c "I limiti dello sviluppo": 40 anni dopo ha più ragione che mai - 15/03/2012 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
Home Capitolo
APRE CAPITOLO RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Invia questa notizia ai tuoi conoscenti
Home Sito
APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 15/03/2012]
[Categorie: Documenti;Decrescita;Ecologia;Economia;Politica;Scienza;Storia; ]
[Fonte: Ecoalfabeta]
[Autore: Marco Pagani]
Social network:                e decine d'altri attraverso addthis.com Tutti gli altri con: addthis.com 

Spazio autogestito Google


"I limiti dello sviluppo": 40 anni dopo ha più ragione che mai
Dopo 40 anni il rapporto su "I limiti dello sviluppo" mantiene la sua validità. Peak oil e global warming forniscono grande attualità alla previsioni di Dennis e Donella Meadows. Cambiare rotta è quanto mai opportuno

Limiti dello sviluppo scenario 1.jpg

Quaranta anni fa, il 12 marzo 1972, veniva presentato al Club di Roma il celebre rapporto su I limiti dello sviluppo (il titolo esatto però sarebbe I limiti della crescita). Aurelio Peccei, un grande italiano, che merita di essere ricordato diede l'idea (e trovò i finanziamenti) perchè il MIT di Boston mettesse all'opera i primi computer per analizzare la complessa rete di fattori che regolano lo sviluppo economico, demografico e materiale dell'umanità.

Risultato: i limiti alla crescita sono reali e non sono così lontani nel futuro.

Il grafico in alto mostra lo scenario 1 del rapporto (questa è la versione aggiornata del 2003), in cui si ipotizza che le riserve materiali ed energetiche del pianeta siano ad un livello medio. In questo scenario, la crescita sarebbe limitata dalle risorse: la produzione industriale e la popolazione raggiungerebbero un picco in corrispondenza del flesso della curva delle risorse (cioè del picco della loro estrazione annua). La popolazione raggiungerebbe il picco poco dopo.

Se le riserve fossero a un livello doppio (scenario 2, grafico in basso), le cose non andrebbero meglio, ma peggio, perchè la produzione crescerebbe assai di più facendo esplodere l'inquinamento (tra cui il global warming) e generando picchi ben più netti con decrescita rapida e drammatica del cibo e della popolazione. In questo caso la crescita sarebbe limitata dall'inquinamento (cioè dai cosiddetti "sink" o "pozzi").

Limiti dello sviluppo scenario 2.jpg Questi scenari non sono profezie di Nostradamus, ma mostrano in modo didattico che ci dobbiamo muovere tra Scilla (risorse in esaurimento) e Cariddi (inquinamento in aumento).

Piaccia o no, il rapporto del Club di Roma mostra chiaramente non solo che Malthus aveva ragione, ma anche che ahimè era un ottimista...

Questo rapporto ha ricevuto enormi critiche da parte dell'establishment economico-finanziario, a cui conviene crogiolarsi nell'idea di una crescita infinita. Come ricorda acutamente lo stesso Meadows in una conferenza di qualche anno fa, l' opposizione ha cambiato argomenti negli ultimi decenni:

  • anni '70: non ci sono limiti
  • anni '80: esistono limiti, ma nel lontano futuro
  • anni '90: esistono limiti e sono prossimi, ma sono irrilevanti perchè possono essere gestiti dal mercato
  • anni '00: esistono limiti prossimi, il mercato non è adeguato, ma la tecnologia ce li farà superare.

Quest'ultimo punto è il più insidioso, visto il ruolo di totem rivestito oggi dalla tecnologia. Il punto è semplice: le innovazioni possono ritardare la fine della crescita, ma non evitarla e soprattutto non possono evitare il successivo declino.

Invito tutti caldamente a leggere "I nuovi limiti dello sviluppo", la versione 2003 del rapporto, che è sicuramente più leggibile e didattica dell'originale. E' un tascabile, costa poco e permette di iniziare a ragionare in termini ecologici e sistemici.

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA "IO FACCIO LA MIA PARTE"

 

Per il nostro Emporio... clicca!CLICCA PER IL NOSTRO EMPORIO

 

Spazio autogestito Google