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[Data: 15/05/2012] [Categorie: Documenti;Equità;Pace;Politica; ] [Fonte: Greenreport.it] |
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I servizi segreti Usa preoccupati per i conflitti per l'acqua nei prossimi 10 anni e fino al 2040 L'Intelligence Community Usa ha presentato la versione declassificata del documento "Global water security" la prima valutazione globale dei problemi di sicurezza planetaria posti dalla scarsità dell'acqua presente e futura. Al rapporto ha lavorato la Defense intelligence agency (Dia) con il contributo di Central intelligence agency (Cia), National security agency (Nsa), National geospatial-intelligence agency (Nga) e Bureau of intelligence and research, Department of state (Inr), Federal bureau of investigation (Gbi) Office of intelligence and analysis, Department of homeland security, Office of the director of national intelligence, National counterterrorism center. Si tratta di uno studio richiesto dal segretario di Stato Usa, Hillary Clinton nel 2011, per rispondere alla domanda: «Come i problemi dell'acqua (carenza, scarsa qualità dell'acqua o inondazioni) impatteranno sugli interessi della sicurezza nazionale Usa nei prossimi 30 anni?». La Clinton nel 2011 aveva già stabilito che l'acqua e servizi igienico-sanitari costituiscono le due più elementari priorità dello sviluppo. Intelligence Community spiega: «Abbiamo scelto il 2040 come punto finale della nostra ricerca per considerare gli impatti a lungo termine della crescita popolazioni, del cambiamento climatico, e la continuazione dello viluppo economico. Tuttavia, a volte citiamo intervalli di tempo specifici (ad esempio, 2030, 2025) La dichiarazione si basa su queste date. Con i" Key Judgments", vogliamo sottolineare gli impatti che si verificheranno entro i prossimi 10 anni». L'intelligence Usa avverte che si tratta di una discussione preliminare sulla situazione mondiale dell'acqua e non di un approccio globale: «Per il nucleo classificato dell'analisi ci siamo concentrati su un numero finito di Stati che sono di importanza strategica per gli Stati Uniti e le questioni transfrontaliere di un insieme selezionato di bacini idrici (Nilo, Tigri-Eufrate, Mekong, Giordano, Indo, Brahmaputra, e Amu Darya). Noi pensiamo che questi esempi siano sufficienti ad illustrare la intersezioni tra le sfide dell'acqua e la sicurezza nazionale Usa - spiega il rapporto - Partiamo dal presupposto che le tecnologie di gestione delle acque matureranno secondo i tassi attuali e che miglioramenti di vasta portata non si svilupperanno e saranno distribuiti nel corso dei prossimi 30 anni. Inoltre, per diversi Stati, si presume che le politiche di tariffazione dell'acqua presenti e gli investimenti in infrastrutture è improbabile che cambino in modo significativo. Norme culturali spesso guidano le politiche idriche e continueranno a farlo nonostante i recenti sconvolgimenti politici. Infine, si presuppone che gli Stati con un grande e crescente capacità economica continuino a fare investimenti infrastrutturali e ad applicare le tecnologie per affrontare le loro sfide per l'acqua». Secondo il rapporto, «durante i prossimi 10 anni, i problemi idrici contribuiranno all'instabilità in Stati importanti per gli interessi della sicurezza nazionale Usa» ed uno dei principali autori, il generale Richard Engel, è convinto che «I Paesi con problemi idrici saranno costretti a concentrarsi sulle pressanti questioni interne, non saranno sempre in grado di sostenere le politiche e gli interessi strategici degli Usa». Il rapporto non prevede che nel prossimo decennio l'acqua sarà una delle principali cause di conflitti fra Stati o di fallimento di uno Stato, ma comunque ì'utilizzo dell'acqua dei bacini idrici condivisi da diversi Paesi sarà sempre più un grosso problema che potrebbe innescare conflitti e disordini. Inoltre, «La scarsità d'acqua e l'inquinamento probabilmente nuoceranno alla performance economica di importanti partner commerciali» degli Usa. Presentando il rapporto, Engel ha ammesso che ,«La comunità dell'intelligence ha intrapreso questo progetto con riluttanza. Quando abbiamo guardato a fondo, però, ci siamo resi conto che questo era una questione alto livello questione ""top-level" di sicurezza nazionale». Il rapporto suggerisce che una delle soluzioni a questa instabilità idrica sia che gli Usa nei prossimi decenni mettano a disposizione del resto del mondo le loro competenze nella gestione dell'acqua. A marzo (la versione integrale del rapporto e non disponibile al pubblico è di febbraio) è stata istituita la U.S. Water Partnership, un organismo pubblico-privato che è anche dedicato alla diffusione del "water-related knowledge" statunitense e la comunità dell'intelligence è convinta che gli Usa devono svolgere un ruolo importante nel promuovere la comprensione scientifica delle questioni globali legate all'acqua, in particolare a quelle che in futuro potrebbero diventare sempre più politicamente scottanti. Ma c'è disaccordo su come gli Usa dovrebbero impegnarsi: alcuni pensano che gli Stati Uniti debbano soprattutto mantenere l'ordine e la sicurezza in casa propria, prima di dare consigli al resto del mondo. «Negli Usa abbiamo gravi problemi per come gestiamo i nostri sistemi fluviali», ha detto all'agenzia Ips Alexandra Cousteau, una regista ed attivista ambientale che lavora per National Geographic. Anche Ellen Laipson, presidente dell'Henry L. Stimson Center, un think tank di Washington, sottolinea: «Infatti, gli Stati Uniti in passato hanno dato un contributo significativo a questi problemi, ma ora dobbiamo pensare in termini globali:.. dobbiamo ricordare che siamo qui per risolvere il problema, non per accumulare influenza Dobbiamo fare in modo che queste discussioni non siano limitate a Washington. Il governo Usa ha avuto per lungo tempo la tendenza a fare troppo affidamento su una visione del mondo che si concentra sui governi nazionali. Questo rapporto è stato difficile da scrivere all'interno del governo degli Stati Uniti, perché i funzionari tendono a trascurare le amministrazioni a livello locale, nonché gli organismi sovranazionali. Gli organismi sovranazionali, come ad esempio quelli costituiti da governi e dagli stakeholders a livello di bacino fluviale, hanno dimostrato di essere particolarmente abili a prendere decisioni in grado di bilanciare gli interessi della sicurezza nazionale con quelli dei mezzi di sussistenza e dei diritti locali». La Cousteau evidenzia che «Spesso, non diamo credito o sostegno sufficiente alle comunità locali che stanno attuando soluzioni dei problemi legati all'acqua. Collettivamente, questi gruppi stanno avendo un impatto sull'acqua e i problemi di sicurezza nei loro paesi e possono avere un impatto ancora più grande se fossero al potere. Il nuovo intelligence community assessment è troppo poco preoccupato del degrado dei fiumi come sistemi, comprese le comunità ecologie ed umane che dipendono dalla salute del sistema nel suo complesso. E' di questi sistemi, delle zone umide, che fungono da cuscinetto per molti dei più grandi problemi di sicurezza che stiamo parlano. Questi sistemi fluviali significano prosperità per molte persone». A differenza dei servizi segreti e delle altre agenzie di intelligence Usa, scienziati ed ambientalisti fanno notare che, nonostante l'importanza onnipresente dei sistemi di acqua dolce durante i secoli, la documentazione storica suggerisce che le questioni idriche, tra cui la scarsità d'acqua, hanno più spesso spinto alla cooperazione d quanto non siano stati motivi di conflitto, anche in età moderna. |
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