c Climate change: lŽUe è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di Kyoto - 17/10/2008 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 17/10/2008]
[Categorie: Ecologia ]
[Fonte: Greenreport]
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Climate change: lŽUe è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di Kyoto

BRUXELLES. Secondo la Commissione europea «LŽUe e gran parte degli Stati membri sono sulla buona strada per quanto riguarda il rispetto degli impegni assunti a Kyoto di ridurre o limitare le emissioni di gas serra: questo è quanto emerge dalla relazione annuale della Commissione sui progressi realizzati in questo campo. Dalle ultime proiezioni degli Stati membri risulta che lŽUE-15 riuscirà a conseguire lŽobiettivo di riduzione dellŽ8% grazie alle politiche e misure già adottate, allŽacquisto di crediti di emissione derivanti da progetti realizzati in paesi terzi e alle attività silvicole in grado di assorbire il carbonio dallŽatmosfera.
Altre misure attualmente allŽesame in alcuni Stati membri «dovrebbero contribuire a ridurre le emissioni di un altro 3,3% e permettere così allŽUE-15 di ottenere risultati migliori rispetto agli obiettivi fissati».

Il commissario allŽAmbiente, Stavros Dimas, sottolinea che «Le ultime proiezioni sono un segnale positivo perché dimostrano che lŽazione coordinata dellŽEuropa finalizzata a realizzare gli obiettivi di Kyoto sta dando i suoi frutti. Ma Kyoto è solo il primo passo: adesso ci vuole un nuovo accordo internazionale sul clima che faccia proprie le consistenti riduzioni delle emissioni che lŽEuropa intende realizzare per il 2020 e oltre. Per questo è necessario mettere in atto le misure supplementari che gli Stati membri dellŽUe hanno in progetto e il Parlamento europeo e il Consiglio devono adottare in tempi brevi il pacchetto "Energia e cambiamenti climatici" proposto dalla Commissione».

I 15 paesi che costituivano lŽUe al momento dellŽapprovazione del protocollo di Kyoto, Italia compresa, si sono impegnati a ridurre le proprie emissioni globali di gas serra dellŽ8% nel periodo 2008-2012 rispetto ai livelli dellŽanno di riferimento prescelto (nella maggior parte il 1990). Questo impegno collettivo si è tradotto in obiettivi nazionali di emissione differenziati (e vincolanti ai sensi del diritto comunitario) per ciascuno degli Stati membri dellŽUe-15.

Una nota della Commissione spiega che «Per lŽUE-27 non è stato invece fissato alcun obiettivo collettivo di riduzione delle emissioni. Dieci dei dodici Stati membri che hanno aderito allŽUE nel 2004 e nel 2007 hanno obiettivi individuali di riduzione nellŽambito del protocollo e devono abbattere le proprie emissioni del 6% o dellŽ8% rispetto ai livelli dei rispettivi anni di riferimento sempre nel periodo 2008-2012. Solo Cipro e Malta non hanno obblighi di riduzione».

La relazione della Commissione sui progressi realizzati, basata sulle ultime proiezioni rivela che nel 2006, lŽultimo anno per il quale sono disponibili dati completi, le emissioni di gas serra dellŽUe-15 erano inferiori del 2,7% rispetto a quelle dellŽanno di riferimento a fronte di una crescita economica del 40% circa nello stesso periodo. Per lŽUe-27 nel suo complesso, tra lŽanno di riferimento e il 2006 le emissioni sono scese del 10,8%. Questo dimostra «come le politiche e le misure esistenti (cioè quelle già in atto) dovrebbero essere in grado di ridurre le emissioni dellŽUe-15 del 3,6% rispetto a quelle dellŽanno di riferimento entro il 2010, lŽanno intermedio del periodo 2008-2012».

Secoondo la relazione «Dieci dei 15 Stati dellŽUe-15 hanno manifestato lŽintenzione di acquistare crediti derivanti da progetti di abbattimento delle emissioni realizzati in paesi terzi nellŽambito dei tre meccanismi di mercato previsti dal protocollo di Kyoto: lo scambio dei diritti di emissione a livello internazionale, il meccanismo di sviluppo pulito e lŽattuazione congiunta. Queste iniziative dovrebbero far diminuire le emissioni di un ulteriore 3%, portando lŽabbattimento complessivo al 6,6%. Le attività di forestazione e afforestazione, che creano dei "pozzi" biologici di assorbimento dellŽanidride carbonica presente in atmosfera, dovrebbero a loro volta abbattere le emissioni di un 1,4%, portando così le riduzioni complessive allŽ8%, lŽobiettivo fissato per lŽUe nel protocollo di Kyoto. In dieci Stati membri sono allŽesame politiche e misure supplementari che, se messe in atto nella loro interezza, dovrebbero riuscire ad ottenere una diminuzione massima delle emissioni del 3,3%, garantendo così un ampio margine di sicurezza rispetto allŽobiettivo di abbattimento dellŽ8%.»

Inoltre, nelle loro proiezioni, gli Stati membri non hanno tenuto completamente conto dei tetti massimi fissati per le quote di emissione da rilasciare nellŽambito del sistema Ue di scambio delle quote di emissione (Ets) per il periodo di scambio 2008-2012. Secondo le stime, per lŽUE-15 tale tetto dovrebbe far diminuire le emissioni del 3,3% rispetto ai livelli dellŽanno di riferimento.

Proprio questi meccanismi sono stati bollati fino a ieri dallŽItalia come inutili, inefficaci e cervellotici, eppure sui crediti di emissione da paesi terzi già la commissione ambiente si è pronunciata per un innalzamento della soglia utilizzabile (40%), mentre sui certificati verdi il rapporto Turmes (sulla direttiva per le rinnovabili) è flessibile e consente lo scambio di unità di produzione di rinnovabili sia dentro che fuori gli Stati membri. In altre parole, se Spagna e Germania producono oltre il loro target, lŽItalia può comprare da loro, così come può cooperare con loro su progetti in paesi terzi che rientrano nel computo.

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