Wal Mart fa hard greenwashing in Cina
LIVORNO. Wal Mart, il colosso mondiale dei supermercati che a causa della crisi sta perdendo quote di mercato negli Usa, e che in America è accusata di essere proprio uno dei responsabili della crisi e dell´indebitamento delle famiglie attraverso il credito al consumo, sta cercando di dare una mano di vernice sociale e ambientale alla sua immagine, a cominciare dalla Cina, suo grande fornitore e in imbarazzo per il latte in polvere, il pesce e le uova alla melamina, ma anche un suo mercato in espansione.
Pensando di ottenere risultati significativi entro tre-cinque anni, Wal-Mart ha avviato in Cina una iniziativa che punta all´innovazione e a pratiche commerciali sostenibili in tutta la sua rete di supermercati e loro fornitori. Gli obiettivi di Wal Mart sono tre: Realizzare un "world-class" con una maggiore qualità e sostenibilità della catena di approvvigionamento; Vendere prodotti sostenibili in Cina e in tutto il mondo; Diventare il migliore rivenditore sostenibile in Cina.
L´iniziativa è stata concordata con il governo cinese riguardo agli obiettivi sociali, ambientali ed energetici e punta a rifornire il 100% dei supermercati Wal Mart con energie rinnovabili ad una produzione "rifiuti zero" (!?) ed alla sostenibilità ambientale dei prodotti in vendita.
La crisi fa uscire il lupo dal bosco e a volte lo trasforma in agnello: «L´iniziativa supporta la nostra missione finale: aiutare i nostri clienti a risparmiare denaro in modo che possano vivere meglio», assicura Wal Mart che ha riunito in un summit a Pechino i suoi mille principali fornitori, funzionari pubblici cinesi, Ong ed altri stakeholders, con l´obiettivo di migliorare le pratiche commerciali nella catena di approvvigionamento globale.
La catena leader dei supermercati nel mondo ha detto a tutti loro che vuole assicurarsi che i suoi fornitori rispettino le leggi e le normative sociali e ambientali, e Wal-Mart chiederà loro di firmare una nuova intesa alla quale i fornitori e i gestori dei supermercati dovranno adeguarsi. L´intesa sarà obbligatoria per tutti i fornitori cinesi di Wal Mart entro il 2011.
Inoltre i 200 fornitori cinesi più grossi devono impegnarsi a migliorare la loro efficienza energetica del 20% entro il 2012. Entro il 2009 i fornitori cinesi devono indicare alla multinazionale Usa i nomi e il luogo di tutti i loro impianti produttivi ed entro il 2012 almeno il 95% di questi divrà attuare pratiche ambientali e sociali esemplari.
«Una compagnia che non rispetta il regolamento riguardante gli straordinari, che nasconde la vera età della sua manodoper, che getta rifiuti e prodotti chimici nei nostri fiumi, finirà per dar prova di negligenza anche nella qualità dei suoi prodotti, Wal-Mart non tollererà questo tipo di comportamenti», ha detto Lee Scott, presidente di Wal-Mart, che evidentemente fino ad ora almeno un occhio lo aveva chiuso.
Comunque, va detto che Wal Mart nei suoi supermercati americani ed europei ha già avviato una riconversione ambientale e qualitativa: interi reparti dedicati ai prodotti con marchi di qualità e tipicità e una vasta operazione di "greenwashing" che viene finalmente presentata come l´inizio di un processo ineludibile.
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