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[Data: 25/05/2011] [Categorie: Alimentazione ] [Fonte: Promiseland] |
[Autore: Barbara Primo] |
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Conferenza Cattolici Vegetariani
Per un cattolico non ci potrebbe essere un motivo più semplice per essere vegetariani: Dio ci ha creati così! Secondo la Bibbia infatti la storia dell’uomo è così sintetizzabile: da principio abbiamo una creazione perfetta del mondo e creazione armonica dell’uomo: in questo stadio edenico l’uomo vive in piena e totale armonia con Dio ed in conseguenza con gli altri uomini e con tutto il Creato, specialmente con gli animali a lui (uomo) simili, in questo stadio l’uomo (e l’animale) è vegetariano. Dio pone l’uomo come custode della creazione, alle sue mani viene affidato interamente l’andamento del creato (“curate e guidate i pesci del mare, gli uccelli del cielo ed ogni essere vivente che striscia sulla terra” Gen 1, 28) da cui se ne deduce anche che ogni azione umana ha effetti sull’intera creazione (Cfn: San Paolo, lettera ai romani 8), il creato diviene una sorta di “misura” e di “specchio” del cuore dell’uomo; al termine della creazione Dio dice che ciò che aveva fatto era cosa “molto buona” (Genesi 1,31).In questo stadio l’uomo era vegano, così come tutti gli animali: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra nei quali vi è alito di vita, Io do in cibo ogni erba verde” Gen 1,29-30. Caduta: l’uomo sceglie liberamente e in parte consapevolmente di rinunciare al progetto armonico di Dio, e di conseguenza perde tutte quelle caratteristiche che facevano parte di quel progetto: Perdita dell’unione con Dio, che implica: perdita dell’unità fra maschio e femmina (da “una sola carne” di gen 2,19 alla divisone –gen 2,12 e dominanza gen 2,16b), perdita della fratellanza all’interno del genere umano (Caino uccide Abele, gen 4), l’uomo da custode del creato (gen 1,26) diventa distruttore, al punto che ogni creatura è terrorizzata dall’uomo (gen 9,2), passaggio dal veganismo (gen 1,29) al consumo di carne (gen 9,3), conseguenza perversione del creato: anche gli animali rispecchiando il cuore dell’uomo (da cui dipendono) perdono il veganismo (genesi 1,30), perversione della sessualità, da mezzo unitivo a lussuria (Sodoma e Gomorra, genesi 19). L’uomo cioè si rende totalmente schiavo (simbolo: Egitto) e violento mentre era stato creato per la libertà e l’amore. Nonostante l’uomo abbia scelto di allontanarsi dal piano originario, Dio non ha mai smesso di continuare a richiamarlo al rispetto della Vita di tutte le creature; inoltre se anche l’uomo ha interrotto il suo compito di custodia con gli animali non è venuta meno l’alleanza di Dio con gli animali, infatti dopo l’inizio dell’alimentazione carnea Egli afferma “Quanto a Me, io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti, con ogni spirito vivente che è con voi: uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca” Gen 9,8. Il rapporto delle creature con il Creatore è spesso tralasciato, tuttavia la Bibbia è piena di riferimenti che definiscono meglio questa “alleanza” che ha continuato ad esistere nonostante l’uomo abbia rinunciato al suo compito di custode, infatti la terra promessa riguarda uomini e animali: “Voi, i vostri bambini, le vostre mogli e i vostri animali rimarranno nella terra che Mosè vi ha assegnato” (Giosuè 1, 14), la salvezza riguarda uomini e animali: “Uomini e bestie tu salvi” Salmo 36, 6-7, la cura di Dio è per ogni creatura: “la Sua tenerezza è per ogni creatura” (salmo 144,9), “Guardate gli uccelli del cielo… il Padre vostro celeste li nutre” (Mt 6,27), ma è in Giobbe 39 che Dio fa un’apoteosi della cura che Egli riserva agli animali. La redenzione riguarda uomini, animali e l’intera creazione (Romani 8,15), la preghiera riguarda uomini e animali: in molti passi Dio invita uomini e animali a fare penitenza, esempio –non unico- nella predicazione di Giona “uomini e animali si vestano di sacco e si invochi Dio” Giona 3,8 o alla lode esempio “Ogni vivente dia lode al Signore” (Salmo 150,5) e in Apocalisse tutte le creature rendono gloria a Gesù «Tutte le creature del cielo e della terra sotto la terra e del mare e tutte le cose ivi contenute udì che dicevano: “A colui che siede sul trono e all’agnello lode, gloria,onore e potenza” (Ap 5,13)», persino la profezia, ad esempio l’asina di Balam (Nm 22,22) e di richiesta di aiuto “anche le bestie della terra sospirano a Te” (Os, 12) e stanno volentieri in compagnia di Dio, Gesù stesso nel deserto “stava con le fiere” (Mc 1,13), la legge: esiste una legge naturale divina per gli animali, secondo Geremia essi la seguono meglio degli uomini (Geremia 8,7): “Anche la cicogna