c Clima, Brunetta: "Folle il piano Ue" L'Italia: fermiamo tutto per un anno - 18/10/2008 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
Home Capitolo
APRE CAPITOLO RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Invia questa notizia ai tuoi conoscenti
Home Sito
APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 18/10/2008]
[Categorie: Ecologia ]
[Fonte: La Stampa]
[Autore: ]
Social network:                e decine d'altri attraverso addthis.com Tutti gli altri con: addthis.com 

Spazio autogestito Google


Clima, Brunetta: "Folle il piano Ue" L'Italia: fermiamo tutto per un anno

ROMA
L’analisi costi-efficiacia del pacchetto Ue clima-energia «non può essere conclusa in modo definitivo entro la fine del 2008» pertanto «sarà necessario assicurare un’analisi costi-efficacia su un arco di tempo non inferiore a 12-15 mesi». Questa la posizione dell’Italia in merito alla partita clima che il nostro paese giocherà il prossimo lunedì in Lussemburgo al Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue e contenuta in un documento di cui dà notizia l’ANSA.

L'agenda dell'Italia
In particolare l’Italia detta una "tabellina di marcia" e avanza l’ipotesi che il Consiglio Europeo di dicembre potrebbe approvare il pacchetto con una clausola di «revisione» che preveda l’«aggiustamento» delle misure in relazione ai risultati dell’analisi costi-efficacia da effettuare nel corso del 2009. Nei prossimi due mesi, secondo l’Italia, sarà possibile definire il quadro di riferimento dei dati di base necessari per effettuare l’ analisi costi-efficacia e per elaborare i diversi scenari connessi alla evoluzione sia del negoziato che della situazione economica. Poi, per assicurare una corretta e realistica analisi sarà necessario prevedere un programma di lavoro fino a tutto il 2009, . E l'Italia chede anche la promozione di misure analoghe o comparabili da parte delle più importanti economie extra europee (USA, Giappone, Canada, Cina, India, Brasile).

L'affondo di Brunetta: niente lezioni dall'Ue
Intanto il ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta riaccende le polemiche con l'Ue: «L’Europa ha poco da bacchettare perchè il piano è una follia. Per le imprese e per i Paesi». «L’Italia - ha aggiunto Brunetta - bene ha fatto a rallentare i processi decisionali anche perchè sarebbero costati dieci miliardi di euro in più al 2020. Non ce lo possiamo permettere e non è giusto. Noi vogliamo un ambiente pulito. Vogliamo controlli di tipo ambientale - ha concluso Brunetta - che non uccidano le nostre imprese e le nostre famiglie». Gli fa eco il presidente del Senato Renato Schifani ha promosso la linea del governo: «L'Europa, consapevole del pericolo che incombe sull'economia reale, trovi una sintesi sul clima. Ma in questo l'emergenza è la crisi finanziaria».

Cresce la tensione Roma-Bruxelles
Lo scontro tra l'Ue e il governo italiano si fa dunque sempre più duro. Iieri il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas, si era detto «allibito» degli argomenti usati in Italia contro il "pacchetto" legislativo Ue su clima ed energia, e aveva smentito nettamente le cifre avanzate da Roma sui costi del pacchetto (181 milardi di euro dal 2011 al 2020, e l’1,14% del Pil). Ha, invece, affermato che si arriverà al massimo allo 0,66% del Pil, ovvero fra i 9,5 e i 12,3 miliardi di euro nel 2020. Ma la divergenza fra Dimas e il governo italiano si spiega facilmente: il governo, come ieri ha spiegato il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha utilizzato una tabella con sette diversi scenari, prendendo quello in cui, apparentemente, l’Italia si avvicinerebbe di più ai suoi obiettivi di riduzione delle emissioni e sviluppo delle energie rinnovabili fissati per il 2020.

Il monito di Napolitano: non trascurare l'ambiente per l'economia
La reazione alle critiche sollevate da Bruxelles ai dati italiani sul clima ha infiammato la giornata politica di ieri. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da Castelporziano ha infatti tenuto a sottolineare cdhe «se teniamo il legame stretto e positivo che c’è tra difesa dell’ambiente e impegno per lo sviluppo economico troveremo le soluzioni compatibili». I ministri italiani, però, hanno respinto al mittente le critiche arrivate dal commissario europeo. Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, ha sottolineato che nella sfida per il clima «tutti siamo chiamati a dare un contributo, ma dobbiamo essere consapevoli che è una sfida che potremo vincere solo assieme se tutti i paesi del mondo troveranno assieme la forza, la determinazione e le risorse per sostenere un cambiamento culturale ed economico in direzione dello sviluppo sostenibile».

L'opposizione: il governo ci isola in Europa
Anche Andrea Ronchi, ministro per le politiche comunitarie, replica con durezza alle parole della Commissione e dice «noi vogliamo essere come gli altri, non fare uno sforzo maggiore». Sul fronte dell’opposizione, però, i Verdi chiedono le dimissioni del ministro dell’Ambiente e il segretario del Pd, Walter Veltroni, attacca il governo. «È grave - afferma - che l’Italia, che dovrebbe essere in prima linea in Europa, faccia questa figura. L’ambiente per l’economia deve essere un’opportunità, non un problema». Del resto, per Veltroni l’ambiente deve essere considerato «una risorsa per lo sviluppo» e «l’Italia può essere protagonista di nuove politiche ambientali laddove si possa riscaldare le case in un altro modo e non essere dipendenti dal petrolio». «La posizione del governo italiano sul clima è irresponsabile nel merito e rischia di isolare il nostro paese dal nucleo storico dell’Unione europea», accusa Veltroni.

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA "IO FACCIO LA MIA PARTE"

 

Per il nostro Emporio... clicca!CLICCA PER IL NOSTRO EMPORIO

 

Spazio autogestito Google