ronchi: «la riduzione delle emissioni costera' all'italia 180 miliardi di euro »
Barroso: «Sul clima nessuna flessibilità sugli obiettivi, accordo entro dicembre»
BRUXELLES (BELGIO) - Una dura replica all'annunciato, possibile, no del governo italiano alle proposte della Commissione europea sulla riduzione delle emissioni gassose entro il 2020.
Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso (Ap)
L'Unione Europea deve mantenere gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico per i quali non è possibile «nessuna flessibilità». Lo ha detto il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, interpellato sulla posizione dell'Italia che ritiene insostenibili gli oneri per l'industria e l'economia. «Nessuna flessibilità per gli obiettivi, ma solo per centrare gli obiettivi», ha detto Barroso per il quale sarebbe «un vero errore mondiale se la crisi finanziaria facesse dimenticare la sfida del cambiamento climatico».
ACCORDO ENTRO DICEMBRE - Barroso, si augura che ci possa essere un accordo finale sul pacchetto clima «entro dicembre» e che domani, al vertice Ue dei capi di Stato e di governo, possa fare «qualche progresso». «I leader si devono impegnare a rispettare gli obiettivi da loro stessi decisi», ha detto Barroso presentando il vertice. «Non dobbiamo diluire le nostre ambizioni».
RONCHI - Il pacchetto europeo per l'ambiente costerà all'Italia «180 miliardi di euro, quasi 25 miliardi l'anno» aveva detto in precedenza il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, in un'intervista a Unomattina. Pur volendo mantenere l'obiettivo dell'Unione europea per la riduzione delle emissioni inquinanti del 20% entro il 2020, l'Italia chiede alla presidenza di turno francese «tempo e flessibilità ». «Adesso, con la crisi planetaria che ha cambiato il volto della finanza mondiale - avverte Ronchi - non dobbiamo ulteriormente affossare le nostre imprese dei settori cardine» del cemento, dell'acciaio e delle auto.
FRATTINI - Serve una modifica nella direzione di una maggiore «flessibilità sul timing» nel pacchetto europeo per la riduzione delle emissioni inquinanti. Se fosse approvato così com'è infatti «l'Italia avrebbe un danno grave dato che il costo per il nostro Paese, a regime, equivarrebbe a 1,14 punti del Pil». Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo davanti alle commissioni Esteri e Politiche Ue di Camera e Senato, spiega la richiesta italiana di «rinegoziare» quelle misure «tenendo conto dell'impatto effettivo sull'economia reale». Chiedere dunque maggiore «flessibilità - spiega Frattini - significa chiedere un diverso timing. Chi, come l'Italia, parte da un'efficienza energetica maggiore, ha più difficoltà nel raggiungere gli obiettivi intermedi. Allora bisogna introdurre flessibilità sui tempi, salvaguardando gli obiettivi finali».
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