), e che non si debba scegliere se usare la propria quota per mangiare o per scaldarsi... (1) Il gruppo è formato da 9 deputati laburisti, 8 liberali, 1 verde e 2 conservatori. I conservatori hanno la maggioranza in parlamento. Questo significa che |
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