Il programma dell´Iucn per salvare la natura (e l´uomo)
BARCELLONA. Il World conservation congress si è tenuto nel pieno di un uragano economico mondiale che l´ha oscurato e che rischia di far passare i temi ambientali in secondo piano, ma da Barcellona è venuta ugualmente una proposta per uscire dalla crisi della biodiversità che sottolinea i costi maggiori che l´umanità paga e pagherà per la crisi ambientale rispetto a quella finanziaria ed i numerosi danni irreparabili che stiamo provocando.
«Qui a Barcellona abbiamo preso decisioni significative - ha detto la direttrice dell´Iucn Julia Marton-Lefèvre (Nella foto) - stiamo dimostrando come la salvaguardia della natura debba far parte della soluzione della crisi mondiale. Il messaggio che emerge chiaramente da questa riunione è che la biodiversità sostiene il benessere delle società umane e delle loro economie. Però, la conservazione non può raggiungere i suoi obiettivi se noi non affrontiamo le cause soggiacenti alla perdita di biodiversità, intraprendendo simultaneamente delle azioni per ridurre gli impatti di questa perdita».
A Barcellona si è discusso di biocarburanti ed è venuta fuori una richiesta ai governi di regolare e gestire le bioenergie per limitare il loro impatto potenziale sulle persone e sull´ambiente, anche attraverso lo sviluppo di direttive che migliorino gli standard utilizzati per valutare i progetti legati ai biocarburanti. Secondo il nuovo presidente dell´Iucn, Ashok Khosla, «Il vento è girato a nostro favore. Disponiamo delle conoscenze scientifiche e della volontà politica per applicare le soluzioni richieste. Il nuovo programma dell´Iucn ci permette di guardare al futuro con serenità».
Un ottimismo della volontà che è contenuto nel Programma 2009-2012 "Shaping a Sustainable Future" dell´Iucn, che rappresenta il quadro per la pianificazione e l´attuazione, la sorveglianza e la valutazione degli sforzi di conservazione e salvaguardia che dovranno prendere le Commissioni ed il Segretariato dei membri.
«Insieme, utilizzeremo le capacità e la rete dell´Iucn per influenzare i decisori al fine di garantire un avvenire alla natura ed integrare meglio le preoccupazioni legate alla biodiversità nelle politiche e nelle pratiche relative al cambiamento climatico, all´energia, allo sviluppo alla sicurezza umana, ai mercati ed al commercio» ha detto la Marton-Lefèvre.
Particolarmente animato è stato il confronto con il mondo delle imprese, ma alla fine si è giunti ad accordi ed impegni che riguardano il miglioramento della governance in alto mare nelle zone al di fuori delle giurisdizioni nazionali che spesso sono super-sfruttate dalla pesca. A Barcellona è stata approvata una risoluzione per una pesca sostenibile, per una gestione reale della pesca al tonno e contro il taglio delle pinne di pescecane.
Al centro della discussione anche i diritti delle comunità vulnerabili ed indigene, per le quali i governi devono assicurare il rispetto dei diritti dell´uomo, anche attraverso il "quadro etico" approvato dal congresso per guidare le azioni di conservazione e ridurre la povertà, attraverso approcci basati sul principio del "non nuocere" che può essere la base di un rinnovato rapporto con la natura.
Da Barcellona è partito un messaggio indirizzato al summit dell´Onu sul cambiamento climatico che si terrà in Polonia a dicembre: «L´Iucn esige degli obiettivi e delle azioni più specifiche, in parallelo con il Piano di azione di Bali (che chiede una riduzione di emissioni di CO2 dal 50 all´85% per il 2050, mantenendo l´aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi centigradi) e delle azioni sulla biodiversità, sui servizi forniti dagli ecosistemi e la protezione dei mezzi di esistenza». Il congresso ha anche sottolineato la necessità di azioni concrete per l´attenuazione del cambiamento climatico basate sulla biodiversità, come il Reducing emissions from deforestation and degradation (Redd). Il programma Iucn rafforza ulteriormente l´impegno dell´Unione europea sulla conservazione della biodiversità come base per lo sviluppo di una più efficace strategia di interventi legati alla sostenibilità globale e in materia di cambiamento climatico, ed energia. La strada verso il 2012 ed il post-Kyoto passa per gli obiettivi del 2010 per la riduzione dell´erosione della biodiversità e per la Convention on biological diversity, per quelli del Summit on sustainable development goals che stabilisce una rete rappresentativa di aree protette marine a livello planetario da realizzare entro il 2012.
La buona notizia è che da Mohamed Bin Zayed Species conservation fund, Gef, Living oceans foundation e MacArthur arriveranno diversi milioni di dollari per la conservazione della natura
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