L'avanzata della Coca Cola in Chiapas
«L'acqua, l'aria, la terra, i beni del sottosuolo, i codici genetici e tutte queste cose che prima erano sconosciute o non avevano un valore d'uso e di scambio, sono diventati, negli ultimi vertiginosi anni, una mercanzia».
Comincia così l'intervento del Subcomandante Marcos, portavoce e capo militare dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln), l'esercito indigeno del Chiapas, invitato a marzo ad intervenire a un dibattito pubblico sullo «Sfruttamento del settore agricolo messicano, cinque secoli dopo».
E continua: «Un esempio è quello delle falde freatiche e delle sorgenti del Cerro de Huitepec, che gli indigeni zapatisti cercano di proteggere con un accampamento sulla montagna.
Un'impresa multinazionale che imbottiglia una bibita a base di cola sta estraendo l'acqua e la sta trasformando in una merce».
Il 13 marzo scorso le autorità indigene zapatiste della regione degli Altos del Chiapas, riunite nella giunta del buon governo (Jbg) Corazon centrico de los zapatistas delante del mundo di Oventik, hanno infatti dichiarato «area naturale protetta e riserva ecologica comunitaria zapatista El Huitepec»« una superficie di 102 ettari nell'area del monte, che domina la vallata di San Cristobal de Las Casas.
Lo stesso giorno hanno istallato lungo i fianchi boscosi un accampamento civile nazionale e internazionale per la pace.
Lo hanno fatto per difendere l'acqua dell'acquifero del Huitepec, che alimenta gli acquedotti di San Cristobal de Las Casas e dei due municipi indigeni di San Juan Chamula e Zinacantan e per difendere i boschi del cerro.
In una fabbrica alle pendici del monte, Cola Cola imbottiglia le sue bibite: nel 2004 ha utilizzato 107 milioni di litri d'acqua, pari al consumo di 203,666 abitazioni, secondo un'inchiesta di Gustavo Castro per Centro di ricerche economiche e politiche di azione comunitaria.
Ma la denuncia zapatista non riguarda solo la multinazionale Usa: il giorno dopo, il 14 marzo, il governo statale ha provveduto a dichiarare la stessa zona Area naturale protetta (Anp), con l'obiettivo di alimentare il conflitto agrario, che sta riesplodendo in diverse zone del Chiapas.
«Provocazione, o insensibilità politica?» si è chiesta l'organizzazione non governativa Maderas del Pueblo, che in un documento ripreso dal quotidiano La Jornada descrive la situazione della zona: «L'area è patrimonio di cinque comunità di etnia tzotzil, però quelle di San Felipe Ecatepec, Alcanfores, Huitepec Primera Seccion e Las Palmas da tempo frazionano e vendono i terreni a privati, abbandonando l'agricoltura e urbanizzandosi (la zona è a pochi km dalla città di San Cristobal de Las Casas, ndr).
Solo Huitepec Ocotal (o Segunda Seccion), comunità zapatista, ha sostenuto la difesa e la protezione delle terre».
Il centro diritti umani «Fray Bartolomé de Las Casas», presieduto dal vescovo emerito don Samuel Ruiz Garcia, ha invitato il governatore dello Stato Juan Sabines «a derogare il decreto e rispettare la riserva ecologica comunitaria zapatista stabilita nei pressi di San Isidro Ocotal Segunda Seccion, Huitepec».
L'iniziativa zapatista arriva dopo che il 27 settembre 2006, la Jbg della regione Altos aveva denunciato la detenzione -con l'accusa di robo (furto) di legname- di due basi di appoggio zapatiste di Ocotal Segunda Seccion.
«I compagni stavano lavorando sui loro terreni ancestrali, ma elementi della polizia municipale e della procura federale per l'ambiente hanno fermato Pedro Jiménez Gómez e Juan Jiménez Sánchez.
Li hanno portati negli uffici della Procura (Pgr) e interrogati.
Hanno spiegato che stavano lavorando sui loro terreni per preparare un pezzo di terra e seminare ortaggi per il consumo familiare, e non stavano abbattendo alberi».
L'iniziativa delle basi d'appoggio zapatiste della regione Altos del Chiapas accompagna la proposta di una «campagna mondiale per le difesa delle terre e dei territori indigeni e contadini, autonomi, del Chiapas, del Messico e del mondo».
Lanciata il 25 marzo dall'Ezln ha ottenuto il sostegno di Via Campesina.
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