Emissioni CO2: l’Italia unico paese UE senza piano di riduzione
L’Italia continua ad inquinare senza alcuna remora. A quattro anni e mezzo dall’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, e a otto mesi dagli accordi europei sulla riduzione delle emissioni, l’Italia è ancora al palo: è l’unico grande Paese dell’Unione a non avere un piano di riduzione delle emissioni. Di più, le misure ambientali non sono neanche nell’agenda del governo.
Del resto, la pur volenterosa ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo sembra godere, presso Berlusconi e gli altri ministri, di fama di grande scocciatrice e conta più o meno come il due di picche. Il risultato è che l’Italia ha aumentato in questi anni le sue emissioni di CO2: secondo Legambiente siamo al 9% rispetto ai livelli del 1990, mentre siglando l’accordo a Kyoto l’Italia si era impegnata a ridurle del 6,5%.
Come sottolinea la stessa Legambiente in un comunicato, il governo Berlusconi aveva scommesso, negli anni scorsi, sul fallimento del trattato di Kyoto, contando sulla promessa di Putin di non ratificarlo mai. La firma del presidente russo è però arrivata, permettendo l’entrata in vigore delle sanzioni per i paesi sottoscriventi, ma l’Italia non si è mossa comunque.
Ora il nostro Paese è costretto a pagare per le quote di emissioni suppletive che non è riuscito a eliminare, acquistando “crediti di emissioni” dai Paesi più virtuosi. Quegli stessi soldi sarebbero potuti essere investiti, decisamente con maggiore profitto, in energie rinnovabili e in incentivi per l’efficienza energetica.
L’intenzione di puntare sull’energia nucleare, inoltre, non può che aggravare ulteriormente la situazione, visto che qualsiasi effetto benefico che ne potrebbe derivare non si avrebbe prima di una decina d’anni, cioè troppo tardi per riuscire a centrare gli obiettivi concordati. Di più, la strada del nucleare servirà soltanto a distrarre fondi dai provvedimenti davvero efficaci.
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