c Fao: crisi finanziaria e biocarburanti minacciano la lotta alla fame - 08/10/2008 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 08/10/2008]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: Unimondo.org]
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Fao: crisi finanziaria e biocarburanti minacciano la lotta alla fame

La crisi dei mercati finanziari che ha investito gli Stati Uniti e si è estesa alll'Europa potrebbe avere "serie ripercussioni negative" nella battaglia globale contro la fame nel mondo. E' l'allarme lanciato dal direttore generale della Fao, Jacques Diouf, in occasione della presentazione del rapporto annuale dell'agenzia Onu su 'cibo e agricoltura'. Sono tre le ricadute che le attuali difficoltà economiche internazionali possono avere sulla sicurezza alimentare mondiale. In primo luogo i governi, occupati ad affrontare la crisi, avranno maggiori difficoltà a mantenere l'attenzione sul problema della fame e perciò la questione rischia di scivolare - ha ammonito Diouf - al fondo dell'agenda politica internazionale.

In secondo luogo - ha continuato - "le continue iniezioni di liquidità decise dalle banche centrali rischiano di stimolare l'inflazione". Il prezzo dei cereali e delle materie prime agricole, ha ricordato, è calato dopo l'estate grazie all'aumento dei terreni coltivati e alle favorevoli condizioni metereologiche. Ma ora si rischia una nuova ondata di rincari sui mercati agricoli. "Questa è una possibilità che ci preoccupa molto". In terzo luogo - ha poi spiegato Diouf - "le condizioni di maggiore instabilità, maggiore volatilità e le grandi perdite unite a una possibile recessione" colpiranno più duramente i mercati dei Paesi in via di sviluppo e i piccoli produttori, maggiormente esposti ai rischi del mercato internazionale. Nel solo 2007 il numero di affamati nel mondo è cresciuto di 75 milioni, raggiungendo quota 923 milioni. "Era già difficile affrontare la crisi alimentare. In queste condizioni - ha concluso Diouf - il problema rischia di peggiorare".

"L’allarme lanciato oggi dalla Fao dovrebbe suonare come una sveglia per governi e istituzioni internazionali. Se non si prenderanno le misure necessarie, le conseguenze dell’attuale situazione finanziaria avranno effetti gravissimi sulla vita di milioni di persone, già provate dalla crisi mondiale dei prezzi delle derrate alimentari e il numero di persone affamate rischia di superare il miliardo entro la fine dell’anno" - commenta ActionAid. "I governi sono pronti a mettere in campo fondi comuni e pacchetti di salvataggio delle banche per milioni di dollari, ma dimostrano di non essere in grado di prendere decisioni altrettanto coraggiose per affrontare in maniera risolutiva la crisi alimentare. I piccoli produttori, maggiormente esposti ai rischi del mercato internazionale, rischiano di essere duramente colpiti dalla crisi" - sottolinea ActionAid. "Finora il governo italiano non ha dato segnali incoraggianti e i recenti tagli contenuti in finanziaria di più del 50% delle risorse destinate alla cooperazione ne sono la dimostrazione. Auspichiamo - conclude la nota di ActionAid - che l’Italia, alla guida del prossimo G8, sappia indirizzare le scelte degli otto grandi della terra per dare una risposta adeguata alla sfida globale dell’accesso al cibo per tutti e correggere alcune delle cause principali della crisi alimentare, tra le quali le attuali regole commerciali e i sussidi alla produzione di agrocarburanti".

E proprio all'impatto negativo che la produzione di agrocarburanti sta avendo sulla sicurezza alimentare mondiale e alla lotta contro la povertà è dedicato il rapporto annuale della Fao presentato ieri alla stampa dal titolo "Lo stato dell'alimentazione e dell'agricoltura". "La produzione di biocombustibili non deve mettere a rischio la sicurezza alimentare mondiale ed essere un ostacolo alla lotta contro la povertà: i Paesi ricchi devono rivedere politiche e sussidi per il biofuel per tutelare lo sviluppo rurale e assicurare la sostenibilità ambientale nel sud del mondo" - ammonisce il rapporto della Fao. Il mondo occidentale deve ripensare alla sua corsa al biocarburante che ha fatto più danni spingendo i prezzi degli alimentari rispetto ai benefici derivanti dalla riduzione dei gas serra.

"Mentre alcuni prodotti di base destinati alla produzione di biocombustibili, come lo zucchero, possono far diminuire sensibilmente le emissioni, questo non accade per molti altri" - ha fatto notare Diouf presentando il Rapporto. "La deforestazione per soddisfare la maggiore domanda di prodotti agricoli rappresenta una grave minaccia per la qualità del terreno, per la biodiversità e per l'emissione di gas serra". "Qualsiasi decisione relativa ai biocarburanti non può prescindere da considerazioni sulla sicurezza alimentare e sulla disponibilità di terra e di acqua. Tutti gli sforzi dovrebbero puntare a preservare l'obiettivo prioritario di liberare l'umanità dalla vergogna della fame" - ha insistito Diouf. Riguardo alla dimensione ambientale, il rapporto sostiene che "una maggiore produzione di biocarburanti non necessariamente contribuirà a ridurre le emissioni di gas serra così come era sembrato in un primo momento". [GB]

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