c Come le grandi aziende automobilistiche trasformano la foresta amazzonica in ghisa - 16/05/2012 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 16/05/2012]
[Categorie: Documenti;Ecologia;Economia;Sostenibilità; ]
[Fonte: Greenreport.it]
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Come le grandi aziende automobilistiche trasformano la foresta amazzonica in ghisa

Attivisti di Greenpeace ieri hanno bloccato nel porto brasiliano di  Sao Luis il cargo Clipper Hope, per impedire che un carico di  ghisa, destinato agli Stati Uniti, lasciasse il Rio delle Amazzoni. Il blitz fa parte di una campagna avviata dagli ambientalisti con un dossier (Driving Destruction in the Amazon - How steel production is throwing the forest into the furnace) che porta le prove di come la produzione di ferro destinata agli Usa sia legata a alla deforestazione ed al lavoro in schiavitù in Amazzonia.

Secondo un'indagine durata due anni di Greenpeace international, i grandi costruttori di automobili, come General Motors, Ford, Bmw, Mercedes e Nissan, stanno comprando  acciaio prodotto con ghisa che viene fusa utilizzando grandi quantità di legname tagliato illegalmente nella a foresta amazzonica. Secondo L'associazione ambientalista «In Brasile, il più grande consumatore mondiale di carbone di legna, quasi tutto il carbone di legna viene utilizzato per produrre ghisa (un ingrediente fondamentale per l'acciaio). Trasformare lo sporco minerale ferro in acciaio richiede enormi quantità di energia, e per la foresta pluviale dell'Amazzonia nord-orientale  questa energia richiede un prezzo pesante». 

La foresta pluviale tagliata e trasformata in carbone viene utilizzata per alimentare gli altiforni che forniscono materia prima per le acciaierie e fonderie di ghisa. Greenpeace ricorda che «l'acciaio si trova ovunque: automobili, elettrodomestici, edilizia e aeroplani».

Ma il gruppo ambientalista ha anche denunciato che fusione della ghisa, alimentata dal carbone prodotto dagli alberi delle foreste tropicali, ha portato alla schiavitù virtuale ed al  disboscamento illegale delle terre indigene nel nord-est del Brasile.  Secondo il rapporto, nel Carajas, dove sono stati abbattuti i tre quarti delle foreste, principalmente per la produzione di carbone, ci sono 43 altiforni utilizzati da 18 diverse aziende, due delle maggiori, Viena e Sidepar, vendono ghisa ad una acciaieria statunitense gestita dalla  Severstal, che a sua volta vende acciaio a General Motors, Nissan, Bmw e Mercedes. L'acciaio prodotto con la ghisa dell'Amazzonia è utilizzato anche per i trattori  John Deere. Viena vende la ghisa brasiliana anche a Cargill, Environmental Materials Corporation e National Material Trading, Infatti, non ci sono solo le grandi  fabbriche automobilistiche, nel rapporto si legge: «Nonostante l'attenzione sul problema nel corso degli anni, poco è stato fatto e i prodotti consumo domestici negli Stati Uniti possono ancora essere fatti risalire alla illegalità e alla distruzione delle foreste in Amazzonia».

Gli attivisti che hanno assalito la Clipper Hope a Sao Luis  chiedono che della questione della ghisa amazzonica ne discuta il prossimo vertice "Rio 20" dell'Onu  sullo sviluppo sostenibile, che si terrà a giugno proprio in Brasile. Paulo Adario, direttore della campagna Amazonia di  Greenpeace Brasil ha detto: «Il presidente Dilma si prepara ad ospitare l'elite mondiale a Rio mentre distoglie lo sguardo dai reati nel settore forestale nel suo cortile di casa. La schiavitù e la deforestazione illegale non hanno posto nel Brasile moderno. L'Amazzonia è stata gettata in una fornace, mentre il presidente Dilma e le aziende automobilistiche più grandi del  mondo guardano da un'altra parte».


Il rapporto di Greenpeace in Pdf (in inglese)

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