Clima ed energia i conti sbagliati dell´Italia in Europa
LIVORNO. Dopo il "niet" di Sarkozy alle ulteriori richieste dilatorie italiane sul pacchetto clima-energia e l´ennesima sfuriata del ministro Prestigiacomo, fioccano le dichiarazioni. Secondo Monica Frassoni, presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, «L´Italia continua a fare pessime figure in Europa: la tanto invocata intesa all´unanimità non esiste (cosa confermata oggi anche da Sarkozy ndr) perché la procedura legislativa richiede l´accordo tra la maggioranza del Parlamento europeo e la maggioranza degli stati membri. L´unico dato certo e´ che l´Unione europea ha ribadito in varie occasione, anche in quella odierna del Consiglio dei ministri dell´Ambiente, che non ci sarà alcun rinvio dell´approvazione del pacchetto energia. Questo conferma l´isolamento del governo Berlusconi che ha dimostrato di non voler accettare la grande sfida della lotta ai cambiamenti climatici, opponendo all´ambiziosa azione di leadership mondiale dell´Ue solo cifre manipolate e scorrette».
Il ministro ombra dell´ambiente del Pd, Ermete Realacci (Nella foto)prende spunto dallo studio presentato oggi a Roma sul riciclo ecoefficiente.: «Come Bruxelles e i grandi paesi europei hanno capito da tempo capito, è ancor più in una situazione di crisi finanziaria che l´innovazione, lo sviluppo delle rinnovabili, l´efficienza e il risparmio energetico possono rappresentare un volano eccezionale per l´economia reale. E´ di oggi, per esempio, un interessantissimo studio promosso dagli addetti all´industria del riciclo che ci dice che se il riciclo dei rifiuti avesse un incremento del 15% per il 2020 rispetto ai livelli attuali, per quella data potremmo diminuire del 18% l´obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 e far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 32% dell´obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020. Considerando i notevoli margini di miglioramento dal settore del riciclo dei rifiuti in tutte le aree del paese, si tratta di obiettivi possibili e realizzabili che ci indicano chiaramente una direzione. Il governo, invece di continuare a puntare i piedi su una posizione imbarazzante rispetto al resto di Europa, metta in campo e valorizzi le potenzialità dell´Italia e partendo da questi temi rilanci la competitività del paese».
Per Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, ii nostro ministro dell´ambiente è «più realista del re nel farsi portavoce degli interessi dei comparti più arretrati della nostra industria. Non fare approvare dal Consiglio d´Europa entro dicembre il pacchetto energia-clima vuol dire impedire al Parlamento europeo di approvarlo prima del suo scioglimento nella prossima primavera e quindi indebolire il ruolo propulsivo dell´Europa all´appuntamento mondiale del dicembre 2009 a Copenaghen nei confronti di Cina, India, Brasile». Silvestrini prende in esame anche i conti presentati dal governo italiano all´Ue e sottolinea che «il documento del governo, tra 23 e 27 miliardi di euro l´anno, è stato abbandonato» mentre gli scenari della Commissione Ue «variano tra 5,3 e 18,2 miliardi di euro l´anno. Scenari di costo dell´Enea risultano inferiori e, secondo la società di consulenza McKinsey, l´Europa potrebbe arrivare a stabilizzare i suoi consumi energetici nel prossimo decennio, con il taglio del 20% dei consumi chiesti dalla Ue».
La posizione italiana è rigettata anche dall´Associazione europea delle industrie eoliche (Ewea): «una versione annacquata del pacchetto clima energia Ue non farà gli interessi di nessuno. L´applicazione del programma, così come previsto permetterà infatti di sviluppare grosse quantità di energie rinnovabili a livello locale e, di conseguenza, di creare nuova occupazione ben retribuita. Per il solo settore dell´eolico, sono previsti fino a mezzo milione di posti di lavoro entro il 2020 cui si accompagneranno opportunità per investimenti sicuri e per lo sviluppo della ricerca e dello sviluppo. L´uso delle rinnovabili, farà imboccare la strada giusta per ridurre in Europa le emissioni di CO2. Secondo il rapporto Stern: i costi dell´immobilismo di oggi si tradurranno in maggiori costi domani».
Secondo Angelo Monelli dei Verdi «Berlusconi fa solo gli interessi di pochi grandi inquinatori a danno della collettività su cui gravano i costi enormi dell´inquinamento e del clima che cambia. Opponendosi al pacchetto clima-energia dell´Ue non solo il governo isola l´Italia in Europa ma esclude il nostro Paese dalla riconversione ecologica dell´economia, che come evidenziano molti economisti e studiosi non solo sarebbe positiva per l´ambiente ma anche per lo sviluppo e l´innovazione».
«E´ inquietante questa politica del doppio binario con la quale il Governo italiano conduce la trattativa sul clima. I grandi annunci e le minacce dichiarate in patria, sul tavolo europeo si trasformano sempre in piccolissime trattative. Ma gli italiani non sono così sprovveduti da non accorgersi del bluff. Come non esisteva la possibilità di porre il veto, annunciato da Berlusconi nei giorni scorsi, oggi non esiste la possibilità di opporsi e rifiutare il pacchetto Ue, dal momento che la trattativa europea non prevede il raggiungimento dell´accordo all´unanimità ma per maggioranza qualificata». Così Legambiente interviene nella polemica odierna tra Roma e Bruxelles sul pacchetto clima: «L´Italia è isolata e, per fortuna, non c´è alcuna speranza di rinegoziare gli accordi. Il Governo dimostri senso di responsabilità e lungimiranza appoggiando l´accordo sul clima e si impegni per sfruttare efficacemente le opportunità offerte dallo svecchiamento delle industrie e dell´economia, lavorando da subito per applicare il protocollo Kyoto, impegno internazionale ratificato e quindi da rispettare».
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