La Slovacchia cede e decide la Via per i reattori nucleari di Mochovce
LIVORNO. La Slovacchia sembra aver ceduto alle pressioni degli ambientalisti e dell´Ue (quest´ultime molto "comprensive" ed accomodanti) ed ha deciso di avviare una procedura di valutazione di impatto ambientale (Via) prima di far partire i reattori nucleari sovietici anni ´70 della centrale nucleare di Mochovce (nella foto).
In una lettera alle associazioni che si sono battute contro la "ristrutturazione" di Mochovce con proteste clamorose, boicottaggi bancari e ricorsi all´Unione europea, il inistro dell´Ambiente slovacco ha confermato che Slovenske Elektrarne dovrà presentare un completo studio di Via per la costruzione dei reattori 3 e 4 prima che la licenza operativa (operational licence) possa essere concessa, così come richiesto dalla legge 24/2006 sulla Via.
Slovenske Elektrarne è controllata al 66% dall´italiana Enel, e il progetto prevede il completamento di due unità VVER 440/213 iniziate nel 1986 e mai ultimate. Secondo Greenpeace «I reattori non possono soddisfare i moderni standard di sicurezza in vigore a livello europeo, in quanto sprovvisti di un guscio di contenimento in grado di proteggerli da fuoriuscite di radioattività in caso di incidente grave, come l´impatto di un aereo o attentati terroristici».
Greenpeace «si congratula per la decisione, arrivata dopo due anni di campagna, ma chiede che la licenza a procedere con i lavori, un permesso che risale a più di vent´anni fa, venga sospesa fino a quando non si avranno i risultati della Valutazione di Impatto Ambientale».
Secondo Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, «E´ impensabile che mentre viene espletato lo studio volto ad attestare la pericolosità dei reattori, si possa procedere comunque con i lavori».
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