c Il clima cambia anche in Italia - 08/06/2011 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 08/06/2011]
[Categorie: Documenti;Scienza ]
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Il clima cambia anche in Italia
I rapporti di diverse ARPA, Regioni, e istituti locali fanno vedere in Italia, anche a scala regionale, i segnali del cambiamento climatico.

Gli indicatori climatici dell’anno 2009”, il rapporto compilato dall’ISPRA con il contributo di ARPA regionali, Regioni, Province autonome e il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, mostra dei risultati di grande interesse riguardo l’evoluzione del clima in Italia.
Come detto in un precedente post, il segnale termico di aumento su scala nazionale è incontrovertibile e mostra valori superiori al trend globale, in linea con l’individuazione dell’area mediterranea quale “hot spot” del cambiamento climatico.
Per le precipitazioni, invece, il segnale di diminuzione è più incerto e variabile da area ad area. Al nord appare chiaro per le precipitazioni annuali, non così sembra al sud dove prevale la variabilità interannuale.

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Adottando uno sguardo “regionale”, si rafforzano le conclusioni sul campo termico e diminuiscono anche alcuni dubbi e incertezze sulle piogge.

Senza nessuna pretesa di esaustività, riassumiamo alcuni risultati, accessibili sui siti web istituzionali.
Nel capitolo del rapporto del 2009 intitolato Relazione dello stato dell’Ambiente Emilia Romagna, dall’analisi dei dati di 45 stazioni uniformemente distribuite sul territorio regionale, si evidenzia un chiaro trend climatico sul periodo 1961-2008 delle temperature massime e minime (medie annuali). Il contributo più importante alla crescita, sia nei valori minimi che massimi di temperatura, è dovuto in genere alla stagione estiva, anche se tale segnale di crescita è visibile in tutte le stagioni.
L’andamento delle precipitazioni annue rilevate da una rete di circa 90 stazioni - uniformemente distribuite anch’esse sul territorio regionale - mostra una tendenza di diminuzione per il periodo 1961-2008, diminuzione dovuta soprattutto alla stagione invernale e meno alla stagione primaverile ed estiva.

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In Piemonte, l’Arpa ha reso disponibile sul suo sito l’analisi delle anomalie standardizzate di temperatura minima e massima annuali (figura a fianco), mediate a livello regionale. E’ netta una tendenza all’aumento nel periodo in esame, quantificabile in 0,30°C/10 anni per le temperature massime e di 0,28°C/10 anni per le minime. Per le precipitazioni il segnale appare debole e non mostra tendenze significative, mentre è significativo un aumento dei giorni “secchi” e della massima lunghezza del periodo secco per anno.

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Dal capitolo “Climatologia” del Progetto Kyoto Lombardia, emerge come le temperature lombarde sono aumentate di circa 1,5 °C nel periodo 1865-2007, con un aumento medio di 1,1°C per secolo. Il forte riscaldamento che ha caratterizzato gli ultimi due decenni è particolarmente evidente in primavera ed estate ed è meno accentuato in autunno e inverno.
Sulle precipitazioni, l’esame dei trend di lungo periodo mostra un leggero calo dei valori totali annuali dell’ordine del 5 % per secolo, con frequenti periodi senza trend significativi, nonché un calo degli eventi di bassa intensità di precipitazione e un aumento degli eventi più intensi.

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Spostando lo sguardo verso l’Adriatico, il Centro di Ecologia e Climatologia delle Marche ha pubblicato alcuni risultati sui trend a lungo periodo delle piogge e delle temperature. La tendenza delle temperature massime e minime è all’aumento: per quelle massime annuali il segno è nettamente positivo, dell’ordine di 0,5÷1,3 °C ogni 50 anni. Per le minime, il trend annuale è di 0,8÷1,7 °C/50 anni, riferito all’intervallo 1950-2000.
Per le precipitazioni annuali si nota una tendenza alla diminuzione tra il 10% e il 30%, rispetto al valor medio del periodo 1950-1989.

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Sull’altra riva, più a sud, la situazione è simile. Nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente Campania, viene descritto un deciso aumento delle temperature e una riduzione delle precipitazioni nella Regione. Simili conclusioni sulle precipitazioni si trovavano già in altra letteratura scientifica, ad esempio: Ducci e Tranfaglia, 2005: ”… Negli ultimi venti anni le precipitazioni in Campania sono diminuite del 15%. (…) l’analisi delle temperature mostra un chiaro incremento, con una media di 0,3 °C di aumento del periodo 1981-2000 rispetto al trentennio 1951-1980”.

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Testo di Carlo Cacciamani, Stefano Caserini, Daniele Pernigotti e Valentino Piana

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