c Appello de la “Vía Campesina” per la COP17 di Durban - 28/09/2011 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 28/09/2011]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: A sud]
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Appello de la “Vía Campesina” per la COP17 di Durban

“I popoli indigeni e i contadini hanno soluzioni per affrontare il cambio climatico”. Questo è quello che afferma Vìa Campesina convocando una mobilitazione mondiale. L'azione, promossa dall'organizzazione contadina e dal Movimento dei Senza Terra del Sud Africa, avrà luogo nell'ambito delle discussioni della XVII Conferenza delle Parti (COP17) della Convenzione sul Cambio climatico delle Nazioni Unite, in agenda tra il 28 novembre e il 9 dicembre a Durban, Sud Africa.

L'idea, d'accordo con il documento, è riunire contadini e movimenti sociali di varie parti del mondo nella città sudafricana per chiedere giustizia climatica. Nei giorni de la COP17, le organizzazioni sociali realizzeranno attività e manifestazioni in relazione al tema. Esempio di questo sarà la II Assemblea di Donne contadine del Sud Africa che avrà luogo dal 30 novembre al 2 dicembre.

Il 3 dicembre Vía Campesina, insieme ad altre organizzazioni sociali, promuoverà il Giorno dell'Azione Globale con l'obiettivo di chiedere giustizia climatica. Due giorni dopo realizzeranno una giornata speciale per l'Agroecologia e per la Sovranità Alimentare.

L'intenzione sarà rifiutare le negoziazioni realizzate nelle edizioni anteriori della COP e fare pressione sui governi affinchè considerino la sovranità alimentare come soluzione per il cambio climatico. “Hanno convertito le negoziazioni sul clima in un gigantesco mercato”, considera Vìa Campesina in relazione alle discussioni dei governi durante le Conferenze.

D'accordo con quanto emerge dal documento dell'organizzazione, la maggioranza dei governi partecipanti della COP16 realizzata in Messico, ad eccezione della Bolivia, si è riunita in effetti solo per negoziare con imprese multinazionali delle “false soluzioni” per il cambio climatico, come la Riduzione delle Emissioni Derivate dalla Deforestazione e dalla Degradazione Forestale (REDD ) e l'utilizzazione degli organismi geneticamente modificati.

"I nostri governi hanno condannato congiuntamente (e in un contesto di mercato) l'Africa e l'Asia del Sud ad un'incenerimento virtuale, le cui prime vittime sono i contadini di questi continenti, dato che le temperature crescenti creano un contesto più ostile del solito per le coltivazioni e per gli esseri umani. La maggior parte dei governi hanno ignorato i Principi di Cochabamba,(contenuti nell'Accordo di Cochabamba del 2010) che stabiliscono un quadro di attuazione chiaro per attaccare il riscaldamento globale e proteggere la Madre Terra”, recita il documento.

Secondo il comunicato di Vía Campesina, almeno il 44% di tutte le emissioni di gas serra sono generate dal sistema alimentare attuale. Contribuiscono a tutto questo il trasporto di alimenti che potrebbero essere prodotti localmente, l'uso eccessivo di petrolio e sostanze chimiche, le monocolture e la deforestazione.

D'accordo con le organizzazioni contadine queste emissioni di gas potrebbero essere ridotte considerabilmente a partire da un cambiamento nei modi di produrre gli alimenti, basandosi sulla sovranità alimentare, cioè attraverso pratiche di sostentamento, con produzione locale e diversificata.

Per questo, Vía Campesina segnala che continuerà con azioni di rafforzamento dell'agroecologia e nella lotta per la riforma agraria, contro l'inclusione dell'agricoltura contadina nei meccanismi di finanziamento del carbonio.

"Daremo voce ai piccoli proprietari di appezzamenti agricoli e ai contadini, perchè siano presenti in altri settori della società civile nella COP17 di Durban e a Rio 20 in Brasile, e mostrino l'opposizione alle false soluzioni contro il cambio climatico, e chiedono l'adozione dei Principi di Cochabamba. Insisteremo nell'Agricoltura sostenibile portata avanti dai Piccoli Produttori e nella sovranità alimentare come le soluzioni più importanti per il cambio climatico”, termina il documento.

