Ogm, dai ministri dell´ambiente Ue un colpo al cerchio e uno alla botte
LIVORNO. Il Consiglio dei ministri dell´ambente europei conclusosi ieri a Lussemburgo è stato dominato dall´attenzione sul pacchetto"clima-energia" fortemente osteggiato dall´Italia, ma i ministri hanno approvato anche altri importanti e controversi indirizzi, a cominciare dagli Organismi geneticamente modificati.
Lo scambio di punti di vista è stato vivace, e servirà a preparare le conclusioni sugli Ogm che la presidenza presenterà al Consiglio ambientale di dicembre. Il presidente di turno francese, Louis Barloo, riassume così nel documento conclusivo del summit i risultati del confronto: «I ministri si sono pronunciati a favore di un rafforzamento della valutazione ambientale delle piante geneticamente modificate, così come per una maggiore armonizzazione delle pratiche e dei metodi di valutazione dei rischi ambientali. La valutazione dei rischi ambientali legati alla coltura di Ogm sono delegati dall´Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) al singolo Stato membro, i metodi impiegati dagli Stati membri per questa valutazione possono essere variabili. Per questo, diverse delegazioni hanno appoggiato la revisione delle linee direttrici dell´Efsa relative alla valutazione ambientale, così come sollecitato dalla Commissione. Le nuove linee direttrici, che avranno un valore normativo potranno armonizzare le pratiche e dovranno tener conto, mano a mano, e misurare i progressi scientifici più recenti».
Molte delegazioni hanno sottolineato che la revisione deve tener conto anche dell´impatto degli Ogm sulle specie non considerate nella produzione di Ogm, sia da parte delle piante Ogm in generale che degli Ogm resistenti ad erbicidi che da quelli che producono molecole insetticide. E´ evidente la sempre più forte preoccupazione per il possibile impatto degli ogm sugli impollinatori, ad iniziare dalle api, e sulla biodiversità vegetale.
Secondo la presidenza del Consiglio ambientale europeo «L´insieme delle delegazioni ha preso in considerazione che occorre tenere di conto dei criteri socio economici nei processi autorizzativi che sono sia complessi che importanti. Però, alcune delegazioni hanno sottolineato che la considerazione di questi criteri, a titolo di fattori legittimi, dovrà essere conforme alla legislazione in vigore e, in particolare, agli obblighi dell´Organizzazione mondiale del commercio».
Quindi le porte già aperte agli Ogm non vengono chiuse e i Paesi che lasciano qualche spiraglio nonostante le proteste di coltivatori e ambientalisti potranno tentare di allargarlo. Infatti i ministri hanno dovuto rilevare che «non esiste una definizione precisa de criteri socio-economici pertinenti, un quadro metodologico potrebbe essere sviluppato a livello Ue per la loro identificazione e la loro valutazione». Ma altri ministri hanno fatto notare che questi criteri non potranno soppiantare la valutazione scientifica come parametro principale per l´autorizzazione degli Ogm.
Comunque, tutte le delegazioni hanno sottolineato «la necessitò di rispettare pienamente il diritto internazionale, e particolarmente le regole del Wto, così come la necessità di evitare qualsiasi sviluppo che possa condurre ad un allargamento dei tempi delle procedure di autorizzazione». Quindi valutazione ambientale più rigida e tempi più brevi, un colpo al cerchio e uno alla botte.
Va detto che da parte di diverse delegazioni è emersa una forte preoccupazione per gli effetti degli Ogm sui territori protetti o sensibili e la richiesta di «assicurare, nel quadro del diritto comunitario in vigore, la realizzazione di zone senza Ogm sulla base di elementi scientifici che identifichino i rischi». Altre delegazioni dei Paesi Ue preferiscono un´applicazione estesa del principio di sussidiarietà che permetta loro «di stabilire zone senza Ogm per alcuni ecosistemi e/o agro-sistemi sensibili». La Commissione Ue ha ricordato che l´istituzione di zone no Ogm è attualmente possibile sulla base di una volontà comune delle parti interessate.
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