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[Data: 26/10/2011] [Categorie: Alimentazione;Ecologia; ] [Fonte: Greenews.it] |
[Autore: Veronica Ulivieri] |
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Vandana Shiva: il fallimento degli OGM in agricoltura Per la prima volta un unico dossier, pubblicato anche on line dall’associazione Navdanya International e co-promosso da Aiabe Firab, ha raccolto e sintetizzato centinaia di ricerche scientifiche, di analisi, di esperienze sul campo condotte in tutto il mondo da scienziati, ma anche da associazioni e comunità locali. E le conclusioni sono chiare: gli Ogm in agricoltura sono stati «un fallimento totale». Non hanno aumentato le produzioni, non hanno diminuito l’utilizzo di sostanze chimiche, non hanno migliorato le difese contro parassiti e infestanti. Il loro effetto è stato opposto: hanno devastato la biodiversità, aumento l’utilizzo di sostanze chimiche e impoverito milioni di contadini. Vandana Shiva smonta una per una le false promesse delle industrie, richiamando esperienze e ricerche di tutto il mondo. La prima bugia, spiega la scienziata, riguarda la produttività: un rapporto dell’Union of Concerned Scientists (Usa) ha dimostrato che «la crescita delle produzioni è dovuta alle caratteristiche delle colture convenzionali, non all’ingegneria genetica». E le piante Ogm non si sono rivelate più resistenti al sole e alla siccità, né ai parassiti e agli infestanti; hanno anzi generato super parassiti e super infestanti. È il caso di tutte le piante a cui è stato inserito il Bt (Bacillus thuringiensis), «un organismo naturale che produce una tossina. Le multinazionali stanno aggiungendo geni della tossina Bt a molte coltivazioni per mettere in grado le piante stesse di produrre l’insetticida ed essere così più forti contro parassiti e insetti predatori». Che in realtà «possono aumentare la loro resistenza grazie al rilascio delle tossine e diventare quindi super parassiti». La mappa del transgenico è fatta di terre in buona parte conquistate dalle multinazionali dell’ingegneria genetica: negli Stati Uniti, primo produttore mondiale, il 93% delle coltivazioni di soia, l’80% del cotone, il 62% della colza e il 95% della barbabietola da zucchero sono Ogm. La situazione va nella stessa direzione in America Latina, in diverse aree dell’Asia, in Australia e progressivamente in Africa. In Europa l’introduzione è ancora limitata, visto sin qui sono stati autorizzati solo due Ogm: il mais Monsanto e la patata amflora. Ma il nostro contiene non ha ancora una posizione unitaria sugli Ogm, che oltretutto ci arrivano già dalla finestra: l’Ue – spiega il rapporto – importa il 70% dei mangimi, in massima parte soia e mais provenienti dagli Stati Uniti. Inoltre sono potenzialmente presenti nelle farine di mais e di soia che figurano come ingredienti di tantissimi prodotti alimentari. Di fronte a una diffusione così ampia, la contaminazione è inevitabile: «Non si può controllare l’impollinazione incrociata tra le varietà Ogm e le specie della stessa famiglia», precisa Vandana Shiva, che evidenzia come in questi casi, a pagare i danni sia ancora l’agricoltore, e non l’industria che li ha causati. Per l’ambientalista indiana, non si tratta però solo di coltivazioni che danneggiano la biodiversità e la salute umana. In gioco, ci sono anche la libertà individuale e i diritti democratici: «La democrazia alimentare è un diritto-dovere di ciascuno. È rispettata quando il cittadino può scegliere di mangiare cibo non Ogm e usare semi non Ogm. Questa possibilità di scelta è minacciata perché i semi sono modificati geneticamente e brevettati, il settore alimentare è controllato da multinazionali, l’inquinamento chimico e la contaminazione genetica sono diffuse e fuori controllo e il cibo quindi non è più sicuro». Che fare? Vandana Shiva detta un “decalogo” per combattere gli organismi transgenici: «Abbiamo già iniziato una campagna per chiedere a tutti gli investitori di togliere i loro soldi alla Monsanto. Oltre a questo, la seconda azione riguarda il boicottaggio di alimenti Ogm e l’acquisto di cibi biologici. Inoltre, dobbiamo pretendere l’etichettatura dei prodotti, abbiamo il diritto di sapere cosa mangiamo. Lavoro con la profonda convinzione che nessuna dittatura è sopravvissuta, alla fine la libertà e la democrazia vinceranno». |
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