Karol Assunção - Adital

Traduzione a cura di: Roberta Fusco

Chiamata a Durban
di Vía Campesina

Il movimento internazionale di contadini e contadine, piccoli e medi produttori, donne contadine, indigene, persone senza terra, giovani contadini e lavoratori agricoli.

I popoli indigeni e i contadini hanno soluzioni per affrontare il cambio climatico!

La Vìa Campesina ha chiamato a raccolta i movimenti sociali e tutti i popoli per una mobilitazione mondiale.

Il movimento internazionale contadino Vìa Campesina e il suo membro Movimento dei Senza Terra del Sud Africa (Landless Peoples Movement, LPM) si stanno mobilitando per la XVII Conferenza delle Parti (COP17) della convenzione sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, che avrà luogo a Durban (Sud Africa) dal 28 novembre al 9 dicembre 2011.

Molti gruppi di contadini del Mozambico, Tanzania, Zimbabwe e altri paesi si recheranno a Durban per riunirsi con altri contadini e movimenti sociali di tutto il mondo per chiedere una giustizia climatica.

Contadine africane che fanno parte della Vìa Campesina parteciperanno alla II Assemblea di Donne Contadine del Sud Africa, che si celebrerà dal 30 novembre al 2 dicembre a Durban.

Quest'assemblea è organizzata in maniera congiunta dalla Via Campesina Africa 1 e da altre organizzazioni come, ad esempio, il Fondo d'aiuto alla Comunità e all'Educazione (Trust for Community Outreach and Education, TCOE), il Progetto per le Donne Contadine (Womens on Farms Project), il Movimento per l'Accesso alla Terra del Sud Africa (Land Access Movement South Africa, LAMOSA), il Foro degli Agricoltori dell'Est e del Sud Africa (Eastern and Southern Africa Farmers' Forum, ESAFF), l'Unione Nazionale di contadini del Mozambico (União Nacional de Camponeses) e l'Unione Nazionale di agricoltori della Namibia (Namibian National Farmers' Union).

Anche la Via Campesina parteciperà alla Giornata dell'Azione Globale il 3 dicembre, insieme a molti altri attivisti e organizzazioni per chiedere giustizia climatica.

La Via Campesina e altri gruppi relazionati all'agricoltura e all'alimentazione in Africa invitano tutti i movimenti, alleati e attivisti ad unirsi in un Giorno speciale per l'Agroecologia e la Sovranità Alimentare che avrà luogo il 5 dicembre a Durban e in altri posti del mondo, e che organizza congiuntamente ESAFF regionale, ESAFF Uganda, ESAFF Zimbabwe, ROPPA, TCOE, Surplus People Project, etc.

Nella COP16 celebrata a Cancun (Messico), la maggior parte dei governi del mondo, con la notoria eccezione della Bolivia, non si riunirono per attaccare seriamente i problemi relazionati al clima, ma per fare affari con le multinazionali che trafficano con false soluzioni per il cambio climatico come la Riduzione delle Emissioni Derivate dalla Deforestazione e dalla Degradazione Forestale, altri meccanismi legati al mercato del carbonio, gli agro-combustibili e l'utilizzazione degli organismi geneticamente modificati. Hanno convertito le negoziazioni sul clima in un gigantesco mercato.

"I nostri governi hanno condannato congiuntamente (e in un contesto di mercato) l'Africa e l'Asia del Sud ad un'incinerazione virtuale, le cui prime vittime sono i contadini di questi continenti, dato che le temperature crescenti creano un intorno più ostile del solito per le coltivazioni e per gli esseri umani. La maggior parte dei governi hanno ignorato i Principi di Cochabamba, che stabiliscono un quadro di attuazione chiaro per attaccare il riscaldamento globale e proteggere la Madre Terra”.

