c Nucleare, patto Italia-Usa Scajola: supereremo la Corte - 01/10/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
Home Capitolo
APRE CAPITOLO RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Invia questa notizia ai tuoi conoscenti
Home Sito
APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 01/10/2009]
[Categorie: Ecologia ]
[Fonte: la Repubblica, giovedì 1 ottobre 2009]
[Autore: Luca Iezzi]
Social network:                e decine d'altri attraverso addthis.com Tutti gli altri con: addthis.com 

Spazio autogestito Google


Nucleare, patto Italia-Usa Scajola: supereremo la Corte

WASHINGTON - C’è spazio per una cordata italo americana che costruisca le centrali nucleari nel nostro Paese. Ne sono convinti il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, e il segretario statunitense all’Energia, Steven Chu, che nella notte di ieri a Washington hanno firmato un accordo di cooperazione sul tema e rafforzato un dialogo su tutti i principali temi energetici (lotta al riscaldamento globale, prezzo del petrolio, ricerca).

Ma è l’intesa sul nucleare ad avere le ricadute più immediate, Chu chiarisce: «General Electric e Westinghouse parteciperanno a gare di appalto in Italia», mentre Scajola aggiunge che si punta «a sviluppare reattori anche in Paesi terzi». L’attenzione si sposta, dunque, su Ansaldo Nucleare e Toshiba-Westinghouse che dovrebbero consolidare la collaborazione e portare in Italia il reattore di terza generazione AP100. L’intesa di ieri è speculare a quella con la Francia di inizio anno che portò Enel ed Edf dentro una società unica per costruire i reattori transalpini Epr di Areva.

Ora si cerca una società elettrica che affianchi i costruttori italo-americani e si sobbarchi la maggior parte dei costi (4-6 miliardi). Il governo da diversi mesi cerca di convincere l’Eni ad entrare nella partita. Il secondo ostacolo è dimostrare che le centrali si costruiranno davvero, in Italia. «Stiamo rispettando un programma stretto» ha rassicurato Scajola, confermando che la prima pietra è attesa entro il 2013 ed il primo megawatt per il 2018-2019. Intanto, «a metà febbraio definiremo i criteri per la scelta dei siti». Neppure il ricorso presentato da 9 regioni alla Corte Costituzionale fermerà la macchina del ministero. «Non vogliamo costruire le centrali contro qualcuno - ha detto Scajola - ma per il Paese. La scelta finale del sito spetta alle aziende, si può trovare un posto dove la centrale si possa e si voglia fare». Se in consenso non si troverà, la legge permette allo Stato di sorpassare ogni opposizione locale. Proprio su questo punto le regioni hanno portato il governo davanti alla Consulta, ma Scajola è fiducioso: «Se ci dà torto, ci può suggerire delle modifiche legislative» che renderebbero difficili nuovi ricorsi.

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA "IO FACCIO LA MIA PARTE"

 

Per il nostro Emporio... clicca!CLICCA PER IL NOSTRO EMPORIO

 

Spazio autogestito Google