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[Data: 10/03/2011] [Categorie: Politica ] [Fonte: Ami] |
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in difesa della carta costituzionale Il 12 marzo «l'Italia s'è desta» in difesa della Costituzione Studenti, lavoratori, artisti, giornalisti, il C-day giornata per la difesa della Costituzione rimette in moto il Paese sotto un'unica voce.
Tra le prime adesioni quella autorevole dell'associazione Salviamo la Costituzione il cui presidente, Oscar Luigi Scalfaro dichiara «manifesta preoccupazione per i reiterati attacchi a cui è quotidianamente sottoposta la nostra Costituzione». Ma il corteo che partirà da Piazza della Repubblica a Roma per giungere in Piazza del Popolo sarà animato da molti soggetti. Studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori, artisti, giornalisti, scrittori. Voci di artisti. L'attrice Ottavia Piccolo, salirà sul palco a Piazza del Popolo «Perché sono nata in questo tempo e questo è tempo di democrazia e di diritti. Se volevo qualcosa di diverso nascevo nel Far West o nella Chicago degli anni 20». Ascanio Celestini darà il suo contributo presentando il grande coro e la grande orchestra composta da professionisti del Santa Cecilia e da non professionisti che intoneranno, insieme a tutta la piazza, il Dies Irae di Mozart e il Va Pensiero da Nabucco di Giuseppe Verdi. «Un modo per tornare ad impossessarci di un brano del melodramma italiano scippato impropriamente dalla lega» spiega l'artista. Antonello Venditti, che nel periodo delle grandi proteste universitarie contro la riforma Gelmini è stato molto presente accanto ai ricercatori delle rete “29 aprile”,sarà in piazza per deglinare l'appuntamento in difesa della scuola pubblica: «È una delle basi della nostra Costituzione e del vivere civile, la scuola che tante sofferenze sta vivendo, in termini di libertà e di futuro, di creatività e di libertà interna, deve esserci: è una delle parti sostanziali del nostro vivere civile. Tutto quello che fai alla scuola lo fai alla Costituzione». Costituzione, conoscenza-scuola e lavoro. «Una mobilitazione culturale e delle coscienze». Così i lavoratori della conoscenza della Cgil parteciperanno al C-day a Roma. «In particolare - spiega il vertice del sindacato - nella manifestazione del 12 marzo il valore e l’importanza della conoscenza e la difesa del ruolo della scuola pubblica, assieme al rinnovato riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dagli insegnanti ancora di più in un momento contrassegnato da politiche gravemente restrittive, rappresenteranno temi centrali, contro lo strappo operato dalle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio tese a ridurre gli spazi di coesione, uguaglianza, democrazia e partecipazione». Luci e ombre della piazza. A mettere in luce le contraddizioni della manifestazione sono gli studenti che sul sito Uniriot scrivono: «La giornata di sabato è attraversata da un rischio molto grave, quello di cancellare, con un colpo di spugna, vent'anni di responsabilità politiche molto precise in nome della retorica nazional-popolare dell'anti-berlusconismo. Retorica che, tra l'altro, si concentra esclusivamente sulla difesa della scuola pubblica in sé, alludendo al semplice ritorno allo status quo ante. Noi pensiamo invece che difendere la formazione pubblica deve voler dire necessariamente un'apertura all'innovazione, alla costruzione comune, da parte dei soggetti in campo, di uno spazio della formazione che sia uno spazio aperto, liberamente accessibile e altrettanto libero dallo sfruttamento e dalla precarietà». Le allusioni sono dirette alla partecipazione di Fli alla manifestazione e alla responsabilità del partito rispetto all'attuale riforma scolastica, ma gli sconti non si fanno nemmeno alla sinistra: «Bisogna fare un balzo indietro agli anni novanta per accorgersi del fatto che il finanziamento alle scuole private, - spiegano gli studendi - e quindi l'apertura al processo di dequalificazione della formazione pubblica, è stato messo in campo proprio dai governi di centrosinistra». Uno spirito lucido e combattivo quello degli studenti che rilanciano: «Saremo in piazza anche per riprendere un cammino, riaprire e rilanciare quello spazio di conflitto e di desiderio che durante l'autunno abbiamo aperto, verso lo sciopero generale del 6 maggio». |
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