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[Data: 15/05/2012] [Categorie: Ecologia; ] [Fonte: VirgilioGoGreen] |
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Danimarca rinnovabile al 100%, ma non solo grazie al vento La Danimarca si impegna ad arrivare al 2050 come un paese 100% rinnovabile. Come? Riducendo i consumi e puntando sulla diversificazione delle fonti pulite, dal biogas al moto ondoso. Il progetto è ambizioso, ma sicuramente fattibile, soprattutto per un paese che da anni ha deciso di puntare su tecnologia verde ed eco-innovazione diventando leader nell’energia eolica. Non stupisce più di tanto, quindi, che sia proprio la Danimarca ad annunciare di voler arrivare al 2050 come un paese autosufficiente dal punto di vista energetico, soddisfacendo tutte le proprie esigenze attraverso impianti rinnovabili. La ricetta? Diversificazione ed efficienza. Il paese punterà per il 50% sull’eolico, ampliando il parco esistente con nuove pale, capaci di incrementare la produzione di 1.500 Mw in impianti offshore e 1.800 Mw in impianti eolici a terra. Per il resto punterà su una rete efficiente ed interconnessa di piccoli e grandi impianti rinnovabili: smart grid, biogas, geotermico, energia dal moto ondoso e sviluppo di nuove eco-tecnologie saranno i punti che verranno maggiormente sviluppati negli anni a venire. E se per ora la copertura da parte delle rinnovabil dei consumi del paese si attesta intorno al 35%, il governo danese non ha dubbi sui propri obiettivi: sono stati stanziati 19 milioni di euro da investire nella ricerca sulle fonti pulite e ulteriori 4 milioni e mezzo per indagare la possibilità di sfruttare il moto ondoso per produrre energia. L’ambizioso programma deve ancora essere approvato in via definitiva dal Parlamento danese, ma l'iter pare già avviato: le forze politiche danesi sembrano aver capito come puntare sulla diversificazione delle fonti energetiche pulite sia la vera chiave per uno sviluppo durevole. La realizzazione di questi interventi, come riporta Climate Progress, rientra in una più ampia sfida, che si somma all’obiettivo 100% rinnovabili: ridurre le emissioni climalteranti del 34% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020 e, sempre entro la stessa data, diminuire i consumi finali di energia del 7% rispetto ai livelli del 2010. Per supportare questi obiettivi, il governo danese si sta impegnando anche nei confronti del mondo delle imprese: da una parte offre facilitazioni economiche a società intenzionate ad investire nel campo dell’eco-innovazione tecnologica; dall’altra stimola la conversione di impianti a carbone in impianti a biomassa attraverso incentivi allettanti. Ma dietro le “maniere dolci”, ricordiamolo, esiste une precisa intenzione politica: dal 2013 nessun nuovo edificio potrà essere costruito con un impianto di riscaldamento a petrolio o gas e dal 2016 in poi nemmeno sugli edifici già esistenti sarà possibile installare impianti del genere. Insomma, per chi ha annusato il cambiamento, c’è ancora spazio per la conversione incentivata. Chi invece non starà al passo con i tempi… Dovrà comunque adeguarsi. La Danimarca non perde tempo. |
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