Cina: risparmio energetico e no all´inquinamento industriale
LIVORNO. In un´intervista rilasciata a "Science" il primo ministro cinese Wen Jiabao (nella foto) non fa sconti all´industria cinese che ha trainato la velocissima crescita: «Delle misure stringenti, includenti misure economiche, legali e amministrative, se necessarie, devono essere prese per frenare l´aumento del consumo di energia in Cina e lo sviluppo di imprese altamente inquinanti».
Intervistato da Bruce Alberts, editore del mensile scientifico Usa, Wen ha detto che «La Cina è uno dei principali consumatori di energia e, in conseguenza, un grosso emettitore di gas serra. Noi abbiamo come obiettivo una crescita del Pil accompagnata ogni anno da un calo del 4% del consumo di energia. Questo dovrebbe indurre una riduzione del 2% della Cod (Chemical oxygen demand) e delle emissioni del diossido di zolfo».
La Cina produce circa 180 milioni di tonnellate di greggio all´anno e ne importa più o meno 170 milioni, la produzione annuale di carbone supera i 2,5 miliardi di tonnellate e secondo Wen «Il consumo di una tale ampia quantità di combustibili fossili non rinnovabili non può durare».
Per quanto riguarda il consumo di energia e l´inquinamento, il primo ministro di Pechino ha detto che «è indispensabile adeguare la struttura economica e cambiare il modo di sviluppo, per rendere lo sviluppo economico più dipendente dai progressi della scienza e della tecnologia, così come la qualità della manodopera. Noi siamo industrializzati da non più di qualche decennio, mentre i Paesi sviluppati lo sono già da più di 200 anni. Ma ci assumeremo le nostre responsabilità, vale a dire le responsabilità comuni ma differenziate stabilite nella Convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ed il Protocollo di Kyoto».
Intanto nella capitale cinese si cerca di fare qualcosa di concreto usando il metodo sperimentato del bastone e la carota: secondo l´agenzia Xinhua, le imprese di Pechino potranno ottenere "premi" governativi che vanno da 500mila yuans (73.195 dollari) a 2,3 milioni di yuans (336.697 dollari) se cesseranno le produzioni troppo inquinanti.
L´ufficio delle finanze della capitale ha spiegato che questo «è destinato a stimolare la sostituzione delle industrie molto inquinanti con attività rispettose dell´ambiente. I piccoli produttori di cemento e carta figurano al primo posto tra le imprese individuate. I premi saranno attribuiti in funzione dell´energia, dell´acqua e delle emissioni economizzate dalle imprese. Il governo di Pechino verificherà le misure prese dalle imprese interessate prima di accordare i premi. Questa politica è lo sforzo più recente della capitale per diminuire le emissioni inquinanti ed economizzare energia».
Dal 13 ottobre a Pechino sono scattate nuove restrizioni alla circolazione che hanno obbligato 800 mila automobilisti a lasciare le loro auto in garage. Le autorità pechinesi hanno messo in piedi un sistema di targhe alterne da mal di testa: le auto con la targa che finisce con i numeri 1 o 6 non hanno il diritto di circolare all´interno della quinta circonvallazione periferica il lunedi, quelle che terminano con i numeri 2 o 7 il martedi, le targhe che finiscono con 3 o 8 il mercoledi, 4 o 9 il giovedi e 5 o 0 il venerdi. Nel week-end auto libera per tutti.
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