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[Data: 10/03/2011] [Categorie: Varie ] [Fonte: Libreeidee.org] |
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Matt Damon: senz’acqua, ogni 15 secondi muore un bambino «Ogni 15 secondi c’è un bambino che muore: perché non dispone di acqua pulita». Parola di Matt Damon, una delle star più richieste di Hollywood. Reduce da pellicole come “Salvate il soldato Ryan” e dall’Oscar per “Will Hunting, genio ribelle” dopo l’esordio nel film “Il coraggio della verità”, dove interpreta un reduce tossicodipendente della Guerra del Golfo accanto a Denzel Washington, Matt Damon torna al cinema con “I guardiani del destino” tratto da un’opera di Philip Dick che si interroga sulla capacità di cambiare il corso delle cose: «La rivolta in Egitto è una lezione». E’ la ribellione dei poveri, la cui prima emergenza è l’acqua: l’attore è impegnato in una campagna per finanziare l’accesso all’acqua potabile nel terzo mondo. «Assieme al mio socio di “water.org 1” – racconta Damon a Silvia Bizio di “Repubblica” – stiamo offrendo programmi di microfinanziamento applicati al rifornimento dell’acqua pulita». L’organizzazione promuove piccoli prestiti in paesi come l’India, il Kenya, il Bangladesh, l’Honduras. «Diamo prestiti alla gente per collegare condutture d’acqua alle loro case». Per farlo bastano 75 dollari, continua l’attore: «Invece di perdere tempo per andare fino ai pozzi per tirare su un po’ d’acqua pulita, possono creare i loro collegamenti». Non è solo una questione di tempo: quella dei bambini che muoiono per mancanza d’acqua è una vera e propria strage: in media, un decesso ogni 15 secondi. «Con i privilegi che abbiamo e con l’attenzione che il mondo offre alle celebrità, mi sembrerebbe un crimine non fare nulla». Matt Damon ha contribuito alla realizzazione del documentario di Howard Zinn “A people history of the United States”, uno sguardo alternativo alla storia del suo Paese. «Zinn ha fiducia nel sistema politico, ed è convinto che i cambiamenti epocali vengano dal basso, dai lavoratori. Solo così si fanno le riforme, partendo dalla gente senza faccia e senza nome che dice “basta”». Che, secondo Damon, è quello che sta accadendo in Egitto dopo la rivolta contro Mubarak: «Un tiranno cacciato via da milioni di persone senza un volto, dalla massa unita e arcistufa. Il tema del controllo della nostra vita, spiega Silvia Bizio, è al centro del nuovo lavoro cinematografico in uscita, “The adjustmen bureau” (nelle sale italiane dal 27 maggio col titolo “I guardiani del destino”), tratto dal romanzo “The adjustment team” di Philip Dick. Siamo capaci noi umani di prendere davvero una qualsiasi decisione? Questa la chiave del film, osserva “Repubblica”, partendo dalla domanda sul “controllo” delle nostre esistenze che ossessionava Dick. Nella pellicola, la storia viene estesa a una storia d’amore in cui Damon è un carismatico senatore che prepara una possibile candidatura alla presidenza Usa. A ostacolarlo, «una squadra di agenti, o angeli, invisibili a tutti tranne che al senatore», i cui desideri sentimentali interferirebbero con misteriosi “piani dettati dall’alto”. Che piani? E chi c’è “in alto”? Matt Damon sta al gioco delle chiavi d’interpretazione: «Noi americani, con la nostra tipica ingenuità, pensiamo al bureau come a un potere divino, mentre per voi europei magari è espressione di un potere oligarchico e tirannico, di stampo comunista, repressivo». L’attore crede nel potere individuale e nella class action sociale e politica: «Con la determinazione e la fiducia in se stessi puoi realizzare davvero tutto quello che vuoi. Io ne sono la prova. Spero che la gente che vede questo film si chieda se davvero stia vivendo la propria vita liberamente. Passiamo anni a fare quello che dicono gli altri, senza rendercene conto, come automi». E per opporsi ai “piani dall’alto”, intanto, può servire anche un film che faccia pensare. E un rubinetto d’acqua in più per i bambini della parte sfortunata del mondo (info: www.repubblica.it). |
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