I tecnici si erano sbagliati. A un anno di distanza
dall'abbandono del nucleare da parte della Germania con lo spegnimento immediato dei primi otto impianti, il Paese non è
precipitato nell'emergenza energetica e non si è verificato nessun black out. I
contraccolpi si sono limitati ad una riduzione nelle esportazioni di energia,
passate da 70 terwattora a 7 terawattora. Una differenza, che non scalfisce la
posizione di esportatore netto del Paese. Eppure le stime allarmistiche erano
state piú che precise per un Paese che importa il 70% del suo fabbisogno e si
erano spinte addirittura a disegnare scenari catastrofici che prevedevano
l'aumento dell'uso delle energie convenzionali, carbone in testa, con
conseguente aumento delle emissioni di CO2. In effetti nel Paese è stata
autorizzata la costruzione, entro il 2020, di 69 nuove centrali elettriche a
gas e a carbone, ma di pari passo i tedeschi hanno diminuito i consumi di
energia elettrica nelle case e nelle aziende, compensando la mag...
I tecnici si erano sbagliati. A un anno di distanza
dall'abbandono del nucleare da parte della Germania con lo spegnimento immediato dei primi otto impianti, il Paese non è
precipitato nell'emergenza energetica e non si è verificato nessun black out. I
contraccolpi si sono limitati ad una riduzione nelle esportazioni di energia,
passate da 70 terwattora a 7 terawattora. Una differenza, che non scalfisce la
posizione di esportatore netto del Paese. Eppure le stime allarmistiche erano
state piú che precise per un Paese che importa il 70% del suo fabbisogno e si
erano spinte addirittura a disegnare scenari catastrofici che prevedevano
l'aumento dell'uso delle energie convenzionali, carbone in testa, con
conseguente aumento delle emissioni di CO2. In effetti nel Paese è stata
autorizzata la costruzione, entro il 2020, di 69 nuove centrali elettriche a
gas e a carbone, ma di pari passo i tedeschi hanno diminuito i consumi di
energia elettrica nelle case e nelle aziende, compensando la maggiore richiesta
di energia durante l'inverno e ottimizzando i cicli produttivi dell'industria.
Nel
2011 le emissioni di CO2 in Germania
sono scese del 2% e ben il 60% dell'energia venuta a mancare con lo
spegnimento delle centrali nucleari è stata sostituita con energia prodotta da
fonti rinnovabili. Anche sul fronte dei prezzi le cose non sono andate come gli
esperti avevano previsto: a fronte di un immediato aumento dopo la chiusura
delle centrali, ora i prezzi si sono stabilizzati a un livello inferiore del
15%, ed anche questo risultato è strettamente legato al maggior impiego di
rinnovabili, arrivate al 20% del fabbisogno energetico totale.