Onu: «I governi intervengano contro le speculazioni sulle commodities»
Nelle materie prime è in atto una vera e propria bolla speculativa. Perciò è intervenuta anche l'Onu, che ha pubblicato una relazione sull'argomento...
Circa un mese fa un improvviso crollo dei prezzi delle commodities ha mandato in fumo centinaia di milioni di dollari. E ha reso inconfutabile ciò che molti già affermavano: nelle materie prime è in atto una vera e propria bolla speculativa. È intervenuta anche l'Onu, che ha pubblicato una relazione sull'argomento.
Nel rapporto si contesta l'opinione di quanti ritengono che l'aumento dei prezzi delle materie prime (pari al 50% in un anno, secondo i dati di Barclays Capital) sia dovuto alla crescita della domanda. Al contrario, si tratta di movimenti speculativi alimentati anche da prodotti finanziari creati ad hoc. Come i derivati disponibili anche a fondi pensione e altri soggetti tradizionalmente esclusi da questo tipo di transazioni. Tanto più che quelli over the counter, essendo al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali, non sono soggetti a controlli a livello di negoziazioni.
Uno dei dirigenti dell'Unctad (la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo), Hainer Flassbeck, è molto chiaro in merito: «Il cambiamento del ruolo dei mercati delle commodities, che si stanno trasformando in mercati finanziari, ha enormi ripercussioni per l'economia». A pagarne il prezzo, in sintesi, sono intere popolazioni. L'impennata dei prezzi di derrate di base come mais e frumento porta alla minaccia concreta della fame; e le industrie si ritrovano in ginocchio a seguito dell'aumento dei costi dei metalli o del petrolio.
Proprio per questo l'Onu propone alcune misure che, nei mercati finanziari, possono essere ritenute rivoluzionarie. Infatti ipotizza una tassa sulle transazioni nelle commodities, i cui proventi potrebbero essere investiti per lo sviluppo nei Paesi emergenti. Nelle conclusioni della relazione, inoltre, si fa appello agli Stati: “Bisogna prendere in considerazione la possibilità di permettere l'intervento diretto dei governi nei mercati, tanto fisici quanto finanziari”.
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