c Pallante: cambiamo politica, riprendiamoci il futuro - 01/09/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
Home Capitolo
APRE CAPITOLO RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Invia questa notizia ai tuoi conoscenti
Home Sito
APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 01/09/2009]
[Categorie: Decrescita ]
[Fonte: libreidee.org]
[Autore: Sergio Pallante]
Social network:                e decine d'altri attraverso addthis.com Tutti gli altri con: addthis.com 

Spazio autogestito Google


Pallante: cambiamo politica, riprendiamoci il futuro

La Decrescita (del Pil) non è il problema, ma la soluzione, perché il Pil è gonfiato da sprechi e veleni: è il certificato di bancarotta di un’economia obsoleta, fallimentare e insostenibile, denunciata da una crisi ormai planetaria, sociale e ambientale, provocata dall’ideologia miope della crescita, sulla quale la politica si è appiattita. «Destra e sinistra sono solo due varianti: si dividono su come distribuire il reddito, ma non su come produrlo, mentre il mondo sta collassando proprio per eccesso di produzione, per crescita cieca». Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, lancia una proposta decisiva: scendere in campo direttamente, per costringere la politica a cambiare rotta. «Serve una nuova economia, al servizio dell’uomo. Un’industria della Decrescita, capace di produrre benessere e lavoro. Le parole e i libri non bastano più: propongo la creazione di un nuovo soggetto politico».

Ecologista italiano della prima ora, fondatore con Tullio Regge del Cure (comitato per l’uso razionale dell’energia), Pallante si batte da anni per la maurizio-pallante-7riduzione dei rifiuti, del cemento e delle emissioni inquinanti. Attraverso saggi, ricerche e un confronto continuo con scienziati, economisti e sociologi, ha lanciato in Italia la teoria della Decrescita come unica soluzione per uscire dalla crisi post-industriale. Una teoria basata sull’analisi del Pil, indicatore grezzo e fuorviante dell’economia: «Un palazzo mal coibentato inquina l’atmosfera e costringe gli inquilini a pagare costi altissimi di riscaldamento. Tutto questo fa crescere il Pil, ma peggiora la vita: quella delle famiglie e quella del pianeta».

Dopo una lunga elaborazione, Pallante ha articolato la teoria della Decrescita e ha fondato in Italia il Movimento per la Decrescita Felice, un network in piena sintonia coi gruppi d’acquisto solidale e le più avanzate associazioni ecologiste: consumo critico, prodotti a filiera corta, “rifiuti zero”, Comuni virtuosi. Proprio dal sito del Mdf, il 28 agosto ha lanciato l’invito a scendere in campo: «Decrescere, per superare la recessione e la crisi climatica». La politica non ci sente? E allora non resta che la formazione di un “nuovo soggetto politico”, equidistante e indipendente: «E’ necessario, per puntare a un nuovo Rinascimento. Un’economia efficiente, valida, al servizio dell’uomo. Un’economia capace di restituirci quello che ci è stato tolto: il futuro».

La crisi in corso, premette Pallante, è la più grave nella storia dell’economia capitalista. Un’implosione clamorosa, aggravata dalla globalizzazione dei mercati: «La recessione si è estesa a tutti i paesi del mondo, mentre il cambiamento climatico coinvolge l’ecosistema terrestre nel suo insieme». Ne consegue che il paragone con la crisi del 1929 non regge, per difetto. Clima impazzito, risorse agli sgoccioli. E lo spettro di una recessione irreversibile. «Finora, di fronte alle crisi – aggiunge Pallante – destra e sinistra si sono comportate nello stesso modo, e cioè sostenendo con fondi pubblici i settori automobile-1industriali più deboli, come quello dell’auto, e promuovendo edilizia e grandi opere. Ma il mercato dell’auto ormai è saturo, i vantaggi delle grandi opere sono effimeri, il mercato immobiliare è esaurito».

Quello che serve, sostiene Pallante, è una riconversione radicale dell’economia. «L’industria dell’auto, ad esempio, può diventare il volano strategico per la produzione di tecnologie pulite per la generazione di riscaldamento domestico. Affrontando una gigantesca riconversione, è possibile rilanciare in modo molto forte sia l’industria, sia l’edilizia, nel settore delle ristrutturazioni energetiche». Alla fine il Pil diminuirebbe, ma crescerebbero i posti di lavoro – sia nell’industria, sia nell’edilizia – e crollerebbero i costi di gestione del sistema, sia quelli economici che quelli ambientali.

