C'è una ripresa lenta e graduale. Ma in quale direzione?
LIVORNO. Secondo i dati Istat la fase più grave della crisi sarebbe stata superata. C'è una ripresa "molto graduale" e alle imprese italiane questa notizia, insieme ai prossimi aiuti del governo, dovrebbe far vedere loro schiarite all'orizzonte e giorni lieti. Prendendo per buone queste affermazioni - non nostre - che apprendiamo dalla lettura dei giornali, il tema come sempre per greenreport non è solo se e quando si riparte, ma come si riparte.
Ovvero se la quarta si mette verso la sostenibilità o per cambiare tutto per non cambiare nulla. E qui ci pare che il governo italiano abbia la ferma idea proprio di non voler cambiare per niente le regole del gioco facendo sponda come sempre ad una Confindustria sempre più ondivaga. Tutto questo lo si evince dagli aiuti alle imprese che dovrebbero essere assegnati dal decreto anti-crisi in corso di approvazione. Scudo fiscale e premio per gli aumenti di capitale sono, infatti, le due leve che si intendono utilizzare per centrare l'obiettivo della ripresa ed entrambe sono completamente sganciate da una qualunque forma di sostenibilità.
Sarebbe niente - si fa per dire - se Confindustria non avesse pubblicato giusto ieri un pamphlet sullo sviluppo sostenibile sul suo giornale, il Sole24Ore. Sarebbe niente anche di fronte al fatto che in quello speciale si parli di cambio di paradigma. E sarebbe niente anche pensando che la crisi economica è contemporanea a quella ecologica e che Mario Draghi, presidente della Banca d'Italia che ieri ha detto che bisogna spostare "risorse nel bilancio pubblico accrescendo quelle a lavoro e imprese", non ha specificato in alcun modo quali imprese, dopo però aver chiosato il 9 luglio l'enciclica papale in questo modo: «Un modello in cui gli operatori considerano lecita ogni mossa, in cui si crede ciecamente nella capacità del mercato di autoregolamentarsi, in cui divengono comuni gravi malversazioni, in cui i regolatori dei mercati sono deboli o prede dei regolati, in cui i compensi degli alti dirigenti d'azienda sono ai più eticamente intollerabili, non può essere un modello per la crescita del mondo».
Non solo, aveva anche aggiunto che: «In questo senso vanno le proposte volte a garantire una maggiore trasparenza dei bilanci delle società, a indurre gli operatori a una maggiore sobrietà nell'accumulazione del debito, a una maggiore consapevolezza dei rischi insiti nel perseguimento del profitto». E concludendo che «uno sviluppo di lungo periodo non è possibile senza l'etica». La domanda dunque è: l'etica, che non può essere altro rispetto alla sostenibilità, come la si declina nell'economia se almeno non si dà un orientamento agli incentivi statali verso aziende virtuose ecosostenibilmente parlando? Invece si fissa che la ratio per il 3% di detrazione fiscale sono solo i bilanci trasparenti, una buona cosa ma secondo noi assolutamente non sufficiente.
Così, segnalando che nel Rapporto sul mercato del lavoro odierno del Cnel si dice che nell'ipotesi peggiore per i prossimi mesi «la disoccupazione continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo» con una perdita di posti di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurati in forze di lavoro e tra le 620mila e le 820mila in termini Unità lavorative annue», ci pare che il rischio è che si faccia delle gran chiacchiere e discussioni - Draghi vs Tremonti su tutti - parlando di una ripresa ancora lontana, senza gettare basi per una futura ripresa virtuosa e confidando solo in una prossima ripresa dei consumi propellente unico di un modello che tutti ora riconoscono, ma solo a voce, che ci abbia portato nel baratro.
Segnaliamo infatti cosa aggiunge il Cnel a commento del rapporto: «Siamo in una fase di forte difficoltà e di grande incertezza» ma, tuttavia, la crisi internazionale «sembra mostrare alcuni segnali di attenuazione. Vi sono, a livello mondiale, indicatori che appaiono rivelare una ripresa, sia pure lieve, dell'attività economica. E' probabile, dunque, che il punto più basso della recessione sia stato superato». Il Cnel, aggiunge poi che «promuoverà tutte le azioni necessarie nelle sue competenze per assicurare al paese una strategia di uscita dalla crisi che sia virtuosa, efficace e che faccia riprendere una crescita basata sulla produttività, l'occupazione e la dinamica salariale». Appunto...
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