Secondo la ricerca, quest'anno, in special modo nel periodo di marzo e aprile, c'è stata al
Polo Nord, una
perdita di oltre l'80% in un solo anno della fascia di gas protettiva
(l'ozono). La situazione è
preoccupante, dato che questo fenomeno stagionale di perdita dello schermo dell'ozono,
nel passato interessava principalmente l'
Antartico, cioè il
Polo Sud, e
ora sembra anche interessare, sempre più prepotentemente
anche il Polo Nord.
Le nuove analisi, relative alla passata primavera, mettono in evidenza come
da quest'anno, la fascia di ozono, che è
presente a 18-20 km di altitudine, ha subito una perdita rilevante,
non solo all'Antartico, come già succedeva da molti anni, perfino dagli
anni 80, ma
anche all'Artico, che nei decenni precedenti era interessato dal fenomeno solo in maniera molto ridotta.
Da quest'anno, quindi, il fenomeno del
buco dell'ozono, ha interessato, in maniera preoccupante, anche il
Polo Nord, in misura
quasi pari a quella del
Polo Sud. Si tratta, come abbiamo detto, di
una situazione insolita, sia perché è avvenuta all'Artico e sia perché ha avuto
dimensioni enormi, il buco è stato pari a
tre volte la dimensione della Germania.
L'allarmante fenomeno è stato provocato, secondo gli studiosi, da
un freddo particolarmente accentuato, l'inverno scorso, che ha interessato la zona del Polo Nord. Difatti, questo inverno, al
circolo polare artico c'è stato il
record minimo storico delle temperature, che è stato causato da
venti molto forti, i cosiddetti
vortici polari, e ha generato una
bolla di aria fredda che non è riuscita a mescolarsi con l'aria più calda delle medie altitudini. Questa massa di aria fredda,
durante il mese di marzo, è stata
colpita dalla luce del sole e ha, sfortunatamente,
rilasciato, specialmente nella parta più bassa della stratosfera, a
circa 20 kilometri dalla superficie terrestre, degli
atomi di cloro e di bromo, i quali
distruggono il legame chimico dell'ozono.
Questo
"nuovo" buco dell'ozono potrebbe aver già causato le
prime problematiche alla vegetazione, agli
uomini e agli
animali di alcune zone della terra. Infatti, questo
buco,
si è spostato, per un paio di settimane,
sopra i cieli dell'Europa dell'est, della
Russia e della
Mongolia, dove, purtroppo, le popolazioni locali sono state esposte per diversi giorni a
livelli elevati di raggi ultravioletti.
La presenza di questo buco, nella stratosfera della terra, che normalmente
filtra i raggi ultravioletti, impedisce di filtrare tali raggi che sono
dannosi per la vegetazione e per gli esseri umani. Lo strato di ozono, funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo
circa il 99% della radiazione UV solare), che possono essere
dannose per la pelle e causarne tumori
(melanomi), causare una parziale
inibizione della fotosintesi delle piante (con conseguente rischio di diminuzione dei raccolti) e
distruggere frazioni importanti del fitoplancton, che è alla base della catena alimentare marina.