L´oro blu del pianeta scarseggia, ci salveranno le falde idriche africane?
LIVORNO. L’oro blu del pianeta scarseggia in quantità e qualità. Ad affermarlo è l’Unesco che ha pubblicato, ed è disponibile on line, la prima carta mondiale sullo stato delle risorse idriche. Oltre il 96% dell´acqua dolce del pianeta è collocata in falde sotterranee e sebbene i giacimenti acquiferi siano presenti in tutti i continenti, non tutti sono rinnovabili: «quelle del Nord Africa e della penisola arabica costituiti oltre 10.000 anni fa quando il clima era più umido, non sono ricaricati - Spiegano all’Unesco - E anche quando sono alimentati regolarmente dalle piogge, in certe regioni sono minacciati dal supersfruttamento e l´inquinamento, come avviene soprattutto per le piccole isole e le zone costiere del Mediterraneo».
Nella mappa realizzata dall´Organizzazione delle nazioni unite per l´istruzione, la scienza e la cultura vengono censiti 273 giacimenti acquiferi, di questi 68 si trovano nel continente americano, 38 in Africa, 65 nell´Europa dell´est, 90 nell´Europa occidentale e 12 in Asia.
Le falde in Africa, che sono le più grandi di tutto il pianeta, ancora largamente sottosfruttate, rappresentano un potenziale considerevole, «ma a condizione che sia adottata una gestione duratura di tali risorse». Gli acquiferi sotterranei sono infatti già oggi in molti casi sovrasfruttati, grazie all’incremento di domanda che si è registrato dalla seconda metà del XX secolo: il 65% dell’utilizzo va per l’irrigazione, il 25% alla richiesta di acqua potabile e il 10% all’industria. Suppliscono al 70% dei consumi nell’Unione Europea e spesso rappresentano l’unica fonte di risorsa idrica per le regione aride e semiaride: il 100% in Arabia Saudita e a Malta, il 95% in Tunisia, il 75% in Marocco. Per molti paesi i sistemi d’irrigazione dipendono in larga misura dalle risorse sotterranee: il 90% in Libia, l’80% in Spagna l’89% in India e l’84% in Sud Africa.
La risorsa comunque – nonostante il forte incremento della domanda – è ancora largamente disponibile, soprattutto in alcune aree del pianeta e in particolare nel sottosuolo africano. Che può rappresentare un importante riserva di acqua dolce, ma dato che la gran parte dei giacimenti si trova al confine tra due o più paesi, la loro gestione presuppone meccanismi condivisi, così da preservarne quantità e qualità. Per questo è necessaria la creazione di meccanismi di gestione concertata, tesi a preservare le risorse idriche e controllare l’inquinamento delle falde sotterranee, proposta che sarà presentata dall’Unesco il 27 ottobre all´assemblea generale dell´Onu.
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