c Acqua: torna pubblica a Parigi, in Italia si privatizza - 24/11/2008 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 24/11/2008]
[Categorie: Sostenibilità ]
[Fonte: Unimondo]
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Acqua: torna pubblica a Parigi, in Italia si privatizza

Oggi, lunedì 24 novembre, il Consiglio Comunale di Parigi approverà la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, mandando a casa 25 anni di gestione privata affidata a Veolia e Suez, le due più grandi multinazionali mondiali dell’acqua". Lo riporta Marco Bersani di Attac Italia a margine del 'Secondo Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua' che si è tenuto lo scorso weekend a Aprilia (LT). "Mentre in Italia destra di governo e opposizione moderata fanno a gara per la messa sul mercato dei servizi pubblici locali - e la sinistra spesso assiste impotente - la giunta municipale parigina osa pensare l’impensabile e praticare l’alternativa: dal 1 gennaio 2010, un ente di diritto pubblico, nel cui comitato di gestione siederanno anche i rappresentanti dei lavoratori e degli utenti, gestirà l’intero ciclo dell’acqua della città di Parigi" - aggiunge Bersani.

Nei giorni scorsi a Genova l'assessora all'acqua della municipalità di Parigi, Anne Le Strat ha mostrato la delibera che il Consiglio municipale voterà oggi per non riconfermare i contratti con i due giganti privati dell'acqua, Veolia e Suez, in scadenza per fine 2009, passando ad una gestione pubblica che gestirà dalla produzione, alla distribuzione, alla tariffazione - con la municipalizzazione, la città di Parigi ha calcolato che risparmierà 30 milioni di euro l'anno, e come ha sottolineato l'assessora alla fine del suo intervento: "Se siamo riusciti a farlo noi con la presenza delle due multinazionali dell'acqua più importanti del mondo, credo propria che sia possibile ovunque" - riporta Maurizio Gubbiotti su Aprileonline.

In Italia, invece, il 6 agosto scorso, il Parlamento italiano ha votato con l’appoggio dell’opposizione - e in particolare del Pd - il disegno di legge che prevede la privatizzazione dell'acqua pubblica in Italia entro il 2010. Si tratta, nello specifico, dell’articolo 23bis della legge numero 133/2008 (già decreto legge 112 - la cosidetta 'finanziaria triennale' del ministro Tremonti) che affida "il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica". Ciò al fine - afferma il decreto - "di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale". In altre parole si spalanca la via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.

Una legge approvata nonostante lo scorso anno siano state presentate dal 'Coordinamento nazionale per l'acqua pubblica' oltre 400mila firme per una Proposta di legge di iniziativa popolare per "la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e dispozioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico". Una proposta di legge che - come ricordava sul quotidiano 'La Repubblica' il giornalista Paolo Rumiz- è stata depositata in parlamento nel luglio 2007 ma "sia sotto il governo Prodi che sotto quello di Berlusconi non s'è trovato uno straccio di relatore, nemmeno d'opposizione, capace di esaminare e illustrare la volontà dei cittadini così massicciamente espressa".

Il problema della privatizzazione dell'acqua pubblica e le iniziative per la ripubblicizzazione del servizio idrico sono state al centro anche del Forum Sociale Europeo tenutosi lo scorso settembre a Malmoe dove è nata la 'Rete europea dei movimenti per l'acqua. Ma tra le maggiori pressioni per la liberalizzaione dell'acqua pubblica vengono anche dalla Commissione Europea - dove la lobby delle multinazionali del settore sa far valere i propri interessi - sulla base dell'assunto, fondamentalmente ideologico e nella maggior parte dei casi smentito dai fatti, che la privatizzazione dei servizi pubblici garantirebbe "migliori servizi a minor costo".

"Ad Aprilia, che ha ospitato il Forum, sanno bene che significa affrontare un colosso delle dimensioni della multinazionale Veolia" - riportava ieri Andrea Palladino su 'il manifesto'. Settemila ricorsi, settemila famiglie che continuano da due anni a pagare le bollette al comune, mantenendo la tariffa pubblica e respingendo le fatture di Acqualatina, la spa mista controllata dall'azienda francese. «Noi cerchiamo di far capire alle persone cosa sia la privatizzazione - ha detto Alberto De Monaco del comitato di Aprilia - partendo proprio dalle bollette che le famiglie ricevono». Di fronte ad aumenti che arrivano anche al 300% appare chiaro a tutti cosa intenda per servizio pubblico una società privata, con sede a migliaia di chilometri" - concludeva Palladino.

Il 'Secondo Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua', che si è tenuto lo scorso weekend, ha inteso perciò riportare all'attenzione il problema della privatizzazione e rilanciare le mobilitazioni territoriali e di una forte vertenza nazionale che consenta il rafforzamento delle lotte territoriali e la riapertura di una capacità di incidere sull’agenda politica nazionale per aprire la strada alla legge di iniziativa popolare.

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