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[Data: 07/03/2012] [Categorie: Alimentazione;Ecologia;Economia;Politica;Sostenibilità; ] [Fonte: Greenreport.it] |
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Sovranità alimentare, domani a Bruxelles il movimento Nyeleni e l'associazione Via campesina "Più agricoltori uguale miglior cibo". Suona così in italiano il titolo "More farmers, better food" dell'incontro che si svolgerà a Bruxelles domani, 7 marzo, organizzato dal movimento europeo per la sovranità alimentare, Nyeleni Europa, e dal coordinamento europeo dell'associazione contadina internazionale "Via campesina". Ospitato del Consiglio delle Regioni presieduto da Mercedes Bresso, l'evento sarà l'occasione per presentare i risultati e il piano d'azione elaborato dal primo forum europeo che si è svolto nell'agosto del 2011 a Krems in Austria -che ha visto 400 delegati da 34 paesi- e per introdurre un dibattito serio sulla riforma della Politica agricola comune che tenga conto dei principi della sovranità alimentare: riportare al centro della discussione sul cibo le persone, valorizzare i produttori, le produzioni locali, i saperi tradizionali e la natura. «Si tratta di discutere della de-mercificazione del cibo e dare una dimensione politica della questione- dice Cristina Puppo, agronoma, che sarà all'incontro di Bruxelles per Cospe, Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti, organizzazione non governativa che si occupa di questi temi con progetti di cooperazione internazionale sia sostenendo associazioni di piccoli agricoltori che grandi federazioni di lotta politica come il Roppa (Piattaforma dei contadini africani)». Per anni si è parlato di "sicurezza alimentare" ossia di diritto all' accesso sia fisico che economico al cibo per rispondere ai bisogni della dieta delle popolazioni, senza mai interrogarsi sull'origine e la qualità del cibo, tantomeno sul sistema di produzione. «Questo - continua Cristina Puppo - ha portato conseguenze devastanti sotto gli occhi di tutti: distruzione dei sistemi produttivi, distorsione dei mercati locali, smantellamento delle riserve alimentari. In tutto il mondo piccoli contadini dediti a un'agricoltura di tipo familiare hanno dovuto cambiare il loro sistema di produzione e insieme anche il loro modo di vita, con una perdita di biodiversità anche in termini culturali e rispetto ai saperi tradizionali. Si è così assistito all'introduzione nei mercati locali di riso d'importazione a prezzi inferiori (dumping) a quello locale (perché proveniente da un'agricoltura sovvenzionata), alla sparizione del riso "kobe" coltivato da migliaia di persone lungo le sponde del fiume Niger, all'allevamento di polli di razze europee in paesi come Benin, Togo e Ghana, o la coltivazione dei fagiolini in Burkina Faso». La soluzione secondo Nyeleni e le associazioni che ne fanno parte arriva da un completo cambiamento del modello produttivo attuale, anche e soprattutto partendo dall'Europa che potrebbe trovare nella sovranità alimentare anche una risposta alla propria crisi finanziaria: «Siamo convinti - si concludeva infatti la Dichiarazione di Krems - che un cambiamento al nostro sistema alimentare sia un primo passo verso un cambiamento più ampio nella nostra società». |
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