Lestern Brown su Scientific American: la penuria di cibo potrebbe far crollare la nostra civiltà?
La penuria di cibo potrebbe far crollare la nostra civiltà? Lester Brown se lo chiede sull’ultimo numero di Scientific American: pubblicazione prestigiosa e studioso prestigioso, non un qualsiasi catastrofista da strapazzo.
Brown nota che proprio i problemi ecologici rendono il XXI secolo vulnerabile dal punto di vista alimentare: acqua sempre più scarsa, disponibilità di suoli fertili in calo, aumento delle temperature e cambiamenti climatici sono un freno alla produzione di alimenti.
Lester Russell Brown è uno scrittore, ambientalista ed economista statunitense. Ha scritto oltre venti libri sui problemi ambientali globali. È stato il fondatore del Worldwatch Institute nonché fondatore e presidente del Earth Policy Institute.
Il suo articolo è uscito sul numero di maggio di Scientific American. Si intitola “Could Food Shortages Bring Down Civilization?”. Vi si legge che la più grande minaccia per la stabilità è una crisi alimentare in grado di far cadere i Governi nei Paesi poveri. E che questa crisi potrebbe essere scatenata dal’aumento della domanda di cibo unito al degrado dell’ambiente.
Brown sostiene che nel secolo scorso gli aumenti dei prezzi delle derrate alimentari erano passeggeri e legati ad eventi contingenti. Il recente aumento dei prezzi - ricordate tutti addirittura il riso razionato nel 2008 negli Usa - è invece una tendenza duratura.
Lester Brown lo deduce dal fatto che ogni anno alla Terra viene chiesto di nutrire 70 milioni di persone in più, mentre contemporaneamente i biocarburanti derivati dal mais sfamano i serbatoi delle auto anzichè gli uomini e 4 milioni di persone ogni anno si spostano verso abitudini di consumo più simili a quelle occidentali: carne, latte, uova.
Ma per produrre alimenti di origine animale servono grandi quantità di granaglie. Con le quali si potrebbero sfamare gli uomini, invece delle mucche e dei maiali. Con un ettaro di terra si sfamano 22 persone per un anno se esse mangiano patate, e 19 se mangiano riso. Con lo stesso ettaro di terreno possono essere nutrite due sole persone che mangiano agnello, e una sola persona che mangia carne di manzo.
Contemporaneamente agiscono anche scarsità di acqua, diminuzione dei suoli fertili, aumento delle temperature. Clima più caldo uguale raccolti inferiori. E degli Ogm non c’è da fidarsi, dice: non hanno dato alcun segno di poter aumentare i raccolti come la “rivoluzione verde” degli Anni 60 a base di concimi chimici e pesticidi.
I raccolti sono ulteriormente minacciati dallo scioglimento dei ghiacciai himalayani da cui dipendono i sistemi di irrigazione di vaste aree della Cina e dell’India.
Se non si agisce su questa situazione, scrive Brown, a causa della crisi alimentare un numero crescente di Stati potrà essere incapace di reggersi: l’ordine mondiale ne sarà minacciato, sarà minacciata in ultima analisi la civiltà.
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