Voglia di agricoltura in città: Torino la coltiva
Via libera al progetto "TOCC - Torino città da coltivare" per la promozione in città dell'agricoltura sociale, orticoltura individuale o collettiva e forestazione urbana. Per l'assessore Lavolta il progetto "riconosce le valenze alimentari ma anche sociali e ambientali dell’attività agricola in città". Il testo della delibera
Da alcuni anni a Torino come in altre città si assiste ad una riscoperta degli orti urbani, non più soltanto nella tradizionale forma individuale, ma soprattutto in forma associata: i cosiddetti “orti condivisi o collettivi”. Partendo da questa constatazione le commissioni Ambiente, Urbanistica e Lavoro, su proposta dell'assessore all'Ambiente Enzo Lavolta, hanno liberato per l’esame in Sala Rossa la delibera riguardante il “Progetto TOCC - Torino città da coltivare".
Il progetto intende promuovere lo sviluppo dell’agricoltura nel territorio urbano: coltivazioni sostenibili e indirizzate al concetto di “catena corta”, agricoltura sociale, orticoltura individuale o collettiva, agriturismo, forestazione urbana. Nel testo della delibera si prevede che l’attuazione del progetto avvenga tramite l’utilizzo di aree urbane a fini agricoli da parte di privati attraverso forme di partenariato e collaborazione con agricoltori già proprietari di un’azienda o attraverso concessione di aree ed edifici comunali. A Torino il verde dedicato all’agricoltura copre, complessivamente, un’area di circa 2 milioni di metri quadrati, disposti lungo l’asse dei fiumi Dora, Sangone e Stura.
La commissione Ambiente e la commissione Urbanistica, nei mesi scorsi avevano incontrato le associazioni e le cooperative affidatarie degli orti urbani esistenti in città, con l’intento di iniziare una discussione volta a modificare la destinazione d’uso di quegli spazi e delle aree parco con finalità agricole della città. Nelle prossime settimane la commissione Ambiente effettuerà una serie di sopralluoghi per valutare eventuali modifiche da apportare al regolamento orti urbani e la possibilità di mettere a bando le cascine presenti nelle aree parco.
"Si tratta -ha dichiarato l'assessore all'Ambiente Enzo Lavolta- di incentivare una gestione che riconosca le valenze alimentari ma anche sociali, ambientali e di tutela del suolo dell’attività agricola, valenze già riconosciute a livello europeo dalla Politica Agricola Comunitaria. Il punto di arrivo di questo progetto è la realizzazione di un nuovo modello per un vivere cittadino maggiormente legato al contatto con la terra e con la natura, che abbia ricadute positive economiche per chi abita in città, come aiuto rispetto ai problemi alimentari ed ecologici, e per il Comune, che può in questo modo ridurre i costi di gestione del patrimonio del verde urbano. Le ricadute sono poi anche di tipo sociale, con la realizzazione di percorsi riabilitativi e di integrazione lavorativa per soggetti svantaggiati, educativo, con i percorsi didattici per scuole e famiglie e di presidio del territorio”.
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