c Siccità e piene: così la "Nina" divide il Brasile in due crisi climatiche - 10/05/2012 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 10/05/2012]
[Categorie: Ecologia;Economia; ]
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Siccità e piene: così la "Nina" divide il Brasile in due crisi climatiche
Da una parte zone semi desertiche che da mesi non vedono l’acqua, dall’altra famiglie sfollate per le pericolose piene del Rio delle Amazzoni: il Brasile piegato dal clima estremo.

«Io ho 67 anni e sono cresciuto qui: ma non ho mai visto una siccità come questa - afferma l’agricoltore Helio Conceicao - abbiamo perso tutto. Non ci rimane più niente».

Questo il commento di un coltivatore sulla difficile situazione climatica che sta attraversando il Brasile: una feroce siccità nelle zone semi desertiche del “sertao”; una piena record del Rio delle Amazzoni a Manaus. Milioni di persone sono quasi alla fame e alla sete, riporta Ansa Ambiente, per le conseguenze estreme del cambiamento climatico.

A Manaus la piena del Rio Negro ha superato i record delle peggiori inondazioni registrate nel paese, che ha dichiarato lo stato di emergenza in 32 comuni: sono già 74.000 le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case sommerse dall'acqua. «Non sappiamo se quello che sta succedendo è una risposta della natura all'azione dell'uomo - commenta l'idrologo Javier Tomasella - Negli ultimi 25 anni è aumentata la frequenza e l'intensità dei fenomeni opposti di piena e di secca dei fiumi amazzonici. Non è ancora chiaro se queste singolarità si devono ai mutamenti climatici globali».

L’unica certezza è che una parte del Brasile vive la peggiore secca a memoria d’uomo – in una delle città colpite non piove da ben due anni, mentre l’intera area non vede acqua da almeno 4 mesi. L’altra parte del paese, invece, vive piogge torrenziali estremamente pericolose, con la piena del Rio delle Amazzoni che, a Manaus, ha raggiunto il massimo storico dei 30 metri.

E purtroppo non sembra finita qui: gli esperti temono che il fenomeno di raffreddamento dell’Oceano Atlantico, conosciuto con il nome femminile “Nina”, probabilmente alla base di questi disastri, possa intensificarsi. Le perturbazioni che salgono dalla Patagonia, spiegano, non ritornano verso il cuore del continente perché l'acqua del mare, più fredda, non evapora e così facendo non porta nubi sulle zone del “sertao”. Dall’altra parte, invece, la“Nina” offre condizioni ideali per le piogge eccezionali che vanno ad alimentare le sorgenti dei fiumi amazzonici.  

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