Una rivoluzione socio-economica, insomma, che ha bisogno di una politica adeguata. «Non è un’utopia, certe soluzioni sono già a portata di mano. Basterebbe che le Asl imponessero nuovi standard energetici negli edifici pubblici, scuole e ospedali. Coibentazione degli edifici e co-generatori: è un mercato enorme, se si pensa all’edilizia privata». Già oggi, in Trentino Alto Adige, non è possibile costruire case energivore: le nuove abitazioni di Trento e Bolzano costano la decima parte, in termini energetici, di quelle della media edilizia-1italiana. «Gli enti locali, attraverso i piani regolatori, possono imporre queste norme: che riducono il Pil ma producono benessere e reddito».

Quello che serve, dice Pallante, è una «riduzione guidata e selettiva del Pil», tagliando gli sprechi e i consumi inutili e velenosi. Solo l’economia virtuosa, che fatalmente abbatte il Pil, può produrre «ampie opportunità occupazionali, non altrimenti ottenibili». Il futuro, l’unico possibile, è l’economia della qualità, assistita dallo sviluppo avanzato di innovazioni tecnologiche in grado di accrescere l’efficienza nell’uso delle risorse, riducendo gli sprechi. «Per mettere in moto un processo di questo genere – avverte Pallante – è decisivo il ruolo della politica, non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale. Nessuna forza politica oggi persegue questa scelta strategica, che si configura come un vero e proprio cambio di paradigma culturale».

L’obiettivo è uscire dalla crisi, «aprendo una fase più avanzata nella storia dell’umanità». Secondo Pallante, occorre una nuova forza politica. Una soggetto «svincolato dalla contrapposizione tra destra e sinistra», con «coordiate valoriali differenti». Ciò che conta non deve più essere la crescita della produzione di merci, ma la qualità della vita e degli ambienti. Un mondo nuovo, in cui «gli esseri umani non siano più una funzione della crescita economica», ma dove, al contrario, «le attività economico-produttive tornino a essere il mezzo con cui gli individui migliorano la qualità della vita».

Pallante auspica la nascita di una forza politica «promotrice di un nuovo Rinascimento necessario e possibile». Domanda: c’è spazio oggi in Italia per un soggetto elettorale con queste caratteristiche? «Non partiamo da zero: sta crescendo la rete orizzontale, indipendente, di consumatori critici, associazioni, cittadini consapevoli. Non è più una nicchia: una recente indagine di mercato, nella grande distribuzione, rivela che la maggioranza dei consumatori è sempre più vicina alla Decrescita, esprimendo bisogni crescenti: meno sprechi, attenzione all’ambiente, desiderio di condivisione e socialità».

Riduzione, riuso, riciclo, autoproduzione, chilometri zero. Queste alcune delle parole chiave della nuova antropologia post-industriale, ormai sempre più diffuse. Fonti rinnovabili, chilometri zero, acquisto solidale, co-housing, car-sharing, social network, telelavoro: vocabili ormai popolarissimi, che ridisegnano l’identità culturale di milioni di persone. «Questa evoluzione – aggiunge Pallante – si accompagna con il crescente astensionismo elettorale: milioni di persone non vanno più a votare, o sono stufe di rassegnarsi ad andare alle urne per turarsi il naso scegliendo il meno peggio». Elettori frustrati, politica in piena crisi di rappresentatività. «E’ giusto dare a ciascuno la possibilità di esprimere una preferenza elettorale convinta. Serve uno strumento che ci consenta di lavorare insieme, da subito, per unire le forze e costruire un modello alternativo all’attuale, destinato a crollare. Un modello che abbia futuro: ne abbiamo diritto».

(Maurizio Pallante ha pubblicato il 28 agosto sul blog www.decrescitafelice.it il documento “Decrescere per superare la recessione e la crisi climatica. Proposta per la formazione di un nuovo soggetto politico”).

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA "IO FACCIO LA MIA PARTE"

 

Per il nostro Emporio... clicca!CLICCA PER IL NOSTRO EMPORIO

 

Spazio autogestito Google