c Non coi miei soldi: la rivoluzione etica comincia in banca - 26/10/2011 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 26/10/2011]
[Categorie: Economia;Iniziative; ]
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Non coi miei soldi: la rivoluzione etica comincia in banca

Come Banca crediamo sia arrivato il tempo in cui ognuno, come cittadino, risparmiatore, lavoratore, pensionato e consumatore, debba fare la propria parte e debba prendere coscienza che l’utilizzo del proprio denaro ha conseguenze dirette sul futuro suo, dei suoi simili e dei suoi figli. E’ alla luce di queste scelte e della forza di oltre 36.000 soci, che Banca Etica ha la legittimità di ribadire con forza che accanto al modello finanziario dominante esiste un’alternativa che funziona e che interroga il mondo dell’economia sull’urgenza di un cambiamento profondo. Ogni cittadino è parte integrante del sistema economico e finanziario: lavora, percepisce un reddito, risparmia, investe, acquista titoli di stato, quote di fondi di investimento, deposita liquidità su conti di risparmio, sottoscrive polizze assicurative. Questo significa che in ultima istanza siamo tutti noi a fornire la “materia prima” che alimenta il sistema finanziario.


soldi

Di fronte a questi fenomeni di portata globale il cittadino responsabile si sente spesso impotente, semplice “spettatore” di processi apparentemente lontani dal suo quotidiano, che a prima vista non riesce ad influenzare. Eppure la finanza e la sua degenerazione stanno avendo impatti diretti sulle nostre vite in termini di piani di austerità, tagli ai servizi pubblici e al welfare, peggioramento dei diritti, della pensione o delle condizioni di lavoro. La gran parte delle risorse che finiscono nel grande casinò finanziario provengono dagli strumenti finanziari sottoscritti dall’insieme dei cittadini. In altre parole se ci sentiamo vittime di un sistema finanziario che gira sopra le nostre teste, troppo spesso non ci rendiamo conto che, oltre ad essere vittime siamo anche complici involontari di questo stato di cose.

Fabio Salviato, di Banca Etica

Così come è successo con il commercio equo che ha spinto milioni di donne e uomini a interrogarsi su come vengono prodotti i beni di consumo che acquistano e a pretendere dalle industrie una maggiore responsabilità sociale di impresa, anche il cambianto nella finanza dovrà necessariamente partire anche da una spinta dal basso, dalla collettività dei risparmiatori, anche piccoli. Quando affidiamo i nostri risparmi a un intermediario finanziario dobbiamo iniziare a chiederci se siamo disposti a fidarci di qualcuno che intenda usarlo per un traffico di mine antiuomo, per quanto remunerativo, o a chi volesse giocarselo al casinò della speculazione.

Siamo tutti contenti di avere qualche decina di euro in più sul conto corrente a fine anno, ma se questo avviene grazie a una speculazione che porta all’aumento dei prezzi della benzina, del pane, dei prodotti alimentari di base? Se questa speculazione è il principale motore della crisi che stiamo vivendo? E’ necessario iniziare a considerare la finanza come un bene comune, dove l’interesse del singolo deve fermarsi di fronte a quello della società nel suo insieme. Un discorso analogo riguarda, oltre i conti correnti bancari, l’insieme degli strumenti finanziari sottoscritti da milioni di italiani. Fondi di investimento, fondi pensione, assicurazioni e via discorrendo. Cosa si nasconde nel portafogli di questi investitori? Quanto sono presenti prodotti come gli Etf o gli Etc usati per speculare su cibo e materie prime? Banca Popolare Etica
Nel portafogli del mio fondo sono presenti prodotti derivati o strutturati ad alto rischio?

Quando sottoscriviamo in banca un fondo pensione o di investimento o anche un semplice conto corrente abbiamo il diritto e – secondo Banca Etica anche il dovere – di chiedere al gestore: come sono impiegati i miei risparmi? Che cosa fa la mia banca con i miei soldi? Quanto partecipa al grande circo della speculazione? Ha delle filiali in qualche paradiso fiscale? Che parte dei suoi profitti proviene dalla tradizionale attività creditizia che sostiene l’economia reale e la creazione di posti di lavoro, e quanta invece dal giocare con prodotti derivati e strutturati e dal sistema bancario ombra? Se saremo sempre di più a porre queste domande alle banche e agli intermediari, le risposte dovranno arrivare, e l’opacità del sistema finanziario dovrà lasciare spazio a una maggiore trasparenza.

(Banca Etica, estratti dal documento di presentazione della campagna “Non con i miei soldi“, che promuove la finanza etica e segnala gli abusi dell’attuale sistema finanziario).

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