D'accordo con quanto stabilito a Cancun, ai paesi sviluppati e alle imprese contaminate (storicamente responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra) si concede qualsiasi escamotage per evitare di ridurre le proprie emissioni. Per esempio, il mercato del carbonio ed i meccanismi di compensazione delle emissioni di carbonio permettono a questi paesi e alle imprese di continuare a contaminare e consumare in cambio di pagamenti di piccole somme di denaro per aiutare le persone povere dei paesi in via di sviluppo, senza prevedere una reale riduzione delle loro emissioni. Quel che accade, è che le imprese beneficiano due volte: da un lato continuano ad inquinare e dall'altro continuano a vendere false soluzioni. Intanto, con la riduzione delle emissioni derivate dalla deforestazione e dalla degradazione forestale, i più poveri sono privati di molti dei loro diritti sull'uso dei boschi e delle terre comuni, ed emergono usurpatori che si ingrandiscono con grandi distese di terreno sgombrano i contadini per trafficare con buoni di carbonio.

Sappiamo che la fonte chiave delle emissioni che alterano il clima sono: il sistema alimentare globalizzato basato sull'agricoltura industriale destinata all'esportazione e gli agro-combustibili, il sistema dei trasporti basato su veicoli provati invece che trasporti pubblici, le fabbriche contaminanti delle multinazionali. Senza impegni reali ed eseguibili per trasformare questo sistema, non c'è speranza per la prevenzione dell'incinerazione virtuale delle nostre terre e per la possibilità di alimentare il mondo intero.

Siamo contadini e contadine, produciamo la gran parte degli alimenti che si consumano in questo pianeta. Noi, così come la nostra produzione, siamo in pericolo a causa dell'aumento delle temperature, i cambiamenti che in maniera impercettibile avvengono sulle stagioni, e i sempre più frequenti uragani, siccità e inondazioni. Inoltre, offriamo anche soluzioni importanti e reali al cambiamento climatico, soluzioni chiare e scientificamente provate, attraverso la produzione agro-ecologia e localizzata degli alimenti da parte dei contadini e contadine per la Sovranità alimentare.

Il sistema alimentare mondiale genera attualmente il 44% di tutte le emissioni di gas serra sono generate dal sistema alimentare attuale, a causa del trasporto su lunga distanza degli alimenti che potrebbero essere prodotti localmente, dell'uso eccessivo di petrolio e agro-chimici derivati dal petrolio, delle monocolture e della deforestazione che fa posto a piantagioni industriali, conosciuta col nome di “deserti verdi”.

Possiamo ridurre in maniera drastica o addirittura eliminare queste emissioni trasformando il sistema alimentare in base alla sovranità alimentare, ovvero producendo localmente per il consumo locale, un produzione variata basata sulle famiglie contadine e attraverso pratiche sostenibili.

Rifiutiamo qualsiasi intenzione di estendere il mercato del carbonio e i meccanismi per ridurre le emissioni derivate dalla deforestazione e dalla degradazione dei boschi al carbonio del suolo, incluso se queste modalità vengono mascherate dalla Banca Mondiale come un appoggio ai piccoli produttori agro-ecologici o come un “agricoltura rispettosa del clima”, perchè:

• Nel caso della riduzione delle emissioni derivate dalla deforestazione e dalla degradazione dei boschi, il carbonio del nostro suolo si convertirà in proprietà delle imprese contaminate del nord. Questo sarebbe la stessa cosa della vendita e della privatizzazione del nostro carbonio. Il nostro carbonio non si vende!


• Il mercato volontario del carbonio dei suoli sarebbe unicamente un altro spazio per la speculazione finanziaria e, mentre i contadini e contadine riceveranno le briciole, gli speculatori avrebbero per sé i benefici reali.

• Questo sarebbe solo un altro modo di evadere le riduzioni reali di emissioni per l'industria contaminante e i paesi sviluppati.

• Si tratta anche di un'altra maniera di sviare l'attenzione delle emissioni di carbonio prodotte dall'agricoltura industriale e dagli affari agrari (specie nel nord), e fare in modo che i contadini del sud abbiano il compito di ridurre le emissioni mentre non si fa nulla circa le emissioni di carbonio dell'agricoltura industriale.

• Se noi, in qualità di contadini, firmiamo un accordo sul carbonio del suolo, perderemo autonomia e controllo sui nostri sistemi agricoli. Alcuni burocrati dell'altro lato del mondo, senza sapere niente dei nostri suoli, precipitazioni, sistemi alimentari locali, economie familiarti, etc., decideranno che procedure dobbiamo seguire oppure no.