conosce i suoi tempi, la tortora, la rondinella e la gru il mio popolo invece non conosce il comando del Signore”. L’uomo è stato continuamente richiamato dalla legge e dai profeti a ritornare a Dio (con ciò che ne consegue), riguardo a ciò che stiamo trattando (il vegetarianesimo) la legge e i profeti non smettono di richiamarci su questo punto. ISAIA: è il Profeta a cui Dio svela i suoi piani: vede la venuta del Cristo e l’era Messianica; profetizza l’uomo redento che torna ad immagine e somiglianza di Dio e torna capace di custodire il creato, una redenzione totale (che possiamo avere grazie a Cristo) in cui non solo l’uomo ma anche gli animali tornano vegetariani. (Is 11, 6-9). GEREMIA denuncia a più momenti la manipolazione della Parola di Dio da parte del popolo, dei “sacerdoti” e dei falsi profeti; afferma chiaramente che Dio non ha mai comandato l’olocausto e neppure il celebre sacrificio dell’agnello: Dice Dio tramite Geremia “In verità Io non parlai né diedi comandi sull’olocausto e sul sacrificio ai vostri padri quando uscirono dall’Egitto, ma questo dissi loro: Ascoltate la mia voce” (Geremia 7,22). A questo proposito si apre una parentesi sulla questione dell’agnello che è molto delicata e merita un approfondimento, infatti Dio tramite Geremia afferma chiaramente che l’olocausto non è mai stato comandato –come cattolici crediamo “nello Spirito Santo […] che ha parlato per mezzo dei profeti”- piuttosto l’agnello è simbolo di Cristo “Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo” dice San Giovanni Battista indicando Gesù, non a caso il Santo Padre Benedetto XVI nel suo ultimo libro e nell’Omelia Coena Domini 2007 afferma che Gesù NON ha mangiato l’agnello all’ultima cena, per chi volesse approfondire si segnalano gli studi di Monsignor Canciani. Nella Bibbia troviamo inoltre un episodio che riguarda direttamente la bellezza del nutrirsi senza violenza e delle benedizioni accordate da Dio a chi compie questa scelta: leggiamo dal libro di DANIELE (capitolo 1) “Ma Daniele decise di non contaminarsi con le vivande del re” Ma il funzionario del re disse a Daniele: “Io temo che il re mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e io così mi renda colpevole davanti al re” Ma Daniele disse al custode: “Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con noi tuoi servi come avrai constatato.” Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni; terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. D’allora in poi il sovrintendente fece togliere l’assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto legumi. Dio stesso inoltre ci dona nei comandamenti il celebre “NON UCCIDERE” (deut 5,17). Noi riteniamo che non uccidere NON può essere riferito ai soli uomini, infatti è riferito ad ogni creatura Viva, cioè col Soffio Vitale di Dio (simboleggiato nel sangue) ma è riferito: “A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nelle quali vi è alito di vita” (Gen 1,30) poichè “Un solo Spirito Vitale per tutti” uomini e animali (Quolet 3,21). Nonostante tutti questi numerosi aiuti del Padre (profeti e legge) l’uomo non riesce a tornare con il cuore vicino a Dio (con ciò che ne consegue, tra cui il veganismo), abbiamo allora il più grande evento nella storia dell’uomo: l’incarnazione, la morte e risurrezione di Gesù Cristo. Con la venuta di Cristo l’uomo ha la possibilità di ottenere la redenzione totale attraverso il sacrificio compiuto da Cristo, con la sua venuta di e con il suo sacrificio della croce Egli da all’Uomo la capacità di ritornare a quello stato perfetto come era stato pensato da Dio nella creazione originaria, Cristo riabilita l’Uomo a divenire nuovamente “immagine e somiglianza” di Dio. Questo stato di uomini nuovi determina automaticamente il “riacquisto” di tutte le caratteristiche con cui Dio ci ha creato, tra cui l’essenza di Amore che comprende di certo le caratteristiche dell’uomo prima del peccato, tra cui –ma non solo- il veganismo (genesi 1,29) e la capacità di custodire il creato (genesi 1,26). La creazione essendo sottomessa all’uomo (Genesi 1,26) non può redimersi da sé ma deve essere redenta dall’uomo che a sua volta deve lasciarsi redimere da Cristo. Dice infatti San Paolo nella lettera ai romani: “La creazione stessa attende con impazienza la rilevazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità –non per suo volere ma per volere di colui che l’ha sottomessa- e nutre pure lei la speranza di essere liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” (Romani 8,19-22). A quel punto essendo il creato a lui sottomesso e di lui specchio, anch’esso tornerà all’armonia iniziale e primordiale. Ricordiamo che nella Genesi anche gli animali stessi sono vegetariani (gen 