c Sostegno al nucleare e all'industria delle armi: 13 associazioni scrivono a BNL/BNP Paribas - 25/05/2011 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 25/05/2011]
[Categorie: Economia ]
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Sostegno al nucleare e all'industria delle armi: 13 associazioni scrivono a BNL/BNP Paribas
Tredici organizzazioni si sono rivolte al gruppo BNL, e alla capogruppo BNP Paribas, per avere chiarimenti su alcune politiche adottate dal colosso bancario: in primis il finanziamento di impianti nucleari ad alto rischio e il sostegno all'industria degli armamenti...

Tredici organizzazioni si sono rivolte al gruppo BNL, e alla capogruppo BNP Paribas, per avere chiarimenti su alcune politiche adottate dal colosso bancario: in primis il finanziamento di impianti nucleari ad alto rischio e il sostegno all'industria degli armamenti. Il gruppo ha risposto ai loro rilievi, ma senza impegnarsi concretamente per un cambiamento di rotta. E ora i firmatari della lettera (fra cui figurano la Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Beati i costruttori di pace, Altreconomia, Greenpeace Italia e molti altri) chiedono di proseguire e approfondire il dialogo con la società civile.
Il gruppo BNP Paribas è il protagonista a livello mondiale nei finanziamenti per la costruzione di centrali nucleari. Sostiene progetti controversi come il reattore Angra 3 in Brasile, in cui verranno utilizzate tecnologie obsolete: si è impegnato per una valutazione approfondita della questione, ma senza rispondere nel merito delle tecnologie, fuori norma in Europa. Sta inoltre valutando di erogare un prestito per la costruzione di due impianti in India, nella regione dello Jaitapur, ad alto rischio sismico. Ha promesso un “riesame” in merito, senza fornire ulteriori dettagli. La banca non ha dato alcuna risposta sul sostegno finanziario alla francese Areva, che estrae uranio dalle miniere del Niger, con costi sociali e ambientali altissimi.
BNP Paribas e BNL, per giunta, sono al primo posto tra le banche che appoggiano l'esportazione di materiale bellico dall'Italia. Le associazioni richiedono una maggiore trasparenza, oltre a una cernita più stringente dei propri partner, che escluda i Paesi in cui si riscontrano violazioni dei diritti umani. Spesso infatti le operazioni vengono veicolate tramite le filiali italiane di BNP Paribas, che hanno policy meno restrittive rispetto a quelle di BNL, che, invece, sostiene solo le esportazioni ai Paesi dell'Unione europea e della Nato.
I promotori della lettera hanno riconosciuto il fatto che il gruppo bancario abbia compiuto un passo importante, scegliendo di rispondere alla loro lettera. Ma, in un comunicato, mettono l'accento su tutti i nodi rimasti irrisolti. E propongono di affrontarli in un incontro con i responsabili dell'istituto.

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