• L'agro-ecologia apporta molti benefici all'ambiente, alla vita dei contadini e delle contadine. Tuttavia, riducendo il suo valore a quello del carbonio embargato, non solo si riduce il valore di questi benefici, ma si possono creare addirittura degli incentivi malsani per alterare le pratiche agro-ecologiche (e lasciare il passo a tecnologie come l'alterazione genetica degli organismi), solo per potenziare al massimo il carbonio invece degli altri benefici dell'agro-ecologia.

• Tutto ciò è inseparabile dalla tendenza neoliberale di convertire il tutto (la terra, l'aria, la biodiversità, la cultura, i geni, il carbonio, etc.) in capitale con un valore di mercato speculativo.

• Se l'attuale scarso valore del carbonio del suolo sale nel mercato speculativo, potrebbe generare nuove ondate di usurpazione della terra per ottenere buoni carbonio, dato che la consolidazione dei terreni è un pre-requisito per ottenere benefici dei buoni di carbonio del suolo.

Come si può appoggiare l'agricoltura contadina attraverso le politiche pubbliche?

• Attraverso l'impulso di programmi di formazione da contadino a contadino, amministrati da organizzazioni di contadini.

• Mediante la formazione sull'agro-ecologia nelle scuole delle organizzazione di contadini.

• Interrompendo tutte le sovvenzioni all'agricoltura industriale, sia quelle evidenti che quelle 'nascoste'.

• Proibendo la modificazione genetica di organismi e quella chimica.

• Mediante la concessione di credito alla produzione dei contadini e contadine che producono in maniera agro-ecologica.

• Incoraggiando l'acquisto diretto da parte dei governi di alimenti ecologici a prezzi giusti, prodotti dai contadini per gli ospedali, le scuole, etc.

• Attraverso l'impulso ai mercati dove i contadini possano vendere i loro prodotti senza intermediari ai consumatori.

• Mediante la trasformazione dei curricula degli studi di agronomia per dare maggiore enfasi all'agro-ecologia e alla metodologia da contadino a contadino.

• Attraverso la creazione di incentivi per conseguire prezzi giusti per gli alimenti ecologici prodotti localmente.

Impegni de La Via Campesina

Nonostante chiediamo in maniera legittima e urgente ai governi che prendano tutte le misure necessarie per attaccare il cambio climatico, promettiamo di continuare a promuovere l'agroecologia e la sovranità alimentare dalla base. Promettiamo di mettere in pratica le seguenti azioni:

1. Continueremo a rafforzare il movimento dell'agro-ecologia dalla base, per adattarla a chi discute del cambio climatico.

2. Lavoreremo per “mantenere il carbonio nel suolo e gli alberi” nelle aree sotto il nostro controllo, grazie alla promozione dell'agro-silvicoltura, l'agro-ecologia, la conservazione dell'energia e la lotta contro l'usurpazione dei terreni per dedicarli all'estrazione di minerali e alle piantagioni industriali.

3. Faremo pressione sui governi a tutti i livelli perchè adottino la sovranità alimentare come soluzione per il cambio climatico.

4. Lotteremo contro l'inclusione dell'agricoltura contadina nei meccanismi di finanziamento del carbonio.

5. continueremo a lottare per la riforma agraria e perchè la terra venga distribuita alle famiglie contadine, contro qualsiasi forma di usurpazione della terra.

6. Daremo voce ai piccoli proprietari perchè possano essere presenti con altri settori della società civile alla COP17 di Durban e a Rio 20 in Brasile, e mostrino la nostra opposizione alle false soluzioni contro il cambio climatico e chiedano l'adozione dei Principi di Cochabamba. Insisteremo nell'Agricoltura sostenibile realizzata da piccoli produttori e nella Sovranità alimentare come le soluzioni più importanti per il cambio climatico.

No all'usurpazione delle terre in nome del clima!

Il carbonio non si vende!

L'agricoltura contadina non si vende!

La produzione agro-ecologica realizzata da contadini e contadine raffredda il pianeta!

Globalizziamo la lotta!Globalizziamo la speranza!

Traduzione a cura di: Roberta Fusco

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