I ricercatori hanno esaminato un certo numero di uccelli in tre anni attraverso 731 sedi in Ucraina e Bielorussia. Questo ha rivelato come gli uccelli rari, in particolare quelli acquatici, siano stati colpiti in modo sproporzionato, considerando che generalmente vivono solo in siti con bassi livelli di radiazione e con elevata diversità di specie, il che suggerisce che le specie rare rispondono in modo diverso alle radiazioni rispetto alle specie più comuni. Per quanto riguarda l'impatto dei cambiamenti genetici sullo stato di conservazione, si deve considerare che molte nuove mutazioni ritenute nocive si verificano frequentemente in piante e animali, anche in condizioni normali. Altre mutazioni risultate nella morte, impediscono che queste mutazioni siano trasmesse alle nuove generazioni, riducendo quindi la probabilità ad un organismo di riprodursi. In entrambi i casi, l'abbondanza delle specie e pertanto lo stato di conservazione, possono essere colpiti. Negli esseri umani e altre specie di vertebrati, si stima che si verifichino circa tre nuove mutazioni attraverso ovuli o spermatozoi. In sostanza si pensa che il disastro di Chernobyl abbia aumentato i tassi di mutazione di 20 volte il loro livello normale in alcune specie.
Inoltre va considerato che altri problemi futuri includono il movimento di materiale radioattivo dal sito di Chernobyl - in particolare, a seguito di incendi boschivi e incendi di probabile origine dolosa da parte degli agricoltori che usano bruciare i terreni agricoli. Secondo i ricercatori e' necessario poter salvaguardare gli esseri umani, così come altre specie, attraverso l'adozione urgente di politiche per mitigare gli incendi. (h.b.)