c VerdeNero, l’inchiesta giornalistica che si occupa d’ambiente - 29/07/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 29/07/2009]
[Categorie: Iniziative ]
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VerdeNero, l’inchiesta giornalistica che si occupa d’ambiente

Vi ho parlato diverse volte della Collana VerdeNero, noir ecologici ideati da Edizioni Ambiente, che hanno visto la partecipazione di firme importanti quali Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Giancarlo De Cataldo, Tullio Avoledo e Wu Ming.

Ora il progetto della casa editrice milanese raddoppia. Si chiama VerdeNero Inchieste ed è una nuova collana di approfondimento dedicata ai temi ambientali, con nomi importanti del giornalismo italiano impegnati a raccontare i grandi scandali del presente.

La partenza è stata ottima con tre titoli estremamente interessanti, incentrati su tre temi cruciali di cui, purtroppo, l’informazione italiana parla pochissimo.

Vi voglio parlare in particolare de La città delle nuvole, l’inchiesta di Carlo Vulpio dedicata al caso d’inquinamento dell’Ilva di Taranto, un argomento di cui su Blogeko ci siamo occupati a lungo e che sul libro del giornalista del Corriere della sera viene fuori in tutta la sua drammaticità.

Un viaggio nel territorio più inquinato d’Europa, nei meandri del martoriato Quartiere Tamburi, a ridosso dell’industria siderurgica del capoluogo pugliese, dove quasi ogni famiglia ha un malato di cancro in casa.

Lo avevamo già scritto, ma è giusto ripeterlo, Taranto da sola produce il 92% della diossina italiana e l’8% di quella europea. Ora la Regione Puglia ha approvato una legge per la riduzione delle emissioni di diossine e furani, come stabilito dal Protocollo di Aarhus, anche se Vulpio, nel suo libro, si dice molto scettico sull’argomento.

Perché? Semplice, secondo il giornalista pugliese la legge regionale è stata svuotata di contenuto “con un’altra legge regionale, chiamata Atto di interpretazione autentica, che prevede che i controlli non vengano fatti 24 ore su 24, ma a fasi alterne, ad esempio la mattina, ma non la notte, cioè quando gli impianti vanno a pieno regime e anche oltre”.

“L’altro punto incriminato” aggiunge Vulpio “è quello relativo alla misurazione della diossina e dell’ossigeno. Perché se si varia il modo in cui si calcola il rapporto tra l’ossigeno e la diossina, la diluizione cambia e i risultati sono evidentemente alterati”.

Di estrema interesse anche gli altri due titoli della collana. Il primo è “Carte false”, a cura di Roberto Scardova, dedicato all’assassinio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin, barbaramente uccisi a Mogadisco il 20 marzo 1994, per aver scoperto un traffico di armi e di rifiuti radioattivi tra l’Italia e la Somalia.

Infine “L’Italia chiamò. Uranio impoverito: i soldati denunciano”, un’inchiesta multimediale in cui i soldati italiani impegnati nelle missioni in Bosnia, Kosovo e Iraq e contaminati da questi micidiali armamenti, raccontano le loro terribili vicissitudini, le minacce e i ricatti subiti, il silenzio dei vertici delle Forze armate e la difficoltà di verdersi riconosciuto il nesso causa-effetto tra l’insorgenza dei tumori e l’esposizione all’inquinamento bellico.

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