Rinnovabili, E.Ronchi: Italia può arrivare a 33% entro 2020
Roma, 26 mag (Velino) - Un kilowattora su tre (pari al 33 per cento) di energia elettrica può essere prodotto utilizzando fonti energetiche rinnovabili: è questo l’obiettivo che si deve porre l’Italia entro il 2020 e che, se raggiunto, la porrebbe tra i primi paesi in Europa in questo settore. Ad affermarlo è la Fondazione Sviluppo Sostenibile, che ha presentato oggi, presso la propria sede in Via dei Laghi 12, a Roma, il “Rapporto Rinnovabili”, un dossier che dimostra come il nostro Paese possa raggiungere questo ambizioso target. “L’attuale obiettivo di produrre entro il 2020 un kilowattora su quattro (pari al 25 per cento) di energia elettrica utilizzando fonti energetiche rinnovabili” afferma Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile ”sarebbe infatti un freno alla crescita del solare, dell’eolico e delle biomasse”.
Il “Rapporto rinnovabili” spiega come sia possibile raggiungere concretamente il target del 33 per cento da fonti energetiche pulite, contrariamente all’obiettivo del 25 per cento considerato plausibile dai più, consentendo di produrre un incremento di 50 terawattora di elettricità da fonti rinnovabili e di realizzare una riduzione di ben 29 milioni di tonnellate di anidride carbonica in atmosfera. Il 33 per cento, che corrisponde a 108 Twh rinnovabili di produzione nazionale al 2020 (partendo dai 58 prodotti nel 2008) comporta l’obiettivo di 50 nuovi TWh rinnovabili da produrre entro il 2020. Tale obiettivo è impegnativo, ma secondo la Fondazione raggiungibile nel modo seguente: 22 Twh di nuovo eolico, 11 Twh di nuove biomasse e biogas, 7 Twh di nuovo solare, 5 Twh di nuovo idroelettrico. Il dossier dimostra come, in un momento di recessione economica, sia possibile alimentare un flusso consistente di nuovi investimenti (circa 60 miliardi di euro) creando nuove opportunità occupazionali (250 mila nuovi posti di lavoro).
“I maggiori costi, in euro 2007, stimati per la produzione di 50 Twh rinnovabili con la composizione indicata nell’anno 2020 sarebbero di circa 2,2 Miliardi di euro, rispetto alla produzione della medesima quantità di elettricità prodotta con termoelettrico convenzionale” ha dichiarato Ronchi. “Tali costi distribuiti su 350 TWh consumati nel 2020, comporterebbero 0,6 centesimi di euro in più ogni chilowattora consumato: un carico sostenibile, a fronte dei vantaggi attivati da consistente sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili”. “Senza almeno il 33 per cento dell’elettricità consumata, prodotta con fonti energetiche rinnovabili” ha aggiunto Ronchi “l’Italia non riuscirebbe a rispettare l’obbligo europeo del 17 per cento del totale dei consumi finali di energia (elettricità, calore, carburanti) prodotta con fonti di energia pulita”. “Si parla, invece, sempre più spesso (da parte di esponenti del Governo, ma non solo), di abbassare l’obiettivo della quota di elettricità da fonti rinnovabili al 25 per cento per il 2020: ciò equivale a tirare il freno” ha concluso Ronchi. “Già oggi, infatti, includendo nel calcolo le importazioni di elettricità rinnovabile come prevede la direttiva Ue, avremmo superato questa soglia. Il 25 per cento senza le importazioni (partendo dal 17,2 per cento attuale) comporterebbe una crescita troppo modesta in 12 anni: circa la metà della crescita media prevista in Europa. Quindi il 25 per cento di elettricità rinnovabile sarebbe insufficiente e non ci consentirebbe di raggiungere l’obiettivo obbligatorio europeo sia per le fonti rinnovabili, sia per la riduzione dei gas di serra al 2020. Lo sviluppo delle energie rinnovabili non è un peso, ma un investimento nel futuro”.
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