AGRICOLTURA Polonia, messo al bando il mais MON810
Il Ministro dell’agricoltura polacco, Marek Sawicki, ha annunciato la preparazione del decreto che fissa il divieto di coltivazione per il MON810, la varietà di mais geneticamente modificato della Monsanto. La decisione è stata presa in seguito alle manifestazioni dello scorso marzo in cui ambientalisti e agricoltori chiedevano la messa al bando del particolare OGM per gli effetti negativi che potrebbe avere sulle api e, quindi, sulla salute dei consumatori.
Il mais MON810 contiene un gene dal batterio Bacillus thuringiensis (BT) che esprime la tossina corrispondente, tossica per la diabrotica, l’insetto parassita che attacca la pianta. La sua sicurezza per l’ambiente e la salute umana e animale è stata da tempo messa in discussione da parte della comunità scientifica e tuttora costituisce l’unico elemento in base al quale gli stati europei possono sospenderne la coltivazione.
Nel settembre 2011, inoltre, la Corte di Giustizia europea ha emesso un parere in base al quale un alimento contenente materiale di una pianta geneticamente modificata deve essere considerato come prodotto da un OGM - indipendentemente dal fatto che tale materiale sia presente per una contaminazione accidentale - e quindi sottoposto ad una autorizzazione prima di essere messo in commercio. Un principio che andrebbe applicato al polline dove sono state riscontrate tracce di mais MON810 contenente la tossina Bt e, di conseguenza, ai diversi prodotti apicoli, quali miele e integratori alimentari.
La questione sollevata sul piano giuridico non era stata finora contemplata dalla normativa europea sugli OGM e influenzerà negativamente soprattutto le importazioni da quei paesi dove si coltivano grandi estensioni di piante transgeniche, in quanto per gli apicoltori si contempla la possibilità di chiedere il risarcimento per danni da contaminazione accidentale.
In Europa, intanto, sono saliti a sette i paesi che finora hanno bandito la coltivazione del mais MON810 (Francia, Germania, Austria, Ungheria, Grecia, Lussemburgo e Bulgaria) in attesa che il Parlamento presieduto dalla Danimarca riapra a giugno il dossier OGM e la loro coltivazione negli stati dell’Unione.
|