Reagire ai cambiamenti climatici del pianeta
AMBIENTE In che modo il "global warming" influenza la nostra vita e come porvi rimedio. La parola a Luca Mercalli, che ha curato l’edizione italiana del libro "Vivre les changements climatiques" dei due biologi francesi Villeneuve e Richard.
I “partigiani dell’ecologia” sostengono che a causa dei cambiamenti climatici stiamo andando incontro a un disastro. Tuttavia i due biologi francesi, Claude Villeneuve e François Richard, autori del libro Vivre les changements climatiques (ed. italiana, Muzzio Editore 2008), sono ottimisti. Piuttosto che essere allarmisti, gli autori, spiegano nel testo quali sono le strategie da seguire per adattarsi a un mondo globale che cambia velocemente. Visto che le soluzioni esistono e sono alla portata di tutti.
È indiscutibile che il riscaldamento globale influenza la nostra vita, come spiega Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana Onlus: «In Italia, l’estate del 2003 è stata la più calda degli ultimi 200 anni, da quando cioè si sono cominciati a raccogliere dati. In molte città si sono superati i 40 gradi centigradi, la siccità è stata notevole e c’è stato il black-out per la mancanza di acqua di raffreddamento nelle centrali elettriche. Inoltre si sono registrati 35mila morti tra la popolazione anziana per l’eccesso di caldo, soprattutto in Francia».
Secondo i due autori francesi, se siamo noi la causa del riscaldamento del pianeta, bisogna anche rimediare a ciò che abbiamo provocato. Dobbiamo modificare le nostre abitudini, i nostri consumi e abituarci a vivere i cambiamenti climatici che sono già tra noi. E l’insegnamento, ci viene dai nostri antenati. La storia dell’umanità è stata sempre caratterizzata da crisi, di fronte alle quali le popolazioni hanno dovuto reagire. Un po’ quello che racconta Jared Diamond nel suo libro Collapse quando narra di civiltà scomparse che, sfruttando eccessivamente le risorse a loro disposizione, perseveravano nel loro atteggiamento iniziale fino alla decadenza.
Quelle che, viceversa, sopravvivevano adottavano misure adeguate per gestire le avversità. E se ci riuscivano i nostri avi che possedevano pochi mezzi, noi ora abbiamo molte più possibilità, conoscenze e maggiori informazioni per contribuire in modo notevole a migliorare le condizioni di vita dell’uomo nella biosfera. Per Mercalli, che ha curato l’edizione italiana del libro: «Bisogna capire quello che sta succedendo e reagire con consapevolezza.
Da un lato ci sono gli adattamenti di tipo locale e personale, dall’altro le grandi disposizioni che vanno definite dai governi. Un problema che avremo in futuro, anche in Italia, sarà quello dell’innalzamento del mare, a causa della fusione del ghiaccio in Groenlandia e dell’espansione termica degli oceani. Alla fine di questo secolo, il livello del mare potrebbe aumentare di mezzo metro e andranno considerate le conseguenze che un tale fenomeno avrebbe per una città come Venezia ».
Ogni singolo cittadino, secondo Villeneuve e Richard, può esercitare un reale potere con le sue scelte quotidiane. E piuttosto che preoccuparci del costo del carburante, dovremmo invece chiederci dove finisce la benzina che ogni settimana mettiamo nel serbatoio delle nostre automobili. Anche perché un veicolo che consuma 10 litri di carburante, a una velocità media di 100 chilometri orari, emette ogni anno in atmosfera 5 o 6 tonnellate di anidride carbonica. Il rimedio dunque è impattare meno possibile il pianeta.
Una necessità sottolineata anche dal metereologo Luca Mercalli che afferma: «Perfino i premier dei grandi Paesi industrializzati, in vista del G8, hanno detto che è necessario ridurre l’inquinamento: una delle cause del riscaldamento climatico. Diminuire le emissioni di CO2 significa mitigare il cambiamento, contenerlo entro due gradi centigradi, e cercare di non far aumentare la temperatura poiché se salisse, il nostro adattamento diventerebbe molto più difficile.
Da un lato bisogna contenere l’aumento della temperatura e dall’altro bisogna iniziare a pensare a delle strategie per adattarci a vivere il global warming. Un governo lungimirante dovrebbe spingere i cittadini a installare pannelli fotovoltaici, fare un isolamento termico e progettare una cisterna per raccogliere l’acqua piovana. Così tutta la società in qualche modo sarà più preparata».
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