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[Data: 26/10/2011] [Categorie: Alimentazione;Animali; ] [Fonte: Il Cambiamento] |
[Autore: Tamara Mastroiacono] |
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Galline ovaiole: da gennaio il divieto per le gabbie in batteria Dal 1 gennaio 2012 entra in vigore il divieto relativo alle gabbie non modificate (gabbie in batteria) per le galline ovaiole, nonché lo stop al commercio delle uova provenienti da galline in batteria. La Commissione europea rammenta agli Stati membri le loro responsabilità e si prepara ad adottare gli opportuni provvedimenti contro coloro che venissero meno all'obbligo di ottemperare alla pertinente legislazione comunitaria. La Direttiva 1999/74/CE del Consiglio del 19 Luglio 1999 stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole, le galline della specie Gallus gallus; non si applica agli allevamenti di meno di 350 galline ovaiole, né agli allevamenti di galline ovaiole riproduttrici per i quali restano valide le indicazioni riportate nella normativa quadro 98/58 CE, conosciuta anche come Carta dei diritti degli animali relativa alla protezione e al benessere degli animali negli allevamenti. Il Commissario John Dalli, responsabile per la salute e la politica dei consumatori, durante il suo intervento il 20 Ottobre 2011 a Bruxelles all'interno del Consiglio agricoltura ha dichiarato: “La decisione politica del divieto è stata adottata nel 1999. Sono trascorsi dodici anni e la situazione in certi Stati membri è dichiaratamente insoddisfacente. Nel 2010 il Parlamento europeo aveva già presentato una proposta di risoluzione che raccomandava l'attuazione del divieto senza alcun indugio e sollecitava la Commissione europea a impegnarsi affinché la data del divieto venisse rispettata. La risoluzione invitava la Commissione a intensificare il controllo sull'attuazione della direttiva, a potenziare le ispezioni, presentando entro il 31 dicembre 2011, l'elenco dei produttori, dei trasformatori e dei dettaglianti di uova e prodotti derivati dalle uova che non rispettano le disposizioni della direttiva 1999/74/CE; il periodo transitorio di dodici anni avrebbe dovuto consentire ai produttori di cambiare i propri metodi di allevamento. Conformemente alla legislazione UE le gabbie non modificate dovranno essere ritirate entro il 1° gennaio 2012 (la costruzione e l'installazione era già vietata dal 05 ottobre 2003) e l'applicazione della direttiva introdurrà l'utilizzo delle gabbie modificate: - in cui l'animale usufruirà di uno spazio minimo di 750 cmq di superficie di cui 600 cmq costituiti da superficie utilizzabile e 150 cmq occupati da accessori quali nido ("uno spazio separato, i cui componenti escludono per il pavimento qualsiasi utilizzo di rete metallica che possa entrare in contatto con i volatili, previsto per la deposizione delle uova di una singola gallina o di un gruppo di galline, nido di gruppo") e lettiera ("il materiale allo stato friabile che permette alle ovaiole di soddisfare le loro esigenze etologiche"); - le gabbie saranno provviste di posatoi appropriati che offriranno almeno 15 cm di spazio per ovaiola; - il sistema di abbeveraggio dovrà essere studiato in base alla dimensione del gruppo (“nel caso di abbeveratoi a raccordo, almeno due tettarelle o coppette devono essere raggiungibili da ciascuna ovaiola”); - all'interno delle gabbie saranno predisposte delle mangiatoie utilizzabili senza limitazioni, di una lunghezza di almeno 12 cm moltiplicata per il numero degli esemplari nella gabbia; - le file di gabbie, affinché l'ispezione, la sistemazione e l'evacuazione siano facilitate, dovranno essere separate da spazi aventi una larghezza minima di 90 cm e uno spazio di almeno 35 cm tra pavimento dell'edificio e le gabbie inferiori e infine dovranno essere attrezzate con dispositivi per accorciare le unghie. L'applicazione di questa direttiva non introdurrà un cambiamento eclatante nella vita di questi volatili che saranno comunque costretti a vivere nelle gabbie e a produrre uova per soddisfare noi uomini ma garantirà loro sicuramente delle condizioni di vita leggermente migliori. Non dimentichiamoci che attualmente milioni di galline ovaiole vivono in gabbie di batterie; questo tipo di allevamento prevede ventilazione e luce forzata (creandogli diversi problemi alla vista) per far sì che la produzione delle uova aumenti. Vivono in spazi più piccoli di un foglio A4 che gli provocano innumerevoli danni: fratture alle ossa, disformismo, osteoporosi. Non possono aprire le ali, farsi bagni di terra, appollaiarsi, deporre uova in un nido. I pulcini maschi, appena nati, vengono separati dalle femmine, triturati vivi, smaltiti come rifiuti o farine di carne, poiché improduttivi, come possiamo vedere dal video investigativo sotto copertura di Mercy For Animals. A causa della reclusione impazziscono, presentano comportamenti di tipo violento, diventano cannibali e per questa ragione gli allevatori tagliano loro il becco e somministrano tranquillanti. Purtroppo dalla nuova direttiva si evince che il debeccaggio sarà ancora consentito per prevenire sia il cannibalismo che la plumofagia (patologia comportamentale che spinge gli uccelli in cattività a strapparsi le penne o a strapparle ai loro compagni) purché la mutilazione sia effettuata da personale qualificato su pulcini di età inferiore ai 10 giorni di vita. L'unica cosa che possiamo fare, mentre attendiamo che la nuova direttiva entri in vigore, è firmare la petizione e non incentivare il commercio delle uova provenienti da allevamenti in batteria che possiamo facilmente riconoscere controllando il primo numero del codice posto sull'uovo: 3 per le galline in batteria, 2 per le galline allevate a terra, 1 per quelle allevate all'aperto, 0 per le uova biologiche da prediligere in assoluto se ancora non abbiamo eliminato dalla nostra dieta questo alimento. |
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