1,30) non esistono animali carnivori prima del carnivorismo dell’uomo; questo potrà avvenire perché il creato fa da specchio al cuore dell’uomo: infatti quando nel cuore dell’uomo c’era l’armonia con Dio anche nel creato c’era armonia e pace; viceversa –come abbiamo visto- quando l’armonia ha smesso di esistere nel cuore dell’uomo (a causa della libera scelta di dividersi da Dio) la pace ha smesso di esistere anche nel creato che è divenuto anch’esso violento e disordinato in relazione alla violenza ed al disordine dell’uomo. Il ritorno allo stato originario dell’uomo porta con sé il ritorno allo stato originario di tutta la creazione; a Isaia infatti è stato concesso di vedere profeticamente l’era messianica (l’era cioè portata dal Messia) ed una di quelle caratteristiche è proprio l’armonia nel creato e il veganismo non solo degli uomini ma degli animali: “il leone si ciberà di paglia come il bue” (Isaia 11,7) a segno che la redenzione dell’uomo è completata ed ha saputo portare alla redenzione anche la creazione a lui affidata. Ecco come Isaia vede l’uomo redento e la creazione che tornerà al suo stato originario: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse… su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore, (…) il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme ed un fanciullo li guiderà. La mucca e l’oca pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla bocca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo dei serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare” (Isaia 11). Notiamo che per tre volte appare la figura del “bambino” (“un fanciullo li guiderà”, “il lattante”, “il bambino”) e subito la mente ripensa alla frase di Gesù: “Se non vi convertirete e non diventerete come fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli”(Matteo 8,3), tornare come “bambini” –cioè come all’origine della nostra storia, della creazione- è il requisito indispensabile per entrare nel Regno, e questa “fanciullezza” è descritta da Isaia come la capacità di rispettare, guidare e amare il creato come pensati da Dio. Questo è così vero che coloro che si sono lasciati trasformare da Dio in “bambini” (nel senso evangelico), cioè i Santi,hanno molto da insegnarci rispetto a questo. I santi vegetariani (vegani) sono tantissimi, tutti i padri della Chiesa sono vegetariani (San Girolamo fa una difesa accanita del vegetarianesimo nel suo “contro Gioviano”), moltissimi fondatori sono vegetariani (e spesso nelle regole inserirono l’astinenza dalle carne come requisiti fondamentali); i Santi sono quelle figure che per un cattolico fungono da ”faro”, da esempio, da modello: tutti noi siamo chiamati alla santità, loro ci dimostrano che lasciandoci trasformare da Dio tutto è possibile (moltissimi santi hanno avuto passati fuorimodo anti-cristiani ma dopo la conversione l’incontro con il Signore ha trasformato il loro cuore in Amore). Visto che siamo in periodo di Pasqua, periodo in cui numerosi agnelli vengono sacrificati (senza motivo, l’abbiamo visto) in nome di una tradizione (con origine non cristiana) vorrei concludere con l’esempio di San Francesco d’Assisi con l’augurio che ogni cattolico possa sperimentare nel suo cuore la dolcezza della pietà e della compassione che lui provò nei confronti di queste bellissime creature: Un’altra volta, passando per la stessa Marca, accompagnato lietamente dal medesimo frate, s’imbatté in un uomo che portava al mercato, per venderli, due agnellini legati penzoloni dalle spalle. Udendone i belati, il beato Francesco si commosse profondamente, si avvicinò, li accarezzò, come fa la madre con un suo figliuolo che piange, mostrando la sua compassione. E chiese al padrone: « Perché tormenti i miei fratelli agnellini, tenendoli così legati e penzoloni?» Rispose: «Li porto al mercato a vendere, perché ho bisogno di denaro». E il Santo: «Che ne avverrà?» L’altro: «I compratori li uccideranno e li mangeranno». «Non sia mai che ciò avvenga! — ribatté il Santo. — Ma eccoti per pagarli il mio mantello, e tu dammi gli agnellini». Quell’uomo fu ben contento di dar le bestiole e prendere il mantello, che il Santo proprio in quel giorno aveva ricevuto per ripararsi dal freddo, giacché esso valeva assai di più.” Tratto da “Vita di San Francesco e trattato dei miracoli ” (vita prima, parte prima, cap XXVIII, di Fra Tommaso da Celano, Edizioni Porziuncola, Santa Maria degli Angeli, Assisi). Marilena Bogazzi Per Associazione Cattolici Vegetariani In occasione del Veganfest, 24 Aprile 2011, giorno della Santa Pasqua; con una richiesta di preghiera ad ogni partecipante (e lettore): che Gesù “trascini” nella Sua Risurrezione tutto il creato. |
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