La produzione di cibo si ridurrà di un quarto nel 2050. Solo l’agricoltura biologica ci potrà salvare
Se il mondo vuol continuare a mangiare, deve cambiare strada urgentemente. Entro il 2050, fino a un quarto della produzione globale di cibo potrebbe andar persa a causa di cambiamenti climatici, degradazione del suolo, scarsità di acqua, infestanti.
Contemporaneamente, si calcola, la popolazione del pianeta salirà dagli attuali 7 miliardi scarsi di persone a 9 miliardi
Potrà salvarci l’agricoltura biologica, quella amica della natura e che non impiega concimi e pesticidi chimici di sintesi. E’ il succo del rapporto dell’Unep (il programma ambientale delle Nazioni Unite) intitolato “The Environmental Food crises: Environment’s role in averting future food crises”, che è stato pubblicato ieri.
Il problema, dice l’Unep, non riguarda solo la produzione di cibo, ma anche il mondo in cui esso viene distribuito, venduto e consumato.
La pesca e la produzione di cereali danno segni di declino. Eppure oggi un terzo della produzione di cereali viene usata per nutrire il bestiame. Sarà la metà nel 2050, sempre che il trend attuale continui.
I mari, poi, sono sempre più vuoti di pesce. Tuttavia oggi vengono ributtate ogni anno in mare 30 milioni di tonnellate di pescato. Basterebbe utilizzarle per mantenere inalterato il consumo pro capite di pesce fino al 2050.
Sostanzialmente la metà del cibo che viene prodotto, per un motivo o per l’altro, non finisce nelle bocche umane. Ma non solo.
I cambiamenti climatici potrebbero vanificare il tentativo di nutrire i 9 miliardi di persone che la Terra, pare, ospiterà fra una quarantina di anni.
Ci si aspetta che i prezzi del cibo aumentino del 30-50% nei prossimi decenni. Ne saranno colpiti soprattutto i più poveri, quelli che spendono appunto per il cibo la gran parte del loro reddito.
Le vie d’uscita? Una radicale rivoluzione verde, oltre all’eliminazione di storture e sprechi e oltre alla creazione di reti di protezione per i poveri.
L’agricoltura biologica, scrive l’Unep, fornisce prestazioni migliori di quelle dell’agricoltura tradizionale basata sul massiccio impiego di pesticidi e fitofarmaci: dove sono state impiegate tecniche biologiche, o quasi biologiche, la produzione è all’incirca raddoppiata.
L’agricoltura biologica inoltre è in grado di preservare meglio l’acqua e la fertilità del suolo: due beni che iniziano a scarseggiare. Mentre quella convenzionale non sembra in grado di far fronte alla situazione che ci si prepara davanti.
Il comunicato stampa dell’Unep: la produzione di cibo si ridurrà di un quarto entro il 2050. Solo l’agricoltura biologica ci potrà salvare
Da Reuters secondo l’Unep la produzione mondiale di cibo potrebbe ridursi del 25% entro il 2050
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