Nucleare, la corsa contro il tempo e contro la logica del ministro (dell´ambiente!) Prestigiacomo
LIVORNO. Un corsa contro il tempo, quella al ritorno nucleare. Così l’ha definita stamani il ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo alla trasmissione ´Mattino Cinque’, annunciando un lavoro in piena sintonia con il collega Scajola, con cui ha fatto pace dopo la querelle sulle competenze in merito all’agenzia sul nucleare, risolta con l’affidamento del suo controllo alla presidenza del consiglio.
«Il nucleare è l´energia più pulita per l´ambiente» avrebbe detto il ministro secondo quanto riportato dalle agenzie e avrebbe poi espresso il desiderio, condiviso con il ministro Scajola «di vedere il primo impianto realizzato nei prossimi cinque anni» ribadendo per chi ancora non ci credesse che «il nucleare è un´energia pulitissima, prodotta nelle nuove centrali in maniera sicura».
Pulito e sicuro, quindi. Non fosse per il piccolo problema delle scorie che produce, ha dimenticato di aggiungere il ministro Prestigiacomo. Eppure è di ieri la notizia che l’ipotesi di individuare un sito unico nazionale per lo stoccaggio delle scorie radioattive sembra praticamente tramontata.
Secondo Massimo Scudieri, che fa parte del gruppo di lavoro ministeriale che deve individuare procedure e metodi per scegliere il sito unico nazionale, ad oggi nessuno degli otto siti italiani gestiti dalla Sogin è adatto ad ospitare il sito unico.
Quindi l’alternativa è quella di affidarsi ad autocandidature, proposte direttamente dai territori. E dato che questa è un’ ipotesi che si potrebbe collocare nel genere della letteratura fantastica, l’alternativa rimasta è quindi l’imposizione dall’alto, con l’uso della forza se necessario; questa potrebbe essere a questo punto la soluzione cui ricorreranno nella loro sfida contro il tempo i due ministri, grazie anche a un emendamento al Ddl sullo sviluppo, approvato in commissione Attività produttive della Camera, che prevede la militarizzazione delle aree destinate ad ospitare le centrali nucleari, e che facilmente potrà essere esteso ai siti di stoccaggio delle scorie.
Il problema delle scorie cui non si è ancora riusciti a dare una risposta, è del resto ormai riconosciuto come una criticità del ritorno all’energia nucleare, anche da parte di chi ne è assolutamente interessato.
Proprio pochi giorni fa, l’ amministratore delegato di Ansaldo Energia (che controlla Ansaldo Nucleare), Giuseppe Zampini ricordava che «Le scorie sono “il“ problema, uno dei punti su cui siamo caduti: sappiamo gestire le centrali, ma in Italia non sappiamo dove mettere le scorie» e sarebbe da aggiungere che non lo sanno nemmeno altrove dove mettere e come trattare quelle scorie.
C’è poi un´altra cosa che ammette Zampini e riguarda i costi. «Se si mettono in fila tutti gli elementi- dice l’amministratore di Ansaldo - il prezzo di un Kwh nucleare costerà come quello prodotto col gas», cui vanno aggiunti appunto quelli del problema non risolto delle scorie.
Certo se poi si sostiene, come Zampini fa che il nucleare debba essere considerato come un energia alternativa e come tale incentivato dallo Stato, ecco che si risolve il problema dei costi ed ecco che si svela l’arcano di come si dovrebbe finanziare l’energia nucleare.
Del resto l’ipotesi adombrata da Zampini, non si discosta molto dalle volontà della maggioranza che ha fatto inserire sempre nel decreto sviluppo un altro emendamento, in cui si va ad equiparare l’energia nucleare con le rinnovabili ai fini della precedenza nel dispacciamento, da parte dell’autorità per l’energia.
Intanto questa corsa contro il tempo ha già previsto di cancellare la ricerca sulle energie alternative, sopprimendo (grazie ad un altro emendamento inserito nel solito decreto sviluppo) l’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) e sostituendolo con l’Enes (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Un nuovo organismo che si vuole finalizzare quasi esclusivamente allo sviluppo del nucleare. E che ieri ha firmato a Parigi un’alleanza per la ricerca sull’energia, per utilizzare i finanziamenti provenienti da programmi europei di ricerca, che è stata sottoscritta dai dieci principali istituti europei di ricerca (European energy research alliance – Eera). L’alleanza si pone l’obiettivo di creare iniziative di ricerca congiunte con cui, mediante la condivisione di competenze, risorse umane e strumentali, venga favorita l’accelerazione tecnologica, intanto sul carbone zero emission e del solare a concentrazione, cui seguiranno a partire dal 2009 le altre tematiche, dal nucleare all’eolico ai biocarburanti.
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