Sicurezza alimentare: Africa, ricerca partecipata contro fame e povertà
Nell’Africa sub-sahariana è stato promosso un programma agro-ecologico di ricerca partecipata che prevede la coltivazione di cereali resistenti alla siccità, quali mais, sorgo e miglio.
L’iniziativa, definita ADOPT (Adaptation and Dissemination of the ‘Push-Pull’ Technology), si propone di diffondere la tecnologia agricola definita “push and pull”, quale componente delle strategie sostenibili e a lungo termine per garantire la sicurezza alimentare nelle aree maggiormente colpite dai cambiamenti climatici e a rischio di desertificazione, secondo le linee definite dal Food Security Thematic Programme (FSTP). Si tratta di una tecnica di conservazione agricola relativamente nuova ed ecologica, che non richiede l’uso di pesticidi o insetticidi, ma prevede invece l’utilizzo, nella coltivazione dei cereali, di piante capaci di emettere particolari sostanze chimiche che attirano o respingono gli insetti predatori. Ad esempio, tra le file di mais e sorgo vengono piantate leguminose appartenenti al genere desmodium, che respingono (“push”) l’attacco delle piralidi, mentre ai bordi dei campi vengono collocate quelle che attirano (“pull”) gli insetti predatori. Queste cosiddette piante trappola, quali Pennisetum purpureum e Sorghum vulgare sudanese, producono, per difendersi, una sostanza appiccicosa che intrappola le larve del parassita, limitandone il danno; costituiscono inoltre un foraggio aggiuntivo per gli animali allevati.
La strategia antiparassitaria si rivela efficace anche per aumentare la fertilità del suolo e la produzione agricola: per il mais da 1 a 3,5 tonnellate in più per ettaro.
Finanziato dalla Commissione europea con un contributo di 2.9 milioni di euro, il programma ADOPT è stato lanciato in Kenya, Etiopia e Tanzania, grazie alla collaborazione dei ministeri agricoli nazionali con alcuni centri di ricerca: l’ICIPE ( International Centre for Insect Physiology and Ecology), il KARI (Kenya Agricultural Research Institute), il britannico Rothamsted Research, il NARO (National Agricultural Research Organization), in Uganda, e il LZARDI (Lake Zone Agricultural Research and Development Institute), in Tanzania. Poiché si tratta di un progetto di ricerca partecipata, prevede anche il coinvolgimento di associazioni di agricoltori e Ong.
Per saperne di più:
A platform technology for improving livelihoods of resource poor farmers in sub-Saharan